Il Dio marito de la Dea più bella
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Questo testo fa parte della raccolta Odi di Anacreonte
SOPRA LE SAETTE D’AMORE
Il Dio marito de la Dea più bella
Ne’ cammini limnei
Fabbricava le ferree quadrella
A quel Signor, che impiaga uomini e Dei:
Or questa freccia or quella
Vener tingea di mele,
E l’empio Amor vi mescolava il fele.
Marte tornando allor dall’aspra pugna,
Scuotendo la pesante asta crudele,
Mira quell’opra e ride. Amore impugna
Un de’ strali dicendo: oh questo parmi
Telo grave pur tanto! Il Dio dell’armi,
Mentre la Dea maligna
In disparte sogghigna,
Lo strale in man si piglia,
Ma per gran doglia acerba
Grida: fanciullo, il tuo dardo ripiglia;
E Amor: non è più mio, per te lo serba.
C.