Il Catilinario/XXXIII
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Traduzione dal latino di Bartolomeo da San Concordio (XIV secolo)
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CAPITOLO XXXIII.
Come Cicerone fece richiedere e convincere li congiurati.
Adunque fermò in sè consiglio, e comandò che venissouo dinanzi da lui Lentulo, Cetego, Statilio, Gabinio, e ancora Cepario terracinese, il quale s’apparecchiava d’andare in Puglia per concitare li servi a far battaglia. Tutti vennono senza dimoranza, eccetto Cepario, il quale poco innanzi, avendo saputo il fatto, s’era partito e fuggito di Roma. Il consolo, tenendo Lentulo per mano, perocchè era pretore, sel menò in senato (a1): tutti gli altri fece venire Cicerone con guardia nella casa della Concordia2, e chiamò e ragunò gli senatori, de’ quali vi venne grande moltitudine. Allora fece venire Vulturzio con gli ambasciadori, e fece recare a Fiacco pretore il bossolo3, con le lettere le quali avea tolte. Vulturzio, addomandato4 di quel viaggio e delle lettere, e che intendimento o che cagione avesse avuta, prima cominciò a componere parole5 e infignere altre cose e diffignere della congiurazione. Ma, poichè gli fu promesso per pubblica fede che egli non avrebbe niuno male, ogni cosa com’era suta e fatta manifestò e aperse; e disse come pochi dì innanzi
- egli era stato chiamato a compagnia da Gabinio e da Cepario: altro non sapea se non quello che gli ambasciadori: tanto avea usato d’udire da Gabinio6, che Publio Autronio e Servio Silla e Lucio Vargonteo e molti altri erano in quella congiurazione. Questo medesimo confessavano gli Franceschi e diceano: e contro Lentulo, il quale prima diffingea questa cosa, dissono che non solamente per le sue lettere, ma ancora per le parole sue si manifestava ciò: perchè egli solea dire ch’avea trovato ne’ libri di Sibilla come della casa de’ Cornelii doveano essere tre signori di Roma; e innanzi a lui erano stati Cinna e Silla, e egli era il terzo, a cui era fatato e preveduto7 che dovea la signoria avere. Anche dicea che, poichè fu arso Campidoglio, quello era lo ventesimo anno, del quale per molti segni aveano dato risponsi8 li savii indovinatori che dovea essere molto spargimento di sangue per la battaglia della città infra sè medesima.
Note
- ↑ (E dessi qui intendere che pretore era officio de’ principali giudici, li quali giudicavano delle maggiori cose, e aveano potestà di fare decreti e statuti: di questi era Lentulo.)
- ↑ casa della Concordia) Qui pare che il traduttore avesse dovuto dire il tempio della Concordia.
- ↑ bossolo qui sta per vase o studiolo atto a conservarvi checchessia.
- ↑ addomandato, cioè interrogato, richiesto.
- ↑ prima cominciò a componere parole) Componere, che oggi va scritto e pronunziato comporre, qui sta per fingere. Così nelle Vite de’ SS. Padri: Componendo quella sua cagione molto pietosa e maliziosa, e dicendola nel suo parlare, ec.
- ↑ tanto avea usato d’udire da Gabinio) Qui dovrebbe dire era usato d’udire; ma i codici tacciono, e non abbiamo osato di niente mutare. Tanto sta qui per solamente, alla latina.
- ↑ a cui era fatato e preveduto ec.) Fatare vale destinare, dare in fato.
- ↑ per molti segni aveano dati risponsi ec.) Risponso val propriamente risposta, ed in questo senso è voce antica: ma, parlandosi d’oracoli, come in questo luogo, può anche oggi adoperarsi per risposta dell’oracolo; nel qual sentimento dicesi meglio responso.
amico: ma notino per altro i giovani che oggi non si vuol punto adoperare a questo modo, essendo in questa significazione antiquato.