Il Parlamento del Regno d'Italia/Enrico Falconcini
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deputato.
È nato il 31 agosto del 1824 in Pescia dal cavalier Giovanni, già auditore di governo in Livorno e presidente poscia della ruota criminale fiorentina, e da Luisa del senatore Andrea Frediani di Lucca, discendente da antichissima famiglia patrizia volterrana e fiorentina.
Educato nel convitto di S. Cerbone, istituito e diretto dal celebre abate Lambruschini, studiò legge all’università di Pisa, ove si laureò, facendosi quindi ricevere avvocato.
La vita politica del cav. Falconcini si può dire incominciasse realmente nel 1858, nel quale anno egli prese a scrivere in giornali piemontesi, corrispondendo coll’Indipendente e l’Opinione, onde promuovere la grand’opera dell’unificazione d’Italia sotto lo scettro di re Vittorio Emanuele.
Non vi fu poi sottoscrizione nazionale di cui egli non si mettesse a capo, o non favorisse con tutte le sue forze, sebbene vivesse colla sua consorte, figlia a quel buon patriota che è il marchese Lorenzo Pareto di Genova, ritirato in una sua fattoria, onde scansare da prima il contatto austriaco, in Firenze, e onde non esser costretto a frequentare in veruna guisa le persone devote al governo granducale, alcune delle quali erano naturalmente affini di sua famiglia.
Caduta la casa di Lorena dal trono toscano, il barone Ricasoli nominò il Falconcini a direttore dell’importante amministrazione delle regie terme di Montecatini, quindi il collegio di Borgo-a-Buggiano il nominò deputato all’assemblea toscana, in seno a cui si adoperò caldamente a promuovere ed affrettare la fusione col Piemonte. — Compiuta l’annessione dell’Italia centrale, lo stesso collegio lo elesse a suo rappresentante al Parlamento nazionale che quasi subito dopo fu sciolto.
Nell’ottobre del 1860 cominciò una pubblicazione periodica intitolata: «Rivista dei comuni italiani» collo scopo di promuovere e dirigere lo sviluppo delle libertà in Italia, pubblicazione che venne accolta con non poco favore dalla stampa, ed ottenne elogi e corrispondenze da molti municipî italiani.