I quattro libri dell'architettura (1790)/Libro I - XVII
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CAPITOLO XVII.
Dell’Ordine Corintio.
Sotto le colonne Corintie si farà il Piedistallo alto il quarto dell’altezza della colonna, e si dividerà in otto parti: una si darà alla Cimasa, due alla sua Base e cinque resteranno al Dado. La Base si dividerà in tre parti: due si daranno al Zoccolo e una alla Cornice. La base delle colonne è l’Attica; ma in questo è diversa da quella, che si pone all’ordine Dorico, che lo sporto è la quinta parte del diametro della colonna. Si può anche in qualche altra parte variare, come si vede nel disegno, ove è segnata anche la imposta degli Archi, la quale è alta la metà di più di quel che è grosso il membretto, cioè il pilastro che sostiene l’Arco.
A Vivo della colonna. B Cimbia, o Tondino della colonna. C Bastone superiore. D Cavetto con gli Astragali. E Bastone inferiore. F Orlo della Base attaccato alla Cimasa del Piedistallo.
G Cimasa. ) del Piedistallo. H Dado. ) I Cornice della Base. ) K Orlo della Base. )
Il Capitello Corintio dee essere alto quanto è grossa la colonna da basso, e di più la sesta parte, la quale si dà all’Abaco: il resto si divide in tre parti uguali. La prima si dà alla prima Foglia, la seconda alla seconda e la terza di nuovo si divide in due e dalla parte prossima all’Abaco si fanno i Caulicoli con le Foglie, che par che gli sostengano, dalle quali essi nascono: e però il fusto d’onde escono si farà grosso, ed essi nei loro avvolgimenti si andranno a poco a poco assottigliando e piglieremo in ciò l’esempio delle piante, le quali sono più grosse dove nascono, che dove finiscono. La Campana, cioè il vivo del Capitello sotto le Foglie deve andare al diritto del fondo de’ canali delle colonne. A far l’Abaco c’abbia conveniente sporto, si forma un quadrato, ciascun lato del quale sia un modulo e mezzo: e si tirano in quello le linee diagonali, e dove s’intersecano, che sarà nel mezzo, si pone il piede immobile del compasso, e verso ciascun angolo del quadrato si segna un modulo; e dove saranno i punti si tirano le linee, che s’intersechino ad angoli retti con le dette diagonali e che tocchino i lati del quadrato: e queste saranno il termine dello sporto e quanto saranno lunghe, tanto sarà la larghezza delle corna dell’Abaco. La curvatura, ovvero scemità, si farà allungando un filo dall’un corno all’altro e pigliando il punto, onde viene a formarsi un triangolo, la cui Base è la scemità. Si tira poi una linea dall’estremità di dette corna, all’estremità dell’Astragalo, ovvero Tondino della colonna e si fa che le lingue delle foglie la tocchino, ovvero avanzino alquanto più in fora e questo è il loro sporto. La Rosa deve esser larga la quarta parte del diametro della colonna da piedi. L’Architrave, il Fregio e la Cornice (come ho detto) sono il quinto dell’altezza della colonna, e si divide il tutto in parti dodici, come nel Jonico; ma in questo vi è differenza, che la Cornice si divide in otto parti e mezza: d’una si fa l’Intavolato, dell’altra il Dentello, della terza l’Ovolo, della quarta e quinta il Modiglione e delle altre tre e mezza la Corona e la Gola. Ha la Cornice tanto di sporto, quanto è alta. Le casse delle Rose, che vanno tra i Modiglioni, vogliono esser quadre, ed i modiglioni grossi per la metà del campo di dette Rose. I membri di quest’ordine non sono stati contrassegnati con lettere, come dei passati, perchè da quelli si possono questi facilmente conoscere.