I Salmi di David (Diodati)/SALMO XVI

SALMO XVI.

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SALMO XV SALMO XVII
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SALMO XVI.

1          Perchè in te sol ho la speranza fisa,
     Siimi, Signor, e guardia e fida scorta.
     A te l’alma intra me così divisa:
     Tu ’l Signor sei, nè prò verun t’apporta
     Qualunque da me viene
     Frale e caduco bene.
     Del cor l’affetto intier rivolgo a’ santi,
     In terra chiari d’alti onori e vanti.
2          Molte saran l’angosciose doglie,
     Che patiran color, cui le ribelle
     Corrono a’ dii stranier insane voglie.
     Ne l’empie lor abbominande e felle
     Di sangue offerte sparte,
     Non avrò colpa o parte.
     Anzi de’ nomi lor l’infami note
     Da le labbra terrò sempre remote.
3          Il Signor è de la beata mensa,
     Dove le brame a pien de l’alma appago,
     La cara parte, ch’esso a me dispensa:
     E ’l nappo mio delizioso e vago.
     La sorte a me scaduta,
     Da te m’è mantenuta:
     Toccommi quella in scelte spiagge amene,
     Onde ’l più bello il mio retaggio tiene.
4          Del Signor vo’ cantar le lodi eterne,
     Che mi porge fedel, e saggio avviso.
     Anche le notti il cor, e parti interne,
     D’ogni immondo pensier mi fan diviso.

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     A lui sempre riguardo,
     D’immobil fiso sguardo:
     E però che mi cinge il destro fianco,
     Non temo di cader conquiso, e stanco.
5          Per ciò, di gioia il cor m’arde e sfavilla
     La lingua al giubilar sciolgo canora,
     E la salma carnal poso tranquilla.
     Chè tua cura, Signor, m’affida e ’ncuora,
     Che ne la chiostra bassa
     Non starà l’alma lassa:
     Nè vorrai consentir tuo Santo intatto
     Esser da sozzo avello assorto e sfatto.
6          Il felice sentier, ch’a vita adduce,
     Siemi da tua mercè mostrato e scorto.
     Dove la faccia tua alma riluce,
     Compimento di gioia insieme è porto.
     E ’l colmo di diletto,
     D’ogni pietoso petto,
     La tua man destra in sempiterno chiude,
     Ch’a tempo larga ognor apre e dischiude.