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Anno X. Sabato, 9 Dicembre 1911. Num. 50.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. —Il trionfo della Fiera — Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi.
Religione. —R. B. Vangelo della domenica quinta d’Avvento — Pensieri.
Educazione ed Istruzione. —Tripolitania — Motta Maria. Pei fratelli al campo, poesia. — Andrea Durand. Echi di Lourdes. — Pietro Bandini. Per la salvezza dei nostri emigranti.
Società Amici del bene. —Per la Provvidenza Materna.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.

Beneficenza


IL TRIONFO DELLA FIERA

Erano vive le speranze che la Fiera dovesse riuscire bene; ma non mancavano le ragioni per dubitarne. Le molte sottoscrizioni già aperte in città, costituivano una concorrenza, tanto più pericolosa, quanto universale e simpatica.

Le speranze non fallirono. L’introito complessivo dei quattro giorni in cui durò la Fiera fu di quasi L. 16.000, così distribuite:

Primo giorno L. 5,004.60
Secondo 4,462.85
Terzo 2,883.20
Quarto 3,500.20
Totale L. 15,850.85

Diamo il merito del trionfo a chi spetta.

Il merito è delle Signore del Comitato, le Signore Capi-gruppo e le Signore e Signorine aderenti.

Esse hanno portato alla Fiera un interessamento, uno slancio, un concorso attivo e costante, veramente mirabile: sembravano artisti, alla gara di un concorso: ciascuna idoleggiava il proprio banco come un’opera d’arte, un’opera d’amore.

Non faremo nomi: tutte furono pari.

Ne faremo uno solo: il nome di una persona che non c’era, la marchesa Trotti, la Presidente del Comitato: ammalata non potè intervenite: non venuta di persona venne però col contributo di L. 700, dato al suo banco, per lavori fatti e venduti prima che la Fiera
incominciasse: non venuta era però presente col suo pensiero, come tacito stimolo agli altri, di far meno sentire la sua assenza.

E questa assenza, dato lo splendido risultato, divenne un merito delle altre, e dei signori Angelo Maria Cornelio e cav. Camera, ottimi cooperatori, e dal signor Di Lorenzo, che tenne bene il posto del compianto cav. Ghisi.

Una ragione che certo contribuì a rendere simpatica la Fiera, e a richiamare in modo più vivo e generoso l’opera di tutti, fu l’avere associato nella partecipazione degli introiti la Pro-esercito: questa nota patriotica, in un momento in cui il sentimento nazionale vibra potente nell’animo di tutti per la spedizione di Tripoli, convertì l’opera di beneficenza pei bambini ciechi, in un’opera più larga di soccorso alle famiglie danneggiate per la partenza dei soldati per la guerra. Uno solo fra i dodici banchi della Fiera era tenuto esclusivamente dalle Signore rappresentanti la Pro-esercito: ma si può dire che tutti i banchi sentissero l’influsso di quel banco, vibrando in una nota di patriotismo, con bandiere e bandierine tre colori che sventolavano da più d’un banco.

Questa nota toccò l’entusiasmo quando, nel primo e nell’ultimo giorno della Fiera, si udì scoppiare dall’alto della tribuna la Marcia Reale, suonata dall’orchestra dei Ciechi, interrotta e chiusa da ripetuti applausi.

Un’altra circostanza favorì la Fiera. Nel secondo giorno era annunciata la Conferenza dell’avv. Vecchini al Teatro della Scala in favore della Croce Rossa: si sapeva che tutti i posti erano già esauriti: il concorso al Teatro sarebbe stato enorme: il pieno del Teatro avrebbe fatto il vuoto alla Fiera: si sperava in un ritorno del pubblico scaligero a prendere il thé nel Salone della Fiera: ma il ritorno, pur avverandosi, non sarebbe stato che parziale: e meno persone, introito minore. L’avvocato Vecchini, invece, male per lui, bene per la Fiera, fu pel momento impedito da. un’infreddatura di fare la Conferenza, e la Fiera in quel giorno diede l’introito di L. 4,500.

L’ultimo giorno di solito è il lumignolo che si spegne; gli oggetti sono in gran parte venduti, e il fervore delle vendite e delle compere si ammorza. Questo anno fu il contrario: la Fiera fu come una serata di fuoco di artificio che serba in fondo un più vivo scop-