I Fest de Natal/Al Conte Alfonso Porro Schiaffinati

Al Conte Alfonso Porro Schiaffinati

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Al Conte Alfonso Porro Schiaffinati
I Fest de Natal Prefazione
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Precisamente la mattina del 25 dicembre 1852 ti toccò nella tua deliziosa villa di Sant’Albino la consolazione desideratissima di un erede maschio. Che dunque, dopo qualche ora di trepidazione, tu abbia passato un Natale de’ più felici e invidiabili che possa mai ricordarti, non sei solo a saperlo. Lo sanno i tanti amici che ti conoscono così alieno dai piaceri rumorosi e vuoti, affatto dedito alla vita patriarcale di campagna, agli studii gentili, alla cordiale ospitalità, e sopratutto alle gioje domestiche. Circondato da una consorte ricca d’ogni virtù, da una vezzosa e cara fanciullina, non mancava che un continuatore del nome. È venuto anche questo: e ebbe il buon genio di nascere proprio nel giorno più solenne e augusto dell’anno: e di nascere bello, vigoroso, sgambettante, tale insomma da tener testa alle più liete speranze e agli augurii più sperticati. [p. 6 modifica]

Bravo bambinello! ne sono così contento anch’io che voglio dedicargli (e intanto pigliali tu per procura) questi versi popolari sulle feste di Natale.

Se un giorno il tuo Gaetanino, diventato Gaetano, avrà poca simpatia per li opuscoli oziosi, dovrà fare un’eccezione per questo suo direi quasi Vesta-verde o almanacco di Gotha. È bensì vero che quegli indiscreti divulgatori delle età rendono un servigio non troppo grato, massime al bel sesso. Ma qui trattasi d’un uomo: e poi l’esempio tuo lo educherà di buon’ora a voler piuttosto far contrasegnare gli anni proprii con opere buone e giovevoli, anzichè vanamente dissimularli.

Nel presentare questo piccolo lavoro a te, giudice acuto in ogni genere di lettere e d’arti, e per soprapiù ottimo dilettante nella nostra poesia milanese, io provo una certa peritanza, una ritrosia..... Ma pormi vederti dare in una gran risata a questi soliti lazzi della finta modestia, e specialmente al grottesco pensiero della mia timidezza. Dunque, a monte gli scrupoli: anzi, giacchè tu vuoi sempre essere dei primi a leggere i miei versi, è bene che ora ti vengano sott’occhi con un certo interesse di famiglia: così ti lascio nell’impiccio di dover trovare tutto bello e tutto buono.

E senza complimenti ti do un addio di fretta, perchè devo parlare a molti altri amici.

5 Dicembre 1853.

L’affezionatissimo
Rajberti.