Il Parlamento del Regno d'Italia/Giustiniano Nicolucci
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deputato.
In Isola presso Sora, nella provincia di Terra di Lavoro, nacque nel 1819 da civile ed agiata famiglia il Nicolucci, il quale fece i suoi studi letterarî nel collegio Tulliano di Arpino, di dove si recò in Napoli, ad apprendervi filosofia sotto quel famoso professore che fu il Galluppi nel 1836, studiando poscia medicina e scienza naturali, sotto i più abili insegnanti di quella illustre città.
Il Nicolucci era appena ventenne, quando l’Accademia delle scienze lo aggregava nel 1841 nel numero dei suoi soci corrispondenti.
Tre anni dopo il professore Rancaglia riputatissimo tra i medici napoletani, se lo associava per l’insegnamento della fisiologia nel suo studio privato, incarico nel quale continuò per ben due anni. Gli studi del giovane scienziato da esso continuati col più lodevole fervore gli meritavano nel 1845 dall’accademia medico chirurgica di Bologna la decretazione di una medaglia d’incoraggiamento.
Gli avvenimenti politici del 1848, lo trovarono di sposto a favorire i moti liberali del proprio paese, е questa sua cooperazione gli valse la persecuzione dei Borboni, la quale non cessò che colla caduta di quella dinastia. Messo nella categoria dei, così detti attendibili della sua provincia, fu minacciato diverse volte dal carcere, e se riusci a scampare dall’essere imprigionato, ne andò debitore soltanto alla riconoscenza di quelle autorità cui egli era stato largo di consigli e di ajuti nell’esercizio della sua professione.
Nel 1862 dopo replicate istanze, ottenne un passaporto per Roma e la Toscana, ove recossi per dar termine ad alcuni importanti suoi lavori scientifici. Rimase assente per circa tre mesi, ma al suo ritorno le vigilanze di questa polizia raddoppiarono, e gli fu interdetto persino di vedere e visitare quelli tra i suoi parenti ed amici che erano in voce di liberali.
Sorto il 1860, nell’Italia meridionale il sole della libertà, il Nicolucci fu tra i primi a salutarlo, ed egli ed altri suoi amici, pieni come lui di coraggio e di patriottismo, proclamarono nel circondario di Sora il Governo provvisorio in nome di Vittorio Emanuele re d’Italia, sotto la dittatura del generale Garibaldi.
Quella proclamazione fatta in paese ove tutt’ora si reggeva la dominazione borbonica, richiamò il rigore di quel Governo contro i ribelli, e fu dato ordine che venissero imprigionati, e condotti al forte di Gaeta.
Ma prevenuti in tempo del progettato arresto il Nicolucci ed i suoi generosi complici, ripararono in Napoli, ove la loro presenza, fu utilissima per le successive peripezie accadute in quella porzione di provincia di Terra di Lavoro, che rimase in potere dei Borboni fino alla resa di Capua.
Non appena il Governo nazionale fu definitivamente installato nella metropoli napoletana, il dottor Nico lucci, era nominato professore di anatomia comparata.
Ma poco tempo egli conservava l’onorevolissimo incarico, nel quale gli sarebbe stato concesso riuscire di grandissima utilità al paese ed alla gioventù studiosa, dacchè egli credette doverne dimettersi per accettare il mandato di deputato che gli era offerto dal collegio elettorale di Pontecorvo.
Il Nicolucci è socio ordinario dell’Accademia della scienza di Napoli, e corrispondente di quasi tutte le accademie scientifiche d’Italia, è socio onorario del l’Ethnological Society of London, e socio straniero della Società di antropologia di Parigi.
Egli ha pubblicato diversi ed importanti lavori riflettenti tutti la medicina e le scienze affini, ma dal 1857 in poi, si è più particolarmente occupato di etnologia, e di antropologia, pubblicando un’opera in due volumi e quarantasei tavole sulle razze umane, e posteriormente buon numero di memorie di argomento antropologico, che hanno veduto la luce in periodici nazionali e stranieri.