I colloqui/I. Il giovenile errore/L'assenza
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L’ASSENZA.
Un bacio. Ed è lungi. Dispare
giù in fondo, là dove si perde
la strada boschiva che pare
4un gran corridoio nel verde.
Risalgo qui dove dianzi
vestiva il bell’abito grigio:
rivedo l’uncino, i romanzi
8ed ogni sottile vestigio....
Mi piego al balcone. Abbandono
la gota sopra la ringhiera.
E non sono triste. Non sono
12più triste. Ritorna stasera.
E intorno declina l’estate.
E sopra un geranio vermiglio,
fremendo le ali caudate
16si libra un enorme Papilio....
L’azzurro infinito del giorno
è come una seta ben tesa;
ma sulla serena distesa
20la luna già pensa al ritorno.
Lo stagno risplende. Si tace
la rana. Ma guizza un bagliore
d’acceso smeraldo, di brace
24azzurra: il martin pescatore....
E non sono triste. Ma sono
stupito se guardo il giardino....
stupito di che? non mi sono
28sentito mai tanto bambino....
Stupito di che? Delle cose.
I fiori mi paiono strani;
ci sono pur sempre le rose,
32ci sono pur sempre i gerani....