Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
24 | i salmi di david |
A lui sempre riguardo,
D’immobil fiso sguardo:
E però che mi cinge il destro fianco,
Non temo di cader conquiso, e stanco.
5 Per ciò, di gioia il cor m’arde e sfavilla
La lingua al giubilar sciolgo canora,
E la salma carnal poso tranquilla.
Chè tua cura, Signor, m’affida e ’ncuora,
Che ne la chiostra bassa
Non starà l’alma lassa:
Nè vorrai consentir tuo Santo intatto
Esser da sozzo avello assorto e sfatto.
6 Il felice sentier, ch’a vita adduce,
Siemi da tua mercè mostrato e scorto.
Dove la faccia tua alma riluce,
Compimento di gioia insieme è porto.
E ’l colmo di diletto,
D’ogni pietoso petto,
La tua man destra in sempiterno chiude,
Ch’a tempo larga ognor apre e dischiude.
SALMO XVII.
1 A la ragion, Signor, apri l’orecchio,
Al mio gridar attendi.
E ’l priego umil, ch’a spander m’apparecchio,
Con labbra d’empie frodi
Schive, pieghevol odi.
Del mio dritto a favor sentenza rendi.
Interna i lumi santi
Ne l’equità, che ti dispiego innanti.
2 Ad alto paragon e fina prova
Del cor mio il saggio festi.
Tu lo guati, qualor quiete nuova
Di notte l’ha disciolto,