Il Conte Rosso/Atto terzo/Scena terza

Atto terzo

Scena terza

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Bona, Challant, e detti.


Bona

accorrendo.

Quai grida!
Challant

accorrendo.

Che avvenne?
Granvilla
Mastro Luca mi oltraggia.
Luca
Ser Granvilla
Mi offende.
Bona
Uno alla volta. La cagione
Della contesa?
Granvilla
Egli...
Luca
Io volea...
Bona
Vi ho detto
Uno alla volta...

a Luca.

Parla.
Luca
Egli pretende
Trarmi a consulto pel Conte.
Granvilla
E ricusa.
Challant
Neghi servizio al tuo Sire?
Granvilla
Io son certo
Che un ordin della nostra graziosa
Contessa l'indurrebbe.
Bona

a Luca.

Accondiscendi
Al consulto.
Granvilla
Madonna, vi ringrazio.
Bona
Non ti parlo, Granvilla. Ti conosco
Per dappoco... Se il Conte in me s'affida
Ti dà lo sfratto per sempre.
Challant
Voi stessa
Nol chiamaste in Ripaglia?
Bona
Fu consiglio
Di mio fratello il Duca di Borbone.
Ma feci in me penoso esperimento
Del suo poco sapere.

Granvilla fa per parlare.

Abbindolarmi
Non cercar con parole; e assai ti basti
Se di mia sola autorità non compio
Quanto invan prego dal figlio.

A Challant.

Vedeste
Il Conte?
Challant
Sì.
Bona
Che nuove?
Challant
Egli s'allieta
Che da otto giorni il violento accesso
Più non lo colse, e si chiama guarito.
Ma la sua pallidezza pertinace
Mi sgomenta.
Bona
Oh, mio Dio!
Challant
Verrà fra poco
A ricever l'omaggio dei vassalli
Che da tempo non vede, e già vagheggia
In sua fidanza giovanil di porsi
A nuove imprese.
Bona
Indubitabil segno
Di pronto risanare.
Challant
Io lo vorrei
Scorato invece, che più cauto intende
Al riparo il timor che la fidanza.
Egli allenta le cure.
Bona
Eppur richiese
Mastro Luca a consulto.
Challant
Io vel costrinsi.
Bona
Voi, messer conte? Il materno mio core
Ve ne dà vive grazie. Dubitate
Voi pur di ser Granvilla?
Challant
Io figgo il guardo
Forse troppo lontan.
Bona
Non l'ho per tristo,
Ma certo per inetto.
Challant
Per inetto
Fisico il mal non nasce, al più non scema.
Bona
Oh, che pensiero è il vostro?
Challant
Concedete
Ch'io torni al Conte. Mastro Luca...
Luca
Almeno
Date che venga solo; non vo' pormi
Con tal messere.
Bona
Niun, credo, sospetta
Ch'io parteggi per lui, ma non comprendo
Questa tua riluttanza. Errò la cura?
E tu al meglio provvedi; ma è suo dritto
Chiarirtene gl'intenti...
Luca
Ed affogarmi
In un mar di parole, e quando intorno
Mormora sorda una tremenda accusa,
Così avvincermi a sé ch'io pur mi tinga
Della sua pece.
Bona
Che accusa? Rispondi.
Che l'ultima io mi sia della mia Casa
A saperne i secreti?
Luca
E pur già corre
Per le bocche di tutti... io non ardisco
Pur di parlarne.
Bona

verso il Granvilla.

Maledetta l'ora
Del tuo primo venir! Che l'inscienza
Ti si volge a perfidia e involontario
Il vero danno col supposto accresci.

A Luca e a Challant.

Ben v'indovino. A noi, nati al comando,
Fin la sventura è più sinistra, e quasi
Governassimo noi l'eterna legge
Che misura lo vite, ognor maligno
Al nostro capezzal siede il sospetto;
E quanto appar nell'infimo vassallo
Opera di natura, in noi diventa
Frutto d'immaginarie arti nemiche,
Sì che del morbo il minor danno è morte
E ci facciam malefici morendo.
Non più verbo di ciò. Pregate il cielo
Che nel materno lacerato core
Il dubbio non germogli, o guai per tutti.
Che propizio terreno a tal semenza
È l'angoscia in cui vivo. S'io comincio
A sospettar, né io né voi sapete
Dove m'arresto.

A Granvilla.

Tu primo, ma teco
Quanti furon più cari al cor del figlio
E n'ebbero il governo, a dispiccarti
Non seppero da lui quando io, presaga,
Pur lo chiedeva; né potrìa salvarli
Il ricco censo, il grado o la corona
Comital!
Challant
Che?
Bona
Challant, non ti ho nomato.
Challant

a Luca.

Andiam, maestro.

Esce con Luca.


Appena uscito Challant, Bona si assicura di esser sola col Granvilla, e poi gli si accosta rapidissimamente.

Bona

a Granvilla.

Partirai stasera.

Granvilla, che è volto verso la porta d'entrata, vede Challant che torna.

Granvilla
Oh!
Bona

si volge rabbrividendo.

Che?... Che vuoi?
Challant
Madonna, il Conte!