Guida di Castiglione dei Pepoli/III
Questo testo è completo. |
◄ | II | IV | ► |
III.
Etnografia.
La popolazione è avida d’imparare: l’istruzione si va sempre più estendendo e con questa le cognizioni intese a migliorare i sistemi dell’agricoltura, della boschicoltura e della pastorizia.
Il linguaggio, che parlano le persone un po’ colte s’avvicina al puro toscano, o meglio al nazionale. Ma siamo in paese di confine, dove il nero non ancora è nero, e il bianco muore. Qui si comincia a sentire il dialetto aspro, ma vigoroso, così ricco di consonanti degli Emiliani e dei Romagnoli in ispecie. Taluni vogliono che in molti dei vocaboli e più nella pronunzia, vi sia del Celtico, e ciò può esser, benissimo, conforme al vero. In una regione ove s’incontrarono e si fusero svariati elementi etnici, bisogna in realtà distinguere il vocabolario dalla fonetica; le parole dalle abitudini pronunciative e dal timbro dei suoni vocali1.
Tutti però, o quasi del Comune, per le frequenti comunicazioni colla Toscana, ne conoscono abbastanza le forme del parlare e sanno farsi bene intendere, il che avviene in tutti i luoghi, ove i linguaggi e i dialetti s’incrociano.
Bella e robusta gente, questi montanini — anime salde in salde membra — semplici e schietti i costumi, come le foggie di vestire delle gagliarde e formose abitatrici di questi luoghi alpestri2.
Aman la fede dei padri ardentemente; il loro luogo natio; la patria italiana: costanti nei loro sentimenti, nei loro propositi, come gli scogli che fiancheggiano il Setta e il Brasimone sonanti; ospitali, cortesi, degni figli d’Emilia. Sono aspri anzichenò, come i loro monti, nel primo incontro. Il profumo della mammola silvestre, quando l’abbiamo conosciuto, si apprezza e si ama.
La statura non è generalmente troppo alta3, come avviene in quasi tutti gli abitanti dei nostri appennini4, ma abbiamo, in compenso, la vigoria, l’abitudine di sfidare molti pericoli, la resistenza alle fatiche, la sobrietà, che fanno di questa gente, operai instancabili e forti soldati.
Alla salute pubblica, che in generale è ottima, altre alle condizioni delle acque potabili, che sono eccellenti; all’aria, che è purissima, giova anche la lindezza della persona, lindezza, che è, qui, convenientemente curata. Se vogliamo farci un’idea del come abbia a cuore la decente pulizia una popolazione, basta visitare le scuole e qui — riguardo a questo — possiamo rimaner sodisfatti. Saranno poveri e rozzi i vestiti, anche rappezzati, ma netti: abbronzate le faccie dal sole, ma non mostranti la mancanza dell’opportuno lavacro. Qui non vi ha inimicizia personale coll’acqua pura. E ciò è cosa ottima, perchè la nettezza personale è un gran coefficiente per l’igiene e per la civiltà.
Note
- ↑ Mussafia Prof. Leopoldo. Dacherlung der Roma gnolischen musidart. Vienna, Archivio glottologico, 1876.
- ↑
A cui si puro e schietto
Aere ondeggiar fa il petto.
Parini, la salubrità dell’aria. Ode. - ↑ Anche di quanto riguarda gli abitanti delle Alpi e degli Appennini, parla, egregiamente, il Prof. Giovanni Marinelli nella sua — Terra — lavoro poderosissimo, compiuto da lui, colla cooperazione di altri grandi, tra i quali cito a titolo d’onore, Antonio Stoppani. Per l’opera di Marinelli, l’Italia non può invidiare alla Francia Eliseo Reclus.
Giovanni Marinelli nato a Udine ai 23 Febbraio 1846, si spense per morbo inesorato, in Firenze, il 13 Maggio 1900. Qual perdita irreparabile per le discipline geografiche! - ↑ La provincia Lucchese ha stature elevatissime.