Il Tesoro (Latini)/Libro V/Capitolo XL
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Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
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Caimtolo XL. Del gallo.
Gallo b u!io uccello dimestico, il quale abita e vive ’ con le persone. E per la voce puote Fuoino conoscere qual ora eli’ è di dì e di notte, ed eziandio lo mutamento del tempo; e tutto che la notte canti più alto e più orgoglioso, verso ’l dì canta più chiaro e spesso ^, ed anzi die cominci a cantare batte il suo corpo con l’ali tre volte ^, di che li buoni prendono esemplo, cioè anzi che cominciar a laudare il nome di Dio, sì si dee battere, e colpare de’ suoi peccati, per ciò che ninno ò senza essi.
E quest’ è l’uccello solo, a cui gli uomini cavano i coglioni per far li capponi, che sono molto buoni e sani di state. E le galline non sono migliori * di state che di verno, per ciò ch’elio sono tutte covaticcie, ed intendono più a covare
1) Il r: maint tinjors.
2) Il T; plus cler, et plus soef.
3) Aggfiunto, tre volte, che manca pure nel n)s. Vi.s. col t III foiz. La conclusione del periodo, è prodica di Bono ripetuta nel ms. Vi.s.
4) 11 t: niiels... por mangicr.206 |
loro e di loro piuma, che perdono per cagione di loro, dimagrano elle malamente \ E perciò dee il signore della casa scegliere galline nere e bigie, e schifare le bianche, e le taccate ", e dee dare loro beccare orzo bollito e cotto, per farli ingenerare più avaccio ^. E quando il verno passa, e ’l signore vuole pulcini, egli dee insegnare alla sua famiglia quando debbiano porre l’uova, cioè ch’essi pongano a luna crescente, ed in numero ^ caffo.
Ora si tace il conto ^ di parlare degli uccelli, e di loro natura, per dire alquanto della natura delle bestie,. e diremo prima della natura del leone, che ne è signore ^
1) Il t: et por la dolor d’ eh, se desphiment, et amala-^ discent, et envielliscent movAt durement.
2) E le taccate, clie è pure nel ms. Vis. manca al t.
3) Il t: orge demi cuit, qui les foit engendrer, et ponre ocs gros assez, et largement.
4) Il t agg-iung’e: ce est à dire don novehnc jusq’ au quinzaine jor de la lune. La giunta manca al ms. Vis*
.5) 11 t: li mais très.
(’)) Il t: mis et sires.207 |
Dsl leono. e di sua natura
Leone è appellato secondo la lingua de’ Greci, che vale tanto a dire ’come re, chò il leone e appellato re di tutte le bestie. E però là ov’ egli grida, fuggono tutte le bestie, sì come la morte lo cacciasse; e là ove egli fa cerchio con la coda, nulla bestia non osa poi passare.
E sappiate, che’ leoni sono di tre maniere. L’una maniera son corti, e li velli crespi, e quelli non sono molto fieri ^ E gli altri sono lunghi e grandi, e li velli distesi \ e quelli sono di maravigliosa fierezza. E ’l suo coraggio si può conoscere nel suo piglio ^ e nella coda, e la sua forza è nel petto, e la sua fermezza è nel capo.
E tutto ch’egli sia temuto da tutti animali, niente meno egli teme il gallo bianco, e le grida delle alte voci; il fuoco teme mcdto, ed anche lo
1| Il t: dou lion.
2) Il t: qui tant vaut à dire comme rois en nostre parleure, colle varianti langue, langage.
3) Il t: et son sanz hattaille.
4) Il t: les crins simples.
")) Il t: sont demonstrè par lor froiit.