<dc:title> I fioretti di Sancto Francesco </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Anonimo</dc:creator><dc:date>XIV secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=I_fioretti_di_Sancto_Francesco/Capitolo_XXIII&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20240630140659</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=I_fioretti_di_Sancto_Francesco/Capitolo_XXIII&oldid=-20240630140659
I fioretti di Sancto Francesco AnonimoAnonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu
Vide sancto Francesco entrare il dimonio a uno suo frate; fecelo chiamare e diedegli la penitenza dello peccato e sanollo.
S
tando una volta sancto Francesco in orazione nello luogo della Porziuncola, vide, per divina revelazione, tutto il luogo attorniato et assediato dai dimonj, a modo che da uno grande esercito. Ma niuno di loro poteva però entrare dentro nello luogo; imperò che quelli frati erano di tanta santità, che i dimonj non avieno a cui entrare. Ma pure, perseverando cosí, uno di quelli frati si iscandalezzò con un altro, e pensava nello cuore suo, com’elli potesse accusare e vendicarsi di lui. Per la qual cosa, istando costui in questo mal pensiero, il dimonio, abbiendo l’entrata aperta, si entrò nello luogo, e ponsi in sullo collo di [p. 87modifica][p. 88modifica]lo frate. Veggiendo ciò il piatoso e sollecito Pastore, il quale vegghiava sempre sopra le sue greggie, che il lupo era entrato a divorare la pecorella sua, fece subitamente chiamare a sé quello frate, e comandògli che di presente elli dovesse iscoprire il veleno dello odio conceputo contro allo prossimo, per lo quale elli era nelle mani dello nemico. Di che colui impaurito, veggendosi compreso dallo padre sancto, iscoprí ogni veleno e rancore, e riconobbe la colpa sua, e domandonne umilemente la penitenzia con misericordia; e fatto ciò, assoluto che fu dallo peccato, e riceuta la penitenzia, súbito dinanzi a sancto Francesco il dimonio si partí: et il frate, cosí liberato delle mani della crudele bestia per la bontà dello buono Pastore, ringraziò Iddio, e, ritornando corretto et ammaestrato alla greggie dello sancto Pastore, vivette poi in grande santità. A laude di Cristo Amen.