Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CLXXII - Di Semele figliuolo e del gran Giove

CLXXII - Di Semele figliuolo e del gran Giove

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CLXXII - Di Semele figliuolo e del gran Giove
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CLXXII.

Sonetto mitologico, edito da O. Napione, ediz. cit., p. 298. Delio, cultore di viti, canta e offre a Bacco doni votivi.


Di Semele figliuolo, e del gran Giove,
     For dell’uso comune in vita dato,
     Dal mondo riverito ed adorato
     4Per le divine, e inusitate prove:
Se queste viti generose e nove,
     Che di mia mano, o Dio, t’ho consacrato,
     Conservi sì che ’l frutto desiato,
     8Si colga e lungo tempo a tutti giove;
Ogn’anno un capro con le corna d’oro
     D’edra adornato col bel tirso avrai,
     11E ’l tutto asperso d’odorati vini.
Così cantava sotto un verde alloro
     Delio cultor di viti, allor ch’i rai
     14Comincia Febo al Gange aver vicini.

Note

V. 1. Di Semele e di Giove, figlio. Bacco.

V. 2. For dell’uso comuneìì, accenna a quella che è anche detta la doppia nascita di Bacco, per il fatto che, morta Semele, il figlio ancor non nato fu dal padre Giove posto, e tenuto per un certo tempo, in una coscia, e compiuta così la gestazione, finalmente dato in luce.

V. 9. Corna d’oro, e Avrai un capro ed un tirso ricinto d’edera». Il Petrarca ha la visione di una candida cerva sopra l’erba «verde con duo corna d’oro» (Canz., CXC, vv. 1-2) che vede «a l’ombra d’un alloro». Qui Delio canta «sotto un verde alloro». [p. 238 modifica]

V. 10. Tirso. Nelle feste dionisiache, dette piccole dionisiache, feste rurali in onore di Dionisio, o Bacco, che si svolgevano sul finir di novembre o in principio di dicembre, si faceva una processione col sacrificio di un capro. Lo stuolo delle donne e dei fanciulli agitava fiaccole e tirsi, aste con la punta ricinta d’edera o di pampani.

V. 14. Febo al Gange e cioè in Oriente. Cantava allo spuntar del sole.