Il Tesoro (Latini)/Illustrazioni al Libro I/Capitolo XXXII

Illustrazioni al Libro I - Capitolo XXXII

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Illustrazioni al Libro I - Capitolo XXXII
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Capitolo XXXII.


Omero dai Greci fu venerato con sacerdoti ed altari. L’Iliade come libro sacro fu usata a decidere qualche controversia di confini tra le greche città. I Romani ebbero in grandissima stima i poemi di Omero. Brunetto ne apprezza il racconto quale vera storia. Si passò poi all’eccesso contrario.

Secondo Iacopo Tollio ne’ suoi Fortuita, e Parnetti nelle sue Tavole egizie e greche, e Dizionario mitoermetico, l’assedio di Troja non è che una operazione di alchimia. Per essa gli eroi di Troja diventano crogiuoli e lambicchi; i loro conflitti, sono distillazioni e fermentazioni: il campo di battaglia è un laboratorio: la presa della città è l’opus magnum, ossia la sospirata conquista dell’oro alchimico.

Lo storico filosofo Francesco Bianchini, ravvisò nell’impresa di Troja una guerra di commercio, e per lo dominio del Mediterraneo, combattuta dai popoli che ne abitano i lidi. l’Iliade rappresenta gli interessi commerciali di Asia e di Europa sotto l’allegoria di nomi e gare fra gli Dei. Giove è l’etiope Sesostri: Tetide, la lega dell’Arcipelago: Minerva, l’Egitto: Nettuno, l’Asia minore: Giunone, la Siria: Apollo, Babilonia: Diana, la Natolia: Marte, l’Armenia: Mercurio, i Cananei: Vulcano, il principe di Lemno: Venere, l’isola di Cipro. L’Odissea [p. 198 modifica]rappresenta i viaggi commerciali fatti dai vincitori, dopo conchiusa la pace.

Altri negarono perfino l’esistenza di Troja, e pretesero che fosse un mito. Ora leggiamo le maravigliose scoperte fra le sue grandi rovine fatte dal dott. Enrico Schliemann (Philol. Anzeiger, 1872)