Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CVII - Rose vermiglie nate sulla neve

CVII - Rose vermiglie nate sulla neve

../CVI - Dal piú leggiadro e amorosetto viso ../CVIII - Cieco mi trovo, e veggio in ogni loco IncludiIntestazione 27 febbraio 2024 100% Poesie

CVII - Rose vermiglie nate sulla neve
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CVII.

Profilo delle bellezze fisiche della Mencia dal quale possiamo raffigurarci vagamente — specie per la prima terzina — quanta fosse l’avvenenza di lei: anche sfrondando le amplificazioni liriche, resta pur sempre probabile che la donna avesse almeno in embrione parecchie delle doti attribuitele.


Rose vermiglie, nate sulla neve,
     Chiome d’or terso inanellate e sparte,
     L’arcate e nere ciglia a parte a parte,
     4Duo lumi, onde ’l suo lume ’l sol riceve;
Il parlar saggio, or schivo, or dolce, or greve,
     Ch’ogni basso desir da me diparte;
     Le labbra, che natura, non fint’arte,
     8Di schietto avorio imperla in minio breve;
Una colonna d’alabastro puro,
     Che dritta sta sulle marmoree spalle
     11Col caro peso della vaga testa;

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Son la cagion, che per diritto calle
     Al ciel men volo, e ’l mondo più non curo:
     14Sì mi governa bella Donna e onesta.

Note

V. 6. Basso desir, diparte, allontana da me. In questo è il lato spirituale di quest’amore che nobilita l’amatore, come già più volte si vide.

V. 11. Plastica tutta la terzina; verso quest’ultimo tra i più delicati e belli del Bandello.

V. 12. Diritto calle, nota frase e imagine dantesca.

V. 13. Al ciel men volo: l’amore per la Mencia è dunque inteso come spirituale elevazione.

V. 14. Governa, regge, guida; cfr. «Ma se donna del Ciel ti muove e regge», Purg., I, v. 89.