Guida della Val di Bisenzio/Parte seconda/23
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AL M. DI MEZZANA (780 m.)
per le Capriglie
itinerario n. 23.
Da S. Quirico al M. di Mezzana, ore 2,45.
Chi vuole vedere luoghi pittoreschi, castagneti superbi, siti orridi e selvaggi, ma belli, faccia questa gita. L’artista, il poeta e il romanziere vi troverebbero un tesoro d’ispirazioni.
Itinerario. Da S. Quirico si risale il torrente detto delle Capriglie sempre sulla sinistra per un sentiero, ora facile e piano ora erto e tortuoso in mezzo a folti castagneti, risalendo una gola stretta e profonda tra i molti contrafforti dell’Appennino. Le acque del torrente hanno, dicono, virtù medicinale, e lungo il Rio si trovano polle che hanno odore di solfo assai forte e sono adoperate dai Verniotti come acque salutari.
Il sentiero sale e si fa la Valle più stretta e passando dal Masso al Telaio1 si arriva al Piano delle Pertiche; di qui si giunge alla sommità del passaggio appenninico, ossia allo Spartiacque: vi dicono alla Crocetta; si volge al nord-ovest e si sale alla vetta del M. di Mezzana in 20 min. La veduta è mirabile, e forse la più bella che si abbia sulla Val di Bisenzio, poichè l’osservatore è come al vertice d’un angolo, da cui si dipartono i monti di destra e di sinistra.
La montagna pianeggia in cime rotondeggianti, quasi tutte allo stesso livello; da quelle più verso sud si scorge sotto di sè in una specie di baratro la Rocca de’ Conti Alberti di Vernio che il fanatismo e la rabbia delle fazioni demolirono in parte, e in parte l’utile accoppiato al poco amore delle memorie antiche disfece o le mutò aspetto.
= La Rocca sorge sopra un culmine di poggio quasi isolato; al cui piede scorre da nord la Bragola, da est la Capriglia, non vi si accede che da un lato assai ripido rivolto verso S. Quirico e dalla via di Sasseta; da ogni altra banda il terreno è scabroso ed erto così che l’ascensione oggi sarebbe faticosa, nei tempi feudali quasi impossibile.
Quando fosse eretta non si sa: ma prima del mille vi risiedevano i Conti Alberti e fu il loro covo prediletto e inespugnabile, poichè le folte boscaglie che ricingevano quel forte arnese da guerra, il suo cassero, le sue quattro torri degli angoli, i baluardi e le fortificazioni d’ogni maniera che la prepotenza ed il sospetto avevan fatto costruire, rendevano quei baroni oltremodo temuti per molto paese all’intorno.
Oggi restano ancora grandiosi avanzi coperti d’ellera e di arboscelli ed il palazzo vicino, albergo de’ Bardi, oggi dei Gualtieri, i quali, cortesi e gentili, saranno lieti di farsi guida all’escursionista per visitare la Rocca e quanto vi ha da vedere dall’ampia Villaggio di Montepiano
Disegno di V. Rocchi da una fotografia R. Ballandi
sala de’ Conti alla cucina, dov’è il capace camino che serba anche ora la bella architettura del 400.
Dalla vetta del M. di Mezzana si può andare alle case di Porcellese 20 min.; oppure seguendo la crina scendere per la via di Risubbiani a Montepiano, (35 a 40 min.); e chi vuole ritornare a S. Quirico, vi può arrivare in ore 1,10.
Note
- ↑ Narra la leggenda che entro questo masso, vuotato dalle fate in capaci stanze, vivessero due sorelle di forme bellissime, ma da nessun vedute, perche il padre geloso non voleva che si mostrassero. Facevano le tessitore e le tele, che uscivano da quella casa misteriosa, vincevano in pregio qualunque altro tessuto.
La leggenda diede a quel luogo il nome del Masso al Telaio che anche al presente ritiene.