Il Libro dei Re - Volume I/Introduzione/V

Introduzione - V. - Creazione del sole e della luna

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V. Creazione del sole e della luna.

(Ed. Calc. p. 4-5).


Nella vôlta del cielo astro s’aggira,
Luce dell’alme, da cui prende il giorno
Luce e calor. Dall’oriente ei leva
Ogni mattina radïante il capo,
235E scudo sembra tutto d’or; riveste
La terra tutta d’un manto di rai,
E questo mondo, in pria sì tetro e oscuro,
S’abbella e adorna di sua viva luce.
Ma allor che d’orïente ad occidente
240Ratto si volge, mostrasi la bruna
Notte con gli astri d’orïente al varco;
Nè l’uno all’altra toglie il passo, e via
Non è più dritta di cotesta. — Oh! dunque,
O tu che Sol ti chiami, oh! che t’avvenne.
245Onde sul capo mio non splendi mai?
     Una facella ha pur la notte ombrosa
(Tu, figlio mio, fin che hai poter, non volgere
Ad opre ingiuste mai!). Quando di trenta
Giorni già tocca il fin questa notturna
250E vagante facella, il suo pudico
Volto nasconde a noi per due congiunte
Notti e due giorni. Alfin si mostra, e pallida
E sottile ne appar, qua] d’infelice
È incurvo il dorso per amor gagliardo
255Che il tormenta e consuma. Appena il nostro
Occhio veder la può lontan lontano

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Sull’orizzonte, essa sparisce a un tratto.
Ma la notte che segue, essa d’alquanto
Più e più si mostra e manda a te dall’alto
260Luce maggior. Di sette giorni e sette
Nel breve spazio, ritornando quale
Era già in pria, si fa perfetta e piena.
Ma poi più esil si fa, di notte in notte,
E s’avvicina al sol, che la dardeggia
265Con la sua luce. — Cotal legge Iddio
Da principio le impose; essa in tal norma,
Fin che il mondo sarà, costante resta.