Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CXXXIV - Che giova star assente
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CXXXIV.
Nuove peregrinazioni del poeta. Anche di lontano gli occhi della Mencia gli incendiano il cuore.
Ballata.
Che giova star assente
Da’ bei vostr’occhi, Donna, se ’l bel fuoco
Di quei m’incende e sfammi in ogni loco?
Poichè la cruda e fiera dipartita
5Da Voi lontan mi tiene,
Altro non è che morte il viver mio.
Perchè Amor vuol, che ’l cor di duol si svene,
E morte la mia vita
Finisca in tutto. Ahi stato duro e rio!
10Lunge da Voi mor’io,
Se poi vi son presente sì m’infuoco,
12Ch’ardendo i’ moro a poco, a poco, a poco.
Note
V. 3. Sfammi, mi sfa, mi distrugge.
V. 7. Si svene, svenga, venga meno.
V. 12. Ripetizione che dà bene il senso del suo lento morire, per il fuoco che lo strugge. Richiama per la struttura e per il suono il noto verso petrarchesco: e «I’ vo gridando: Pace, pace, pace», Canzoniere, CXXVIII, v. 122.