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78 ODI

     Vener tingea di mele,
     E l’empio Amor vi mescolava il fele.
     Marte tornando allor dall’aspra pugna,
     Scuotendo la pesante asta crudele,
     Mira quell’opra e ride. Amore impugna
     Un de’ strali dicendo: oh questo parmi
     Telo grave pur tanto! Il Dio dell’armi,
     Mentre la Dea maligna
     In disparte sogghigna,
     Lo strale in man si piglia,
     Ma per gran doglia acerba
     Grida: fanciullo, il tuo dardo ripiglia;
     E Amor: non è più mio, per te lo serba.

C.


SOPRA AMORE


L’amare e ’l non amare è dura cosa;
     Ma tal che ogni altra avanza
     Dura cosa è l’amar senza speranza.
     Gentilezza, virtù, senno, valore
     Tutto dispregia Amore,
     Che l’auro solo estima;
     Maledetto colui che l’auro in prima
     Desiderò: per quello
     D’amico, di fratello,
     Di padre a l’uom non cale;
     Per quello aspre discordie, e sangue, e pianti;
     Per quello (ahi peggior male!)
     Muore la speme de’ veraci amanti.

M.