Guida della montagna pistoiese/Porretta
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Da San Marcello alla Stazione di Pracchia e per via ferrata ai Bagni della Porretta | Da Porretta a Pistoia | ► |
PORRETTA
(Forse dall’antico contiguo Castel Porredo, ora diruto).
Bagni.
Situazione. Si trovano a gradi 44. 9' 58" di latitudine, e 8. 37' 46" di longit., e a metri 370,50 sul livello del mediterraneo. Sono presso un monte, diviso dal Rio maggiore, nelle quattro sezioni di Sasso cardo, la Croce, la Rocchetta, e il Cerreto, o Monte della Madonna per dove passa il Reno, e alle falde del quale giace Porretta. Sul poggio fra il Rio maggiore e il Reno vi si vede fiorire il Lilium tigrinum.
Il Clima. In estate l’atmosfera è variabile, e di un calore assai temperato.
Origine e proprietà dei Bagni.
Le acque termali porrettane, note fino dal 1205 per la loro efficacia in diverse malattie, come diremo, a tutto il secolo XVIII furono di proprietà dei Conti Ranuzzi di Bologna, infeudati della Contea di Porretta dal Pontefice Sisto IV nel 1471: quindi spettarono alla Provincia, che pur di presente ne ha l’amministrazione.
Bagni della Porretta vecchia. Fuori del paese della Porretta lungo la via per Pavana, poco oltre la nuova cava delle pietre. Sono a gr. 28 del termometro di Reaumur; e l’acqua per bibita idem. Son proposti come efficaci per le malattie erpetiche. La fabbrica è stata accresciuta di 4 bagni, e di comodità sul disegno dell’architetto Marco Manini. È qui un antico ponte sul Reno, sulla destra sponda del quale havvi una cappelleria fino dal 1599 scavata nel macigno, detta della Madonna del ponte per la quale si fa una nuova costruzione.
Bagni della Puzzola, ivi. A gr. 20 R. Altri scaldati col vapore. Acqua per bibita di gr. 22. Utili per le affezioni cutanee.
Dentro Porretta.
Bagni del Leone. A gr. 27 R. Acqua per bibita 28 R. Per le affezioni lente di stomaco e d’intestini, di fegato e milza, essendo la detta acqua un blando purgativo.
Bagni del Bue novissimo, ivi. A gr. 27 ½ R.
Bagni del Bue vecchio, a gr. 20 R.
Bagni del Bue nuovo, gr. 28 e 29 R. Queste acque pe’ sali che contengono, hanno un’analogia con quelle di mare, e sono indicate come utilissime per la cura esterna delle malattie glandulari ecc.
In questo Stabilimento è la residenza Medica, l’Uffizio di amministrazione e un Gabinetto di giornali.
Bagni delle donzelle. A gr. 26 ¼, 25 ¾ e 25 R. Acqua per bibita gr. 26 ½ R., blandamente purgativa e utile per le artritiche reumatiche, per le affezioni emorroidali, ecc. Di qui son da vedere le pittoresche cascatelle del Rio grande.
Bagni: Reale, Tromba, Marte, Diana, Minerva, dai 28 ai 30 gr. R. Utili per le paralisi, le affezioni glandulari, le malattie croniche, ecc.
Tutte le dette acque, secondo che ne scriveva il dottor Bassi, si riducono a due categorie. Nella prima fra quelle acque minerali che provengono dal monte posto fra il Rio maggiore e il Reno, sono le acque saline, zulfuree e alquanto idrocarbonate della Porretta vecchia, della Puzzola e delle Donzelle. Nella seconda, cioè fra quelle acque che sorgono dalla base del Sasso cardo, dall’altra parte del Rio, si noverano quelle del Leone, del Bove, Marte, Reale e Tromba; le quali possono dirsi saline idro-carboniche termali; tranne quella del Leone che meglio si qualifica per salina iodoiorata termale.
Fino dal 1834 un certo Spiga riuscì a illuminare una sala de’ Bagni del Leone e la piazzetta col gas raccolto da dette acque, col quale potrebbero illuminarsi tutte le vie.
Locande. Quella sul Rio presso ai Bagni detta della Palazzina, la Cavour e la Locanda e Trattoria del Leone e della Nave, e varie case ove si danno quartieri e il vitto. Fra queste il palazzo dell’Impresa della Via ferrata, ceduto a persona che lo ha posto a disposizione dei concorrenti ai bagni.
Posta delle lettere. La corrispondenza vi è frequentissima pel vantaggio della stazione della via ferrata che passa in fondo al paese, varcato il ponte sul Reno.
canapa e di canapa e stoppa, qui fabbricate, e che si esportano a Livorno.
Avvi un mercato ogni sabato, e nel luglio e nell’agosto due Fiere di tre giorni di bestiami e di merci.
Nella Chiesa maggiore, inalzata sui ruderi d’un antico fortilizio, son notevoli: all’altar maggiore un dipinto, Gesù Cristo e la Maddalena del Calvart di Anversa, del 1610 circa, e lo sfondo del coro di Giuseppe Fancelli.
Poco lungi è l’Oratorio di San Francesco, con un bel dipinto in tela, la Vergine in gloria e alcuni Santi, di Alessandro Tiarini.
V'ha uno Spedale pe’ poveri del Comune, fattovi erigere per beneficenza di Pellegrino Costa-Gabbrielli, che nel 1842 lasciò per esso la somma di circa 100,000 lire.
In Porretta ebbero i natali l’erudito Francesco Valentini; Giuseppe Gabbrielli, prof. di filosofia; l’avv. Raffaello Giacomelli, prof. di criminale; i dotti fratelli Taruffi, e il valente grammatico Corticelli.
Nel paese circostante sono i paesetti di Porchia, di Panicale e delle Capanne, che hanno nome per le Ferriere. Quello di Capugnano e di Castelluccio (e in questo è una bella tavola di E. Sirani); e quello di Gaggio, con qualche buona pittura.
A un chilometro circa, prendendo la via provinciale verso mezzodì, è il paesetto di Pavana e poco appresso la Sambuca antico castello sul monte, per la sua situazione e per le memorie storiche degno di esser visitato.
Nei pressi di Porretta il prof. Stoppani, per le investigazioni fatte, presagisce si debba trovare il petrolio.
Nel circondario di Vergato a Marsabotto (a circa un’ora e mezzo di via ferrata da Porretta, e v’è la stazione) meritano d’essere osservate le escavazioni di una necropoli Etrusca che si vanno facendo nel parco della Villa del Marchese Aria. Degli oggetti più notevoli egli ne ha raccolto già un piccol museo.
(Da Porretta a Vergato in via ferrata è la corsa di mezz’ora).