Il Conte Rosso/Atto terzo/Scena quarta
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Giuseppe Giacosa - Il Conte Rosso (1880)
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Amedeo, Bona, Challant, Granvilla.
- Amedeo
- Vengano
- I miei buoni Vassalli.
a Bona.
- Discacciate
- Ogni paura, madre, io son guarito.
- Or ora aprii le finestre, e la fredda
- Brezza autunnal, nociva agli egri, venne
- A ingagliardirmi i battiti del core:
- E provai tale intenso desiderio
- Dei campi, che mi fu segno e certezza
- Di salute. Mi reggo senza appoggio
- Di bastone, guardate, e ad una ad una
- Sento tornar le care forze, dolce
- Conoscenza che il mal solo rivela;
- E novero così di che diversi
- Vigori si componga il corpo sano,
- E quasi mi compiaccio del passato
- Morbo che tanta ineffabil coscienza
- Di vita mi fruttò. Dite a mia moglie
- Che venga anch'essa, voglio aver d'attorno
- Tutti i miei cari.
- Bona
- Non v'affaticate
- Con soverchie parole.
- Amedeo
- Oh, sono forte!
- M'avete dato un ricco sangue, madre,
- Ed una tempra d'acciaio. Io sostenni
- Tanto di mal che ogn'altro ne sarebbe
- Morto due volte. Voi siete fiorente
- Di salute e mio padre era il più saldo
- Uom di cristianità. Questo fu il vero
- Farmaco mio: l'esser nato di voi.
- Challant
dal fondo.
- Ecco i baroni.
- Bona
- Vi chieggo licenza
- Di ritrarmi, bel sire; non ho mente
- Ai lor discorsi. Io voglio darmi tutta
- Alla gioia del figlio risanato.
- Amedeo
- Grazie, madre.
Bona esce; Challant la segue con gli occhi; ella gli passa fieramente dinanzi.
- Amedeo
a Challant.
- Challant, partì commossa...
- Sono pure il suo figlio! Come tutto
- S'allieta a chi risana! Io vidi Bona
- Quasi pianger di gioia!
Challant tradisce un involontario sospetto.
- Che pensiero
- T'è passato negli occhi?