Capitolo LI. Ancora la Battaglia del Voturno

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Capitolo LI. Ancora la Battaglia del Voturno
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CAPITOLO LI.

ANCORA LA BATTAGLIA DEL VOLTURNO.

I fratelli hanno ucciso i fratelli!
Questa orrenda novella vi do!
 (Manzoni).


Io desidero: nelle venture battaglie contro lo straniero, poichè delle batoste ve ne saranno molte ancora, con codesta condizione sociale di rubati e di ladri; — nelle venture battaglie contro lo straniero, ripeto, bramo gl’italiani combattano come lo fecero in questa sanguinosissima, gli uni contro gli altri.

Nel centro, cioè tra S. Maria e S. Angelo, ove si andava a decidere della giornata, il terreno era piano e coperto di olivi, ciocchè neutralizzò in parte la superiorità della carabina nemica; — ed alle successive cariche di questa, i nostri appiattati dalle piante, la respingevano a fucilate con vantaggio. Il colonnello Assanti, con parte della divisione Cosenz, fu posto in riserva sullo stradale, e seguitò il movimento, mentre le colonne d’attacco procedevano avanti. [p. 296 modifica]

«Voi la vedete la linea nemica, dietro quei ripari» diceva io al comandante d’una compagnia milanese che si trovava di avanguardia, «Ebbene, spiegate in catena la vostra gente, e caricate senza fare un tiro sino a raggiungerli, quei ripari, la colonna vi seguirà immediatamente».

La stessa ingiunzione io feci ad una compagnia calabrese, che stava alla mano, e tutta quella brava gente caricò intrepidamente il nemico.

La colonna che marciava dietro e che prese la stessa direzione, era comandata dal generale Eben, che marciava alla testa con un nucleo di valorosi ungheresi.

Questi prodi marciarono verso il nemico coll’arma al braccio, come in piazza d’armi, e ricorderò sempre con orgoglio d’aver comandato a simili militi.

Il fiero ed imponente contegno delle nostre colonne, marciando avanti senza sparare un tiro contro una grandine di granate e di fucilate, scompigliò il nemico, e lo sloggiò dalle sue posizioni.

Contemporaneamente caricato a destra dai generali Medici e Avezzana, cioè da tutte le forze di Monte S. Angelo, e da sinistra da parte dei corpi dei generali Türr e Mielbitz, il nemico fu posto in fuga dovunque, perseguendolo i nostri sino sotto Capua.

La giornata fu completa, e verso quell’ora, [p. 297 modifica] circa le 5 pom., ricevo un dispaccio dal generale Bixio, annunciandomi il trionfo dell’ala destra, da lui comandata.

Dopo un combattimento accanito di varie ore, Bixio erasi posto alla testa d’una piccola colonna scelta, e colla solita sua bravura avea caricato i borbonici, e cacciati sino alle sponde del Volturno.

Io telegrafai in quel momento a Napoli:

«Vittoria su tutta la linea!»