I colloqui/I. Il giovenile errore/Invernale
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INVERNALE.
«.... cri.... i.... i.... i.... icch....
l’incrinatura
il ghiaccio rabescò, stridula e viva.
3«A riva!» Ognuno guadagnò la riva
disertando la crosta malsicura.
«A riva! A riva!...» Un soffio di paura
6disperse la brigata fuggitiva.
«Resta!» Ella chiuse il mio braccio conserto,
le sue dita intrecciò, vivi legami,
9alle mie dita. «Resta, se tu m’ami!»
E sullo specchio subdolo e deserto
soli restammo, in largo volo aperto,
12ebbri d’immensità, sordi ai richiami.
Fatto lieve così come uno spetro,
senza passato più, senza ricordo,
15m’abbandonai con lei, nel folle accordo,
di larghe rote disegnando il vetro.
Dall’orlo il ghiaccio fece cricch, più tetro....
18dall’orlo il ghiaccio fece cricch, più sordo...
Rabbrividii così, come chi ascolti
lo stridulo sogghigno della Morte,
21e mi chinai, con le pupille assorte,
e trasparire vidi i nostri volti
già risupini lividi sepolti....
24Dall’orlo il ghiaccio fece cricch, più forte....
Oh! Come, come, a quelle dita avvinto,
rimpiansi il mondo e la mia dolce vita!
27O voce imperïosa dell’istinto!
O voluttà di vivere infinita!
Le dita liberai da quelle dita,
30e guadagnai la ripa, ansante, vinto....
Ella sola restò, sorda al suo nome,
rotando a lungo nel suo regno solo.
33Le piacque, alfine, ritoccare il suolo;
e ridendo approdò, sfatta le chiome,
e bella ardita palpitante come
36la procellaria che raccoglie il volo.
Non curante l’affanno e le riprese
dello stuolo gaietto femminile,
39mi cercò, mi raggiunse tra le file
degli amici con ridere cortese:
«Signor mio caro, grazie!» E mi protese
42la mano breve, sibilando: - Vile! -