Il Conte Rosso/Atto terzo/Scena quarta

Atto terzo

Scena quarta

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Amedeo, Bona, Challant, Granvilla.


Amedeo
Vengano
I miei buoni Vassalli.

a Bona.

Discacciate
Ogni paura, madre, io son guarito.
Or ora aprii le finestre, e la fredda
Brezza autunnal, nociva agli egri, venne
A ingagliardirmi i battiti del core:
E provai tale intenso desiderio
Dei campi, che mi fu segno e certezza
Di salute. Mi reggo senza appoggio
Di bastone, guardate, e ad una ad una
Sento tornar le care forze, dolce
Conoscenza che il mal solo rivela;
E novero così di che diversi
Vigori si componga il corpo sano,
E quasi mi compiaccio del passato
Morbo che tanta ineffabil coscienza
Di vita mi fruttò. Dite a mia moglie
Che venga anch'essa, voglio aver d'attorno
Tutti i miei cari.
Bona
Non v'affaticate
Con soverchie parole.
Amedeo
Oh, sono forte!
M'avete dato un ricco sangue, madre,
Ed una tempra d'acciaio. Io sostenni
Tanto di mal che ogn'altro ne sarebbe
Morto due volte. Voi siete fiorente
Di salute e mio padre era il più saldo
Uom di cristianità. Questo fu il vero
Farmaco mio: l'esser nato di voi.
Challant

dal fondo.

Ecco i baroni.
Bona
Vi chieggo licenza
Di ritrarmi, bel sire; non ho mente
Ai lor discorsi. Io voglio darmi tutta
Alla gioia del figlio risanato.
Amedeo
Grazie, madre.

Bona esce; Challant la segue con gli occhi; ella gli passa fieramente dinanzi.

Amedeo

a Challant.

Challant, partì commossa...
Sono pure il suo figlio! Come tutto
S'allieta a chi risana! Io vidi Bona
Quasi pianger di gioia!

Challant tradisce un involontario sospetto.

Che pensiero
T'è passato negli occhi?