Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CLXXXV - Dunque qual cera al fuoco
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CLXXXV.
Esalta la propria fede d’amore.
Ballata.
Dunque qual cera al fuoco
L’alta mia spene consumar si vede,
E vano è il desiar d’aver mercede?
Divengan tutti i miei pensier di ghiaccio
5E vada ogni desir qual polve al vento,
Nè grato il mio servir mai veggia farsi,
In sì bel luogo ed alto il cor i’ sento
E con sì stretto nodo quell’allaccio,
Che non potrà per modo alcun slegarsi.
10Il fuoco mai scemarsi
Già non vedrassi perchè la mia fede
12E l’altre tutte, e poi se stessa, eccede.
Note
V. 4. Divengan, intendi: se anche ogni mio desiderio dovrà rimanere inappagato, e la mia servitù alla Mencia non sarà apprezzata, non per questo la mia fede verrà meno.
V. 12. Eccede, la mia fede tutte le altre fedi, e supera perfino se stessa.