Il Conte Rosso/Atto secondo/Scena terza
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Giuseppe Giacosa - Il Conte Rosso (1880)
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Amedeo, Challant.
- Amedeo
- Quel villano ha più core che un barone.
- Tu l'uccidevi, s'io non ero... e avrebbe
- Recato seco il suo torto giudizio.
- Meglio che viva e si ricreda. Eppure
- Le nostre donne han poca fama.
- Challant
- Sono
- Pronti al sospetto, i villani.
- Amedeo
- Ei credea
- Di parlar teco, Ilario. Oh non turbarti!
- Il periglio svanito è una chimera.
- Il fatto solo esiste al mondo. E poi
- Oggi mi ride nel core la gioia
- Della mèta vicina, e son fidente
- Al pari di un fanciullo. La mia bruna
- Monacale Ripaglia è lungi, e gli anni
- Giovanili mi squillano all'orecchio
- Festose note di cacce e tornei.
- Dal giorno di Borburga io più non vidi
- Così limpido cielo.
- Challant
- Io sarò lieto
- Domani.
- Amedeo
- Lascia le paure. Il dubbio
- Si genera nell'ombra e a noi risplende
- Il sol di Maggio. Oh veramente questo
- Bel Canavese è una terra d'incanti!
- Estrema balza dell'Alpi, preludia
- Con degni accordi al magico concento
- Dell'itale bellezze, e non ha voce
- Che non sia di tripudio e di speranza.
- Qui il sole innamorato indugia in lunghi
- Crepuscoli l'occaso, e impaziente,
- Quand'è ancor negro il pian, le immacolate
- Cime col mattinal bacio saluta.
- Vo' far di questa terra un paradiso
- Dove l'ordin civile e la nativa
- Beltà concordi fioriscano. Io sento
- Che tutto posso, osando, ed ogni cosa
- Mi segue a norma del voler. Ci parve
- Ardua impresa raccogliere i baroni,
- E si raccolgon per se stessi. Inerme
- Contr'essi armati, temetti scemato
- Il sovrano potere, ed essi inermi
- Convengon qui dove armato li attendo
- E mi fornisce l'armi quell'impronto
- Fanciul, per poco non onta e rovina
- Della mia causa. Avessi il talismano
- Che avvera ogni desìo, non potrei farmi
- Più docili gli eventi.
- Challant
- E ci sta intorno
- Tanto squallore! Or ora entrai le stanze
- A terreno. Che aspetto desolato!
- Pendono ai muri a brandelli i tappeti;
- I mobili, sconnessi e scassinati,
- Coi frantumi del gaio vasellame
- Ingombrano la stanza ove si levano
- Come un'onda agitata le divelte
- Assi del pavimento; e dappertutto
- Osceni motti e segni ed immondezze
- Pan vile insulto alla vinta dimora.
- Amedeo
- Inatteso spettacolo ai tornanti
- Baroni. Appena discacciato il sire
- Ben cerc âr nuove imprese i rivoltosi
- Lasciando intatta la rocca; le genti
- Baronali ben serrano in val d'Orco
- La temuta ciurmaglia; ma i baroni
- Non contaron le donne ed i fanciulli.
- Dove or terranno congrèga?
- Challant
- Ridete?
- Ridete?
- Amedeo
- Imparo la vita. Se un giorno
- Mi piegassi a tiranno, ecco un ricordo
- Da fiaccarmi l'ardire.
- Challant
- E se la furia
- Popolar vi soverchia, e l'attizzato
- Incendio in voi si volge?
- Amedeo
- Io non attizzo
- Ma governo l'incendio.