I quattro libri dell'architettura (1790)/Libro II - XVII

../Libro II - XVI

../Libro III - I IncludiIntestazione 20 aprile 2011 25% Da definire

Libro II - XVI Libro III - I
[p. 132 modifica]

CAPITOLO XVII.

Di alcune Invenzioni secondo diversi Siti.


M
IA intenzione era parlar solo di quelle fabbriche, le quali ovvero fossero compiute, ovvero cominciate e ridotte a termine che presto se ne potesse sperare il compimento; ma conoscendo il più delle volte avvenire, che sia di bisogno accomodarsi ai siti, perchè non sempre si fabbrica in luoghi aperti; mi sono poi persuaso non dover esser fuori del proposito nostro, lo aggiugnere a’ disegni posti di sopra alcune poche invenzioni fatte da me a requisizione di diversi Gentiluomini, le quali essi non hanno poi eseguito per quei rispetti, che sogliono avvenire. Perciocchè i difficili siti loro, ed il modo c’ho tenuto nell’accomodar in quelli le stanze, ed altri luoghi c’avessero tra se corrispondenza e proporzione; saranno (come io credo) di non piccola utilità.

Il sito di questa prima invenzione è piramidale. La base della Piramide viene ad esser la facciata principale della casa: la quale ha tre ordini di colonne, cioè il Dorico, il Jonico, ed il Corintio. L’entrata è quadra e ha quattro colonne: le quali sostengono il volto, e proportionano l’altezza alla larghezza: dall’una e l’altra parte vi sono due stanze lunghe un quadro e due terzi; alte secondo il primo modo dell’altezza de’ volti: appresso ciascuna vi è un camerino e scala da salir nei mezzati: in capo all’entrata io vi facea due stanze lunghe un quadro e mezzo, ed appresso due camerini della medesima proporzione, con le scale, che portassero nei mezzari, e più oltre la Sala lunga un quadro e due terzi con colonne uguali a quelle dell’entrata. Appresso vi sarebbe stata una loggia, nei cui fianchi sarebbono state le scale di forma ovale e più avanti la corte, accanto la quale sarebbono state le cucine. Le seconde stanze, cioè quelle del secondo ordine avrebbono avuto di altezza piedi venti e quelle del terzo diciotto. Ma l’altezza dell’una e l’altra sala sarebbe stata sino sotto il coperto; e queste sale avrebbono avuto al pari del piano delle stanze superiori alcuni poggiuoli, che avrebbono servito ad allogar persone di rispetto al tempo di feste, banchetti e simili sollazzi. [p. 133 modifica] [p. 135 modifica] [p. 137 modifica]

Feci per un sito in Venezia la sottoposta invenzione: la faccia principale ha tre ordini di colonne, il primo è Jonico, il secondo Corintio, ed il terzo Composito. La entrata esce alquanto in fuori: ha quattro colonne uguali e simili a quelle della facciata. Le stanze, che sono dai fianchi hanno i volti alti secondo il primo modo dell’altezza de’ volti: oltre queste vi sono altre stanze minori e camerini e le scale, che servono a i mezzati. Rincontro all’entrata vi è un andito, per il quale si entra in un’altra sala minore, la quale da una parte ha una corticella, dalla quale prende lume e dall’altra la scala maggiore e principale di forma ovata e uacua nel mezzo, con le colonne intorno, che tolgono suso i gradi: più oltre per un’altro andito si entra in una loggia, le cui colonne sono Ioniche uguali a quelle dell’entrata. Ha questa loggia un’appartamento per banda, come quelli dell’entrata: ma quello, ch’è nella parte sinistra viene alquanto diminuito per cagion del sito: appresso vi è una corte con colonne intorno, che fanno corritore, il quale serve alle camere di dietro, ove starebbono le donne e vi sarebbono le cucine. La parte di sopra è simile a quella di sotto, eccetto che la sala, che è sopra l’entrata non ha colonna e giugne con la sua altezza sino sotto il tetto e ha un corritore, o poggiuolo al piano delle terze stanze, che servirebbe ancora alle finestre di sopra: perchè in questa Sala ve ne sarebbono due ordini. La Sala minore haurebbe la travatura al pari dei volti delle seconde stanze e sarebbono questi volti alti uentitre piedi: le stanze del terzo ordine sarebbono in solaro di altezza di diceotto piedi. Tutte le porte e finestre s’incontrerebbono e sarebbono una sopra l’altra e tutti i muri haurebbono la lor parte di carico: le Cantine, i luoghi da lavar i drappi e gli altri magazini sarebbono stati accomodati sotto terra. [p. 138 modifica]

Feci già richiesto dal Conte Francesco e Conte Lodovico fratelli de’ Trissini per un loro sito in Vicenza la seguente invenzione: secondo la quale avrebbe avuto la casa un’entrata quadra divisa in tre spazj da colonne di ordine Corintio, acciocchè il volto suo avesse avuto fortezza e proporzione. dai fianchi vi sarebbono stati due appartamenti di sette stanze per uno, computandovi tre mezzati, a’ quali averebbono servito le scale, che sono accanto i camerini.

L’altezza della stanze maggiori sarebbe stata piedi ventisette, e delle mediocri e minori diciotto. Più a dentro si sarebbe ritrovata la corte circondata da logge d’ordine Jonico. Le colonne del primo ordine della facciata sarebbono state Ioniche, ed uguali a quelle della corte; e quelle del secondo Corintie. La Sala sarebbe stata tutta libera, della grandezza dell’entrata, ed alta fin sotto il tetto: al pari del piano della soffitta avrebbe avuto un corritore: Le stanze maggiori sarebbono state in solaro; le mediocri e piccole in volto. Accanto la corte vi sarebbono state stanze per le donne, cucina, ed altri luoghi; sotterra poi le cantine, i luoghi da legne, ed altre comodità. [p. 139 modifica] [p. 141 modifica]

L’invenzione quì posta fu fatta al Conte Giacomo Angarano per un suo sito pur nella detta Città. Le colonne della facciata sono di ordine Composito. Le stanze accanto l’entrata sono lunghe un quadro e due terzi: appresso vi è un camerino e sopra quello un mezzato. Si passa poi in una corte circondata da portici: le colonne sono lunghe piedi trentasei e hanno dietro alcuni pilastri da Vitruvio detti Parastatice, che sostentano il pavimento della seconda loggia: sopra la quale ve n’è un’altra discoperta al pari del piano dell’ultimo solaro della casa e ha i poggiuoli intorno. Più oltre si ritrova un’altra corte circondata similmente da portici: il primo ordine delle colonne è Dorico, il secondo Jonico; ed in questa si ritrovano le Scale. Nella parte opposta alle Scale vi sono le stalle e vi si potrebbono fare le cucine, ed i luoghi per seruitori. Quanto alla parte di sopra; la Sala sarebbe senza colonne, ed il suo solaro giugnerebbe fin sotto il tetto: le stanze sarebbono tanto alte quanto larghe e vi sarebbono camerini e mezzati come nella parte di sotto. sopra le colonne della facciata si potrebbe fare un poggiuolo: il quale in molte occasioni tornerebbe comodissimo. [p. 142 modifica]In Verona ai portoni detti volgarmente della Brà, sito notabilissimo, il Conte Gio. Battista dalla Torre disegnò già di fare la seguente Fabbrica, la quale avrebbe avuto e giardino, e tutte quelle parti, che si ricercano a luogo comodo e dilettevole. Le prime stanze sarebbono state in volto, e sopra tutte le piccole vi sarebbono stati mezzati, a’ quali avrebbono servito le sale piccole. Le seconde stanze, cioè quelle di sopra sarebbono state in solaro. L’altezza della sala sarebbe aggiunta fin sotto il tetto, ed al pari del piano della soffitta vi sarebbe stato un corridore, o poggiuolo, e dalla loggia, e dalle finestre messe nei fianchi avrebbe preso il lume. [p. 143 modifica] [p. 144 modifica]

Feci ancora al Cavaliere Gio: Battista Garzadore Gentiluomo Vicentino la seguente invenzione, nella quale sono due logge una davanti, ed una di dietro di ordine Corintio. Queste logge hanno i soffitti, e così anco la sala terrena, la quale è nella parte più a dentro della casa, acciocchè sia fresca nell’estate, ed ha due ordini di finestre. Le quattro colonne, che vi si veggono sostengono il soffitto, e rendono forte e sicuro il pavimento della sala di sopra, la quale è quadra e senza colonne, e tanto alta quanto larga, e di più quanto è la grossezza della cornice. L’altezza dei volti delle stanze maggiori è secondo il terzo modo dell’altezza dei volti: i volti dei camerini sono alti piedi sedici. Le stanze di sopra sono in solaro: le colonne delle seconde logge sono di ordine Composito, la quinta parte minori di quelle di sotto. Hanno queste logge i frontespizj, i quali (come ho detto di sopra) danno non mediocre grandezza alla fabbrica facendola più elevata nel mezzo, che nei fianchi, e servono a collocare le insegne. [p. 145 modifica] [p. 146 modifica] Feci a requisizione del Clarissimo Cavalier il Signor Leonardo Mocenico l’invenzione che segue per un suo sito sopra la Brenta. Quattro logge, le quali come braccia tendono alla circonferenza pajono raccoglier quelli, che alla casa si approssimano: accanto a queste logge vi sono le stalle dalla parte dinanzi che guarda sopra il fiume, e dalla parte di dietro le cucine, ed i luoghi per il Fattore, e per il Castaldo. La loggia, che è nel mezzo della facciata, è di spesse colonne, le quali perchè sono alte quaranta piedi hanno di dietro alcuni pilastri larghi due piedi, e grossi un piede ed un quarto, che sostentano il piano della seconda loggia, e più addentro si trova il cortile circondato da logge di ordine Jonico. I portici sono larghi quanto è la lunghezza delle colonne, meno un diametro di colonna. Dell’istessa larghezza sono ancora le logge e le stanze, che guardano sopra i giardini, acciocchè il muro, che divide un membro dall’altro, sia posto in mezzo per sostentare il colmo del coperto. Le prime stanze sarebbono molto comode a mangiare, quando vi intervenisse gran quantità di persone, e sono di proporzione doppia. Quelle degli angoli sono quadre, ed hanno i volti a schiffo, alti alla imposta quanto è larga la stanza, ed hanno di freccia il terzo della larghezza. La sala è lunga due quadri e mezzo. Le colonne vi sono poste per proporzionare la lunghezza, e la larghezza all’altezza, e sarebbono queste colonne solo nella sala terrena, perchè quella di sopra sarebbe tutta libera. Le colonne delle logge di sopra del cortile sono la quinta parte più piccole di quelle di sotto, e sono di ordine Corintio. Le stanze di sopra sono tanto alte, quanto larghe. Le Scale sono in capo del cortile, ed ascendono una al contrario dell’altra.

E con questa invenzione sia a laude di Dio, ho posto fine a questi due Libri, ne’ quali con quella brevità, che si è potuto maggiore, mi sono ingegnato di porre insieme ed insegnare facilmente con parole e con figure tutte quelle cose, che mi sono parse più necessarie e più importanti per fabbricare bene, e specialmente per edificare le case private, che in se contengano bellezza, e siano di nome, e di comodità a gli edificatori. [p. 147 modifica]

FINE DEL SECONDO LIBRO