I boccali di Montelupo/Lettera IV

Lettera IV

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Lettera III Succinto ragguaglio

[p. 76 modifica]perdita, e quelle che aveva anteriormente sofferte nel commercio, molto deteriorato fu trovato il patrimonio alla dilui morte, che segul pochi giorni dopo quel disastro, ma egli, e Pietro suo fratello speravano aumentarlo, come avevano incominciato; e mi soggiunse che Pietro bramava moltissimo di rivedermi. Io lo incaricai di condurlo seco altra volta, ed avendoli anche invitati per Jettera, ho avuto di recente da esso avviso, che sian finalmente per portarsi da me nell’entrante mese.

Del resto io godo il puro piacere di contemplare le bellezze della natura ’ percorrendo la campagna nelle stagioni propizie; mi sollezzo qualche poco nel nostro orto; e nei tempi contrari procuro ricreare il mio spírito con le lettura di qualche libro, e singolarmente con rileggere i tanto graxiosi scritti lasciatimi dal P. Giacomo sopra i Boccali, che...- come... Boccali? . . che Boccali?..esclamai io interrompendolo. - I famosi Boccali di Montelupo, rispose - dei quali.. - Ah! di grazia, l’interruppi [p. 77 modifica]io nuovamente, mostratemi un poco questi Scritti. Egli non fece che prenderli, e dar. meli nelle mani: Avendo io veduto a colpo d’occhio, che contenevano molte notizie, e relazioni dei Boccali; bisogna, gli dissi, che vi contentiate di favorirmi questi scritti; abbiate pazienza, ma io ho necessità di leggerli, parchè appunto ricercavo simili notizie da lungo tempo Egli resistè buon pezzo, adducendomi che gli aveva il P. Giacomo raccomandato di non lasciarseli levar di mano, ma finalmente me li consegnò per leggerli, coll’obbligo di ritornarglieli dentro otto giorni in plico sigillato, se non avessi potuto tornar da me così presto a rivederlo, e promettendomi darmi in appresso altra piccola porzione di tali scritti, che per allora si riteneva. Quindi essendo l’ora molto tarda, lo lasciai in fretta, e venni via esultando per la felice scoperta, che avevo, dopo tante inutili diligenze, fatta inaspettatamente.

Non persi un momento per far copiare tali scritti con la possibile celerità, onde ritor[p. 78 modifica]narli nel termine in cui avevo promesso ad Eusebio, ed ora ne ho fatta incominciare altra copia per passarla a voi, ma non ho voluto intanto ritardare a farvi noto il narratori da Eusebio circa alla di lui istoria, giacchè mi scrivete di attenderne anziosamente il seguito. Addio.

LETTERA IV.

Montelupo 16. Decembre 1817.


Ora che sento dalla graditissima vostra lettera, che non potete per anche venir da me, come con le precedenti mi avevi lusingato, e m’indicate la persona cui fare avere in Firenze il plico contenente i bramati scritti sopra i Boccali, non manco d’inviario in questo stesso giorno a tal persona; laonde non dovete che a voi solo imputare se tanto tempo è trascorso senza che abbiate potuto ricevere tali scritti. 1 [p. 79 modifica]Debbo peraltro farvi nota altresì, sebben tuttora con sommo mio cordoglio, la morte, seguita del virtuoso Ensebio. Io gli rimandai i favoritimi scritti dentro il tempo fissato, per non abusare della dilui garbatezza, ed egli incarico l’nomo speditogli di dirmi, che procurassi di tornar presto da lui, poichè bramava molto di rivedermi. Ciò non ostante non mi fu possibile per circa un mese far quella gite; ma oh Dio! quanto mi son pentito di non aver’io fatto in modo di anticiparla! io avrei sicuramente veduto altra volte il mio caro Eusebio prima che cessasse di vivere, e avrei dato ad esso quel contento, che quasi presago di avvicinarsi al suo fine, aveva mostrato di desiderare.

Portatomi pertanto un giorno alla di lui casa, mi si fece innanzi la Felicita a pochi passi da quella, in strano modo agiteta, e confusa, asciugandosi di continuo gli occhi con un fazzoletto, e mi dette, con parole interrotte da singulti, la trista nuova della morte di Eusebio. Come!.... esclamai io [p. 80 modifica]con grido di sospresa, e di dolore. Quando?.. Perchè non avete spedito a chiamarmi, acciò potessi dargli almeno delle sincere dimostrazioni del mio cordiale attaccamento, e confortarlo alquanto negli ultimi momenti della sua vita? - Non vi fu tempo, - Ella mi rispose, adirvi la verità, di pensare a voi, e sarebbe stata anche inutile la vostra venuta, attesa la gravezza del male. Sappiate che Domenica mattina incominciò a lamentarsi, che gli doleva un poco la gola; egli non ne fece caso, perchè crede ciò, come altre volte, derivante da calore, o flussione passeggiera. Nel Lunedì mattina volse andare in Chiesa assai di buon ora per fare la sue devozioni, ma al suo ritorno gli crebbe in tal modo il dolore, che non potè, poverino, prender cibo, avendo la gola molto enfiata. Nella sera, venuto il Medico, trovò che egli avea nella gola molto a basso un tumore maliguo, che faceva temere della di lui vite quando si fosse aperto. Egli tentò tutti i mezzi suggeriti dall’arte per indebolir la forza di quel nemico, e un