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presenta i viaggi commerciali fatti dai vincitori, dopo conchiusa la pace.
Altri negarono perfino l’esistenza di Troja, e pretesero che fosse un mito. Ora leggiamo le maravigliose scoperte fra le sue grandi rovine fatte dal dott. Enrico Schliemann (Philol. Anzeiger, 1872)
Capitolo XXXIII.
Il ms. Farsetti, aggiunge a questo capitolo il brano che segue:
»Ma come che la cosa fosse, egli andò tanto per mare col suo figliuolo (per errore, co’ suoi figliuoli), e colla sua gente, ch’elli arrivarono nel reame di Cartania. E quando la reina del reame il vide, immantenente fu presa di lui, imperocchè egli era bellissimo e gentile di suo corpo, e con molti belli costumi, e con bella compagnia di gente. La detta reina dalla sua parte il fece richiedere, e che ’l volea per isposo, che non lo aveva, e che lo farebbe re e signore di tutto il reame. Ed Enea vedendo che non potea più, sì le diede a ciò intenzione, e alla fine si partì notte notte per andare, imperciocchè savii l’avevano consigliato che non prendesse moglie, e che non si ponesse a dimorare in nessuna parte, se non colà dove trovassono taglieri di pane: e ciò vedeano per istrolomia, e per punto di compasso.