I quattro libri dell'architettura (1790)/Libro I - XVI
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CAPITOLO XVI.
Dell’Ordine Jonico.
Se alle colonne Joniche si porrà Piedistallo come nel disegno degli Archi, egli si farà alto, quanto sarà la metà della larghezza della luce dell’Arco e si dividerà in parti sette e mezza; di due si farà la Base, d’una la Cimasa e quattro e mezza resteranno al Dado, cioè piano di mezzo. La base dell’Ordine Jonico è grossa mezzo modulo, e di divide in tre parti: una si dà al Zoccolo, il suo sporto è la quarta e ottava parte del modulo; le altre due si dividono in sette: di tre si fa il Bastone, le altre quattro di nuovo si dividono in due, ed una si dà al Cavetto di sopra, e l’altra a quello di sotto, il quale doverà avere più sporto dell’altro. Gli Astragali deono essere l’ottava parte del Cavetto: la Cimbia della colonna è per la terza parte del Bastone della Base; ma se medesimamente si farà la Base congiunta con parte della colonna, si farà la Cimbia più sottile, come ho detto anche nel Dorico. Ha di sporto la Cimbia la metà dello sporto già detto. Queste sono le misure della Base Jonica, secondo Vitruvio. Ma perchè in molti edifizj antichi si veggono a quest’Ordine Basi Attiche, le quali a me più piacciono della Base Jonica, sopra il Piedistallo ho disegnato l’Attica con quel Bastoncino sotto la Cimbia, non restando però di fare il disegno di quella che c’insegna Vitruvio. I disegni L sono due Sacome differenti per far l’imposte degli Archi; e di ciascuna vi sono notate le misure per numeri, i quali significano i minuti del modulo, come si ha fatto in tutti gli altri disegni. Sono queste imposte alte la metà di più di quel che è grosso il pilastro, che sostiene l’Arco.
A Vivo della colonna. B Tondino con la Cimbia, e sono membri della colonna. C Bastone superiore. D Cavetto. E Bastone inferiore. F Orlo attaccato alla Cimbia del Piedistallo.
G Cimasa a due modi. ) del Piedistallo. H Dado. ) I Base a due modi. ) K Orlo della Base. ) L Imposte degli Archi.
Per fare il capitello si divide il piede della colonna in diciotto parti e diciannove di queste parti è la larghezza e lunghezza dell’Abaco, e la metà è l’altezza del capitello con le volute; onde viene ad esser alto nove parti e mezza. Una parte e mezza si dà all’Abaco colla sua Cimasa: le altre otto restano alla Voluta, la quale si fa in questo modo. Dall’estremità della Cimasa al di dentro si pone una parte delle diciannove, e dal punto fatto si lascia cadere una linea a piombo, la quale divide la Voluta per mezzo e si domanda Catheto; e dove in questa linea è il punto, che separa le quattro parti e mezza superiori e le tre e mezza inferiori, si fa il centro dell’occhio della Voluta, il diametro del quale è una delle otto parti: e dal detto punto si tira una linea, la quale incrociata ad angoli retti col Catheto, viene a dividere la voluta in quattro parti. Nell’occhio poi si forma un quadrato, la cui grandezza è il semidiametro di detto occhio e tirate le linee diagonali, in quelle si fanno i punti, ove deve esser messo nel far la Voluta il piede immobile del compasso; e sono, computatovi il centro dell’occhio, tredici centri; e di questi l’ordine che si deve tenere, appare per li numeri posti nel disegno. L’Astragalo della colonna è al diritto dell’occhio della Voluta. Le Volute vanno tanto grosse nel mezzo, quanto è lo sporto dell’Ovolo, il quale avanza oltre l’Abaco tanto, quanto è l’occhio della Voluta. Il canale della Voluta, và al pari del vivo della colonna. L’Astragalo della colonna gira per sotto la Voluta, e sempre si vede, come appare nella pianta; ed è naturale che una cosa tenera, come è finta esser la Voluta, dia luogo ad una dura, come è l’Astragalo; e si discosta la Voluta da quello sempre ugualmente. Si sogliono fare ne gli angoli de’ colonnati, o portici di ordine Ionico i capitelli, c’abbiano le Volute, non solo nella fronte, ma ancora in quella parte, che facendosi il capitello, come si suol fare, sarebbe il fianco: onde vengono ad avere la fronte da due bande e si dimandano Capitelli angolari, i quali come si facciano, dimostrerò nel mio libro dei Tempj.
A Abaco. B Canale, ovvero incavo della Voluta. C Ovolo. D Tondino sotto l’Ovolo. E Cimbia. F Vivo della colonna. G Linea detta Catheto.
Nella pianta del Capitello sono i detti membri contrassegnati con l’istesse lettere.
S L’occhio della Voluta in forma grande.
Membri della Base secondo Vitruvio.
K Vivo della Colonna. L Cimbia. M Bastone. N Cavetto primo. O Tondini. P Cavetto secondo. Q Orlo. R Sporto.
L’Architrave, il Fregio e la Cornice sono (come ho detto) per la quinta parte dell’altezza della colonna; e si divide il tutto in parti dodici. L’Architrave è parti quattro, il Fregio tre e la Cornice cinque. L’Architrave si divide in parti cinque e d’una si fa la sua Cimasa, e il resto si divide in dodici: tre si danno alla prima fascia e al suo Astragalo, quattro alla seconda, ed all’Astragalo e cinque alla terza. La Cornice si divide in parti sette e tre quarti: due si danno al Cavetto ed Ovolo, due al Modiglione: e tre e tre quarti alla corona e gola: e sporge tanto in fuori, quanto è grossa. Io ho disegnato la fronte, il fianco e la pianta del Capitello e l’Architrave, il Fregio, e la Cornice con gl’intagli che gli si li convengono.
A Gola diritta. B Gola riversa. C Gocciolatojo. D Cimasa dei Modiglioni. E Modiglioni. F Ovolo. G Cavetto. H Fregio. I Cimasa dell’Architrave. K Prima Fascia. L Seconda Fascia. M Terza Fascia.
Membri del Capitello.
N Abaco. O Incavo della Voluta. P Ovolo. Q Tondino della colonna, ovvero Astragalo. R Vivo della colonna.
Dove sono le Rose è il Soffitto della Cornice tra un Modiglione e l’altro.