Lorenzo Pignotti

Indice:Scherzi poetici di vari celebri autori italiani e veneziani.djvu Poesie letteratura I due Passerini Intestazione 14 febbraio 2011 100% Poesie

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O tu cui di man propria,
  Amor formar elesse
  Sul modello di Venere
  E questo ancor corresse; 4

Tu che il vivace spirito
  Tempri con tal saviezza,
  Che fra i tuoi rari meriti
  Il meno è la bellezza: 8

E fia ver che di triplice
  Benda sì Amor ti cinga
  Che a grave irremediabile
  Follía già già ti spinga? 12

Che in nodo indissolubile
  Unir ti voglia a un stolto
  Amante, che altro pregio
  Non ha che un vago volto? 16

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Miralo: l’alma stupida
  Traspare ai guardi, al gesti;
  Se pur alberga un’anima
  In queste umane vesti, 24

In quella polpa inutile
  Entro del cranio ascosa
  Che in vece a lui di cerebro
  Diè Natura dubbiosa. 28

Se a un bruto irragionevole
  O a un uom dava la vita,
  Di senno una ancor languida.
  Traccia non è scolpita. 32

Tu il sai, leggiadra Fillide,
  Ma pur la ria passione
  Di così folte tenebre
  Ti offusca la ragione, 36

Che giungi fino a credere,
  Che non sia sminuita
  Quella fiamma che accendeti
  Per tutta la sua vita, 40

So contro Amor che deboli
  Son le ragioni e vuote,
  So che una donna amabile
  Il torto aver non puote; 44

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Onde non già per vincere
  La tua follia diletta,
  Narrarti sol per ridere
  Vo’ breve favoletta. 48

Sul fianco aprico e florido
  D’agevole collina,
  Che con pendío piacevole
  In sen d’un rio declina, 52

Ramose piante intrecciano
  La chioma lor frondosa
  E verdeggiante formano
  Amena stanza ombrosa. 56

Pe’ verdi rami scherzano
  Con lascivetti voli,
  E d’Amor note cantano
  I flebili usignuoli. 60

Quivi il fanello stridulo,
  La tortora qui geme,
  Qui tutta par l’aligera
  Famiglia accolta insieme. 64

Di questa stanza rustica
  Tra d’erbe verdeggianti
  Felici si viveano
  Due Passerini amanti; 68

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E d’un amor scambievole
  Tant’erano infiammati
  Che mai non si mirarono
  Se non accompagnati, 72

Parea, che un’istessa anima
  Con artificio ignoto
  In un tempo medesimo
  Desse a due corpi moto. 76

Per l’aria insiem volavano
  L’uno dell’altro appresso,
  Indi si riposavano
  Sul ramoscello istesso. 80

Insiem vedeansi pendere
  Sull’ondeggiante e bionda
  Spiga, ed il rostro immergere
  Insiem nella fresc’onda. 84
 
Indi con note tenere
  E armonici concenti,
  Parea, che cagionassero
  In armoniosi accenti: 88

Entro del seno concavo
  D’un’alta querce antica
  Prendeano insiem ricovero
  Poi nella notte amica. 92

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E benchè sciolti e liberi
  In mezzo alla campagna,
  Ella altro amante, ei scegliere
  Potesse altra compagna, 96

Ella fu sempre stabile
  Ai primi affetti sui,
  Ella con fè reciproca
  Non seppe amar che lui. 100

Ma della sorte prospera
  Sempre è il favor fallace;
  Sul mal piè fermo e instabile
  Stassi il piacer fugace. 104

Un dì che insiem gioivano
  Fra gli amorosi affetti,
  Di cacciatore barbaro
  Restâr fra i lacci stretti, 108

E quasi Marte e Venere
  Nell’ore lor più liete,
  Colti e legati furono
  In improvvisa rete. 112

Entrambi allor si chiudono
  In gabbia angusta, e insieme
  Forzati sono a vivere
  In fino all’ore estreme. 116

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Ma oh strana ed incredibile
  Mutazïon d’affetti!
  Ciò che bramaron liberi
  Abborrono costretti. 116

Viver insiem bramarono
  Fino all’estremo fato;
  Or che per forza il debbono
  Ciascuno è disgustato. 120

A contenerli è piccola
  Ora una gabbia sola,
  Accanto più non posano,
  Chi qua, chi là sen vola. 124

Ognora si querelano,
  Già l’odio è dichiarato,
  Già già di sangue tingono
  Rabbiosi il rostro irato. 128

Convien alfin dividerli
  In due gabbie distinti,
  O da furor scambievole
  Cadono entrambi estinti. 132

Udiste la mia favola?
  In questa è al vivo espresso
  Il maritale vincolo
  Com’è di moda adesso. 136

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Vincolo non da simile
  Indole ben formato,
  Ma da un capriccio fervido
  Che muor appena nato. 140

Pria d’entrarvi, la gabbia
  Guarda con occhio attento,
  Chè vane fian le lagrime
  Quando vi sarai dentro. 144