Il Parlamento del Regno d'Italia/Gabriele Maza
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deputato.
Nato in Napoli da nobili genitori il 27 marzo 1797, studiò nel collegio dei Cinesi dapprima, quindi in quello di Maddaloni, apprendendo poscia legge presso il professore Loreto Abruzzese. Fatte pratiche, per essere avvocato, sotto insigni maestri, intraprese con successo la carriera del foro presso il tribunale di provincia di Terra di Lavoro residente in santa Maria di Capua, e dopo aver ottenute nel breve spazio di due mesi sei assoluzioni da pena capitale, per volere sovrano gli fu aperta una carica nella magistratura. L’età giovanile tuttavia del nostro protagonista fece ch’ei non potesse venir nominato che giudice, con promessa tuttavia di pronto avanzamento.
Entrato, malgrado il favore di cui gli era largo il governo, nella società dei carbonari, prese parte ai movimenti rivoluzionari del 1820. Nel 1848 fu membro delle due Camere elettive, ed allo scioglimento dell’ultima avvenuta nel marzo 1849, notato pel suo contegno patriotico e le proposte liberali da esso fatte in seno all’assemblea, dalla camarilla borbonica, venne inscritto sul libro nero, quindi, avviluppato in uno de’ numerosi processi falsi che si intentarono ai buoni patrioti in quell’epoca a Napoli per isbarazzarsi di essi o colla prigione o coll’esilio, credè miglior partito rifugiarsi sovra un legno francese ed emigrare in Piemonte, ove visse dal 1849 fino a tutto il 1860. È bene notare che la gran Corte Criminale di Napoli lo aveva condannato a venticinque anni di ferri.
Nell’esilio occupossi attivamente di studî d’economia politica. Tornato in Napoli, si ritirò in seno alla propria famiglia, ove lo venne a cercare il voto del collegio di Aversa che lo elesse a gran maggioranza suo deputato al Parlamento Italiano.