Il Tesoro (Latini)/Libro V/Capitolo XX
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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XX. Del corbo
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Capitolo XX.
Del corbo.
Corbo è uno uccello grande1, ed è tutto nero. E quando vede nascere i suoi figliuoli con le calugini bianche, sì non crede che siano suoi figliuoli, e partesi dal nido, e poi a pochi dì vi torna. E vedendo che quelle penne vegnono annerendo, sì li comincia da capo a nudrirli2.
Elli vivono3 di carogna, e quando trovano la carogna4, la prima cosa che beccano sono gli occhi, e dopo l’occhio beccano il cervello5.
E sappiate, che ’l corbo fu quello uccello che Noè mandò per cercare la terra, e non tornò. E molti sono che dicono, che egli rimase per beccare carogna. E altri dicono, ch’egli annegasse per la grandissima moltitudine dell’acqua6.
- ↑ Grande manca al t.
- ↑ Il t: tant il doute de filz petis, qu’il ne les norrit, ne cuide qu’il soient sien jusque tant que il lor voit la plume noire: lors les aime il, et paist diligemment.
- ↑ Il t: manjue.
- ↑ E quando trovano la carogna, manca al t.
- ↑ Il t: et d’enqui endroit manjue le cervele. Il ms. Vis. concorda in tutto con Bono in questo capitolo.
- ↑ Il t: ou porce que il morut es aigues parfondes.