Il buon cuore - Anno X, n. 19 - 6 maggio 1911/Beneficenza

Beneficenza

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Il buon cuore - Anno X, n. 19 - 6 maggio 1911 Religione

[p. 145 modifica]Beneficenza


LA FESTA DELLE OVA

RIMANDATA AL 14 MAGGIO

Fatalità!... Tutto era pronto perchè la festa riuscisse nel giorno stabilito, il 30 aprile. Sabato, 29 aprile, le signore del Comitato avevano potuto ammirare l’esposizione delle ova nella sala superiore dell’Istituto, numerose, variate, splendide, e avevan veduto collocarle nei grossi canestri, trentadue, forniti di cento ova ciascuno, più di tremila ova complessivamente, coll’aggiunta di più altre centinaia per la vendita.

Nel giardino tutti i campi erano preparati, colla rete metallica in giro; già sventolavano gli stendardi dei vari colori, a indicare la divisione dei campi; erano tirati i padiglioni per la buvette, pel banco di vendita, pel banco delle cartoline postali. Il grande salone era preparato per lo skating; l’elefante, in grande gualdrappa, troneggiava col suo palanchino.... Il tempo era nuvoloso, ma si diceva col linguaggio della speranza: domani sarà bello!

A mezza notte un acquazzone, in diversa misura, si rovescia sulla città. Alla mattina si corre in giardino per constatare l’entità del danno: i padiglioni piegano sotto il peso dell’acqua di cui sono imbevuti, e sono un solo stillicidio; le erbe del prato sono tutte inzuppate d’acqua; le siepi, i rami delle piante, brillano di innumerevoli goccioline, che scendono in pioggia al sol toccarle.

Si può far la festa in tali condizioni? Far entrare i bambini nei campi bagnati? colla certezza di inzaccherare scarpe e abiti, col pericolo evidente di prendere delle infreddature, o qualche malanno peggiore? quale mamma avrebbe affrontato un tal rischio pel suo bambino? E alle ore 9 scese un altro acquazzone, che sovrappose nuova acqua alla già venuta, ridestando il dubbio di peggio nel seguito del giorno, il cielo continuando sempre minaccioso.

Bisogna decidersi nel far la festa o non farla. Fossero venuti in seguito anche il sole e il vento, le condizioni del terreno erano troppo compromesse per sperare in uno stato tollerabile per l’ingresso dei bambini nei campi. E fu deciso, si può immaginare quanto a malincuore, di rimandare la festa. Il telefono si incaricò di diffondere la notizia in tutta la città.

A mezzo giorno compare il sole, le nubi si diradano, spira il vento, il cielo si fa tutto sereno.... Un ideale, una bellezza di tempo per la festa delle ova.

Perchè non si fa? È bello il cielo, ma è ancora brutta la terra. Alle ore due, mettendo la mano nei cespugli d’erba, la si ritirava ancora bagnata. E in quell’erba dovevano essere deposte le ova, ravvolte nella carta velina; e in quell’erba i bambini avrebbero dovuto tuffar le mani per trovarle!

Chi non poteva farsi ragione di questo contrasto, meravigliavasi nel leggere all’ingresso dell’Istituto: pel cattivo tempo la festa delle ova è rimandata al 14 maggio. Cattivo tempo! Ma se splende il sole?... Sì, il sole splende, ma l’erba specialmente, sotto l’ombra delle piante e delle siepi, è ancora bagnata. Se i bambini fossero stati ammessi, il desiderio non si sarebbe convertito in biasimo? Le mamme avrebbero detto: che senza testa! Non si doveva capir che il terreno erboso dopo tant’acqua non poteva essere asciutto?

Fu una vera fatalità!

Che fare? Perduta la battaglia nel primo giorno, speriamo di vincerla nel secondo. Il 14 maggio non è poi tanto lontano.

È un grave sacrificio che si impone ancora al gruppo delle Signore: sacrificio morale dell’attesa, sacrificio [p. 146 modifica]materiale dell’opera. Maggiore il sacrificio sarà maggiore anche il merito.

Mettiamoci ancora all’opera, come se l’opera cominciasse adesso.

In caso di pioggia, la ricerca si farà al coperto. Incognita con nuova attrattiva.

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi



Per la festa delle ova di Pasqua


Offerte in denaro.

Biglietti già pagati |||
 L. 578 —
Donna Giuseppina Gavazzi Biella |||
   » 25 ―
» Beatrice Mylius |||
   » 10 ―
Contessa Eugenia Codronchi |||
   » 5 ―
Signorina Bianca Belinzaghi |||
   » 5 ―
Contessa Lina Castelbarco Erba |||
   » 30 ―
Donna Gina Origoni |||
   » 20 ―


Offerte in ova ed in oggetti.

Signora Luisa Fontana Goggia, n. 6 ova con bellissime bambole.
      »      Giulia Borghi Minonzio, n. 38 panieri.
      »      Margherita Wies, n. 10 borsette.
Donna Bice Greppi, n. 18 panieri.
Marchesa Trotti, una bellissima bambola.
Contessa Marianna Negroni, n. 4 borse.
La marchesa Luisa Casati Amman per la festa delle
ova offrì L. 100: per errore fu stampato L. 200.

Protezione della Giovane

Dall’accurata relazione morale della solerte segretaria signora Crescini, togliamo quanto segue:

Il Comitato Milanese per la Protezione della Giovane, compie il dovere di render conto a’ suoi benefattori dell’attività esplicata durante il 1910, nel vasto e delicato campo in cui essa si svolge.

La pia associazione va estendendo sempre più le sue ali protettrici, e il numero delle giovani, che all’ombra di esse viene a ripararsi, si fa ogni giorno più considerevole.

Alla Stazione Centrale la nostra Incaricata ebbe quest’anno ad avvicinare ben 2000 giovani, di cui più della metà di passaggio, dirette a diversi opifici; le altre in cerca di collocamento e di lavoro, provenienti da tutte le regioni d’Italia, ma specialmente dal Reggiano, dal Modenese, dal Veneto e dalla Valtellina. Molte anche le forastiere, d’ogni parte d’Europa, in particolare dalla Germania, dalla Francia e dalla Svizzera, e cioè 190 tedesche, 145 francesi, 20 svizzere, 12 inglesi, 5 russe e 4 portoghesi. Più di una volta fu necessario invocare l’intervento delle guardie, per sottrarre giovani inesperte alle insidie di chi avrebbe voluto impadronirsene per scopi inconfessabili.

Al nostro Ospizio furono accolte più di 500 giovani, di cui un centinaio di passaggio; le altre, bisognose di trovarsi un posto, se fornite di buone referenze, furono collocate senza difficoltà, poichè innumerevoli sono le domande di ottime famiglie, che si rivolgono all’Opera di Protezione per avere buone domestiche.

Si ospitarono gratuitamente, 54 giovani, per un complesso di giorni 180; 4 furono rimpatriate a spese del Comitato, perchè inette o in cattive condizioni di salute; 6 lo furono per mezzo della Questura.

Se ne collocarono 320, alle quali si è procurato di continuare l’assistenza con l’invitarle a frequentare la scuola festiva, che per loro fu aperta, come di solito nei locali dell’Ospizio, dove, il 27 Novembre u. s., si fece la premiazione assegnando alle tre più assidue, come si era promesso, l’inscrizione alla Cassa Nazionale di Previdenza; a tutte le altre, circa un’ottantina, l’estrazione a sorte di indumenti di pratica utilità. La Domenica successiva, le inscrizioni furono così numerose, che i locali dell’Ospizio apparvero troppo angusti, onde si fecero pratiche per avere l’uso gratuito di due aule nella scuola comunale più vicina, pratiche felicemente riuscite per la cortese adesione delle autorità scolastiche, sia comunali che governative. L’insegnamento è affidato a due brave maestre che vi consacrano, con zelo intelligente, le loro migliori energie, alle quali è doveroso un grazie cordiale.

La Casa in via Castelfidardo, 9, durante tutto il 1910, fu sempre al completo, i posti furono occupati da ottime giovani lavoratrici e impiegate, le quali si mostrarono e sono liete e riconoscenti, per aver trovato, con una spesa minima, trattamento sano, ambiente arieggiato e cure materne.

Le pie Signore, che reggono tanto l’Ospizio che la Casa, meritano speciale considerazione per la loro intelligente e generosa abnegazione.

L’istruzione religiosa e morale è affidata al benemerito D. Giovanni Schenone, nostro assistente ecclesiastico, che si è fatto socio fondatore e che venne testè nominato Prevosto Parroco di S. Francesco da Paola.

Casi Pietosi non mancarono anche quest’anno, sia all’Ospizio, che alla Stazione, come si è già accennato.

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Sull’imbrunire di una rigida e nebbiosa giornata invernale, una giovane sui diciott’anni, bella, decentemente vestita, dall’aria dolce e pensosa, si avvicinò ad una signora, che le passava accanto, allo sbocco del corso Concordia e le chiese timidamente la via per recarsi al centro della città. E poichè la signora mostrò interessarsi a lei, la poverina, con voce tremante, domandò se per caso abbisognasse di una cameriera.... La signora, che apparteneva al nostro Comitato, le indicò l’Ospizio di via Castelfidardo, 9, e le fece animo a presentarsi in suo nome. La giovane vi si recò infatti, vi stette ospite un po’ di giorni, diede ottime referenze e potè essere collocata presso un’egregia signora che ne è contentissima. La cara figliuola ringrazia la Provvidenza per il felice incontro di quella sera e va ripetendo: oh, se tutti conoscessero l’Opera di Protezione, quante ansie e quante lagrime sarebbero risparmiate!

[p. 147 modifica]Di molti altri casi delicatissimi si occupò il nostro Comitato e dove non potè direttamente intervenire, passò il pietoso incarico a persone buone che privatamente se li presero a cuore.

Lo scorso Maggio abbiamo unito la nostra modesta voce a quella autorevole della Lega per la Pubblica Moralità nella Protesta presentata al sig. Prefetto, contro gli spettacoli immorali e le indecenti réclames, che troppo spesso deturpano la nostra Milano e contribuiscono al dilagare della corruzione e della delinquenza minorile.

L’esposizione alla Villa Reale, inaugurata solennemente il 22 Maggio u. s. con l’intervento di Sua A. R. il Duca di Genova e di tutte le autorità civili, governative e militari, dalla quale si era sperato un grande beneficio finanziario a profitto dell’Opera, non sortì l’esito desiderato; la chiusura, avvenuta il 2 Luglio, fu salutata come una liberazione. Inutile ora il riandare qui le cause dell’infelice risultato e parlare delle conseguenze che ne derivarono. Il Comitato Milanese affidò ad un accreditato legale la definizione delle varie pendenze riguardanti l’Esposizione; e, nell’urgenza di liquidare alcune partite, la Presidente, contessa Parravicini, anticipò L. 1000, di cui certo, nel suo amore all’Opera di Protezione, non esigerà il rimborso.

Congresso. — Una delle più vive soddisfazioni che allietarono quest’anno il nostro Comitato, fu l’ottima riuscita dell’Adunanza generale dei Comitati italiani dell’Opera di protezione, tenutasi nella nostra città, nei giorni 28 e 29 Maggio. Furono giornate memorande, in cui la nobile gara di tante egregie persone qui convenute per dar conto della propria attività nel campo fecondo del bene, riuscì di grande ed efficace emulazione.

Le adunanze si tennero in una sala del palazzo Arcivescovile, gentilmente concessa, e furono presiedute dall’illustre prof. Rinaldo Bettazzi, dalla contessa Maria di Groppello e dalla contessa Parravicini Stanga. — Intervenne pure, quale rappresentante del Comitato Internazionale, la signora De-Weck, e il sig. Wilhelm, per l’opera di assistenza della donna italiana all’estero, con sede nel Baden.

Oltre a molte Signore del nostro Comitato, vi presero parte 19 Comitati italiani, con un complesso di 46 rappresentanti, il fior fiore delle Signore che si interessano dell’Opera di Protezione e vi consacrano con entusiasmo tempo, intelligenza e cuore. — S. E. il Cardinale Ferrari, nostro amatissimo Arcivescovo, intervenne all’apertura del Congresso, e indirizzò paterne parole di incoraggiamento alle Signore congressiste, impartendo loro l’Apostolica Benedizione.

L’egregio avv. dott. cav. Giuseppe Gallavresi, con parola elevata, porse il saluto augurale, in nome del Comitato Milanese, alle ospiti gentili e presenziò a tutte le sedute, portando nelle discussioni l’efficace e prezioso contributo della sua esperienza e del suo amore alla nobile causa.

La nostra Segretaria sunteggiò le relazioni dei singoli corrispondenti aggregati al Comitato Milanese e fece conoscere quanto si lavori nel campo cattolico di Lombardia per l’assistenza e l’elevazione intellettuale e morale delle nostre giovani.

Da tutte le città rappresentate si ebbero interessanti relazioni: Da Torino, il numero straordinario delle giovani assistite; da Firenze e da Roma, la riuscitissima organizzazione delle infermiere; da Pisa, i ricreatori, per la refezione delle operaie; da Casale, l’alloggio alle fornaciaie; da Verona, l’assistenza ai treni della notte, con una incaricata viaggiante; insomma da ogni Comitato, una consolantissima gara di bene.

Il Presidente, prof. Bettazzi, che diresse le adunanze da par suo, annunciò che il Comitato Nazionale, si era assunto il patriottico incarico di proteggere le giovani italiane emigrate all’estero, e, fra le molte raccomandazioni, insistette sulla necessità di un’assidua cooperazione da parte delle signore, sia al segretariato, che alla Missione, che sorveglia gli arrivi e le partenze dei treni, anche nelle stazioni secondarie, per impedire agli agenti della vergognosa Tratta, di tendere insidie e di compiere le loro gesta.

Degna e bella corona ai lavori del Congresso, che si svolse animato, sereno, fecondo di nuove iniziative e di vigoroso impulso al bene, fu, come dice egregiamente la relazione ufficiale, l’indimenticabile e commovente funzione religiosa al Duomo, lunedì, 30.

Dopo la S. Messa e la Comunione generale, impartita da S. Eminenza alle intervenute, si scese nella cripta, ove in preparazione delle feste centenarie, trovandosi il corpo venerato del Grande e Santo Arcivescovo, protettore di Milano, fuori dell’urna, si ebbe l’insigne favore di baciare la mano di S. Carlo Borromeo! Sua Eminenza trasse da ciò argomento ad uno de’ suoi più efficaci fervorini, che commosse fino alle lagrime e ravvivò nell’animo il più ardente desiderio di consacrarsi alle opere di carità fraterna, e di amare particolarmente quelle compendiate nella «Protezione della Giovane.»

Propaganda. — E poichè non si può amare ciò che non si conosce, il nostro Comitato non risparmiò denaro e fatiche per diffondere la conoscenza della provvida istituzione, sia procurandosi ben 24 corrispondenti, in varie località, specialmente in Valtellina, sia per mezzo di Conferenze, fra le quali, bellissima, quella tenuta dal prof. D. Giacomo Capocchi, esimio quaresimalista a S. Marco, e altra dall’illustre scienziato Mons. Angelo Zammarchi; sia facendo una numerosa distribuzione di stampati, come «Missione di donna» e «Per le Signore che amano le giovani», opuscoli scritti dall’insigne apostolo dell’Opera di Protezione, prof. Rodolfo Bettazzi, Presidente generale della Sezione italiana.

Ringraziamenti. — Ed ora è doveroso un cordiale ringraziamento a quanti sostennero con la intelligente cooperazione, con la parola e col sussidio, quest’Opera santa, che ha la speciale benedizione di S. Santità Pio X, il quale la chiamò santissima. Al Padre dei fedeli, anzitutto, il nostro figliale, reverente omaggio. A Sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo, che sempre favorì e beneficò il nostro Comitato. A S. M. la Regina Madre, che, oltre il consueto splendido dono per la Fiera di Beneficenza, il quale fruttò quasi 900 lire, [p. 148 modifica]concesse anche una medaglia d’oro per l’Esposizione alla Villa Reale. Alle Dame ed ai signori che gentilmente accettarono di costituire il Giurì di onore per la detta Esposizione.

Al rinomato Istituto Grimm, che apri il suo splendido salone ad un’eletta schiera di signore, le quali poterono gustare un’artistica rappresentazione, squisitamente interpretata dalle brave alunne dell’Istituto stesso, a favore dell’Opera di Protezione, di cui disse, con calda e cordiale eloquenza, l’egregio amico, sig. Angelo Maria Cornelio.

Ai bravi dilettanti dell’Oratorio di via Signora, che offersero, anche quest’anno, una serata, ricca di pregi, a beneficio delle nostre giovani.

Agli enti morali, alla Cassa di Risparmio, alla Banca Popolare, al Banco Ambrosiano, al Municipio, che non ci dimenticarono nelle lor provvide elargizioni.

Alla Società «La Formica» che ci regalò 160 capi di vestiario utilissimi; a tutti i benefattori insomma, non solo ai più insigni, ma a quanti indistintamente, a seconda delle proprie forze e del proprio cuore, mostrarono di apprezzare e di aver cara l’Opera di Protezione, vada il nostro memore pensiero, la nostra gratitudine sincera e profonda! Sono centinaia e centinaia di giovani che benedicono riconoscenti a chi ha loro procurato lavoro e salvezza! E perciò il Comitato Milanese guarda all’avvenire con serena fiducia, persuaso di lavorare per una causa santa, il cui trionfo sarà tanto più fulgido, quanto maggiori saranno stati i sacrifici per essa compiuti.

La Presidente

Parravicini Stanga Contessa Carlotta.


La Segretaria

Giulia Crescini.