Guida della Val di Bisenzio/Parte seconda/13/a

Al Poggio della Zucca

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Parte seconda - 13 Parte seconda - 14

[p. 115 modifica]Al Poggio alla Zucca. Chi va al Poggio alla Zucca, pieghi a destra e su per la crina e per i prati salirà sulla cima di questa bella montagna in ore 1,35. Di qui in breve, 25 min., si sale al vicino M. Calvario e si scende in 10 min. al Tabernacolo di Gavigno. (V. Itin. 14).

Chi volesse scendere in Limentra e vedere la pittoresca via delle Pescine, quando è giunto alla cima del valico venendo da Luicciana segua per la via che scende giù per la macchia passando e ripassando un torrente, il paesaggio è orrido e selvaggio, ma bello. Si giunge in 35 min. a un ponticello sulla Limentra; vi dicono all’Acqua.

La strada che risale la corrente va al Monachino e per l’Acquifreddula alla Badia a Taona e alla Collina di Pistoia (6 ore); oppure alla Stazione di Montale-Agliana e a Pistoia (5 o 6 ore); e la strada [p. 116 modifica] che scende colla corrente va a Lentola e Treppio; ma l’escursionista che vuole ritornare a Luicciana, presa la via per Lentola e giunto ad una casa dove dicono Mosca, e fan capo due strade, vedrà dopo poco un ponticello di legno; lo passi e troverà alla sua sinistra un gruppetto di case con un mulino detto il Mulino di Fossato; allora la strada comincia a salire dopo un fossatello e giunge a Fossato; (dall’Acqua ore 1,20 min.). Di qui si sale al Tabernacolo di Gavigno, dapprima per bellisimi castagneti, poi per faggete, in ore 1,25 min.

Dal Tabernacolo si volge a destra e passando sotto le Freddete si va a scollinare fra alcune pianticelle di faggio, e poi per praterie e pianeggiando si passa dalla Cascina di Rotì o Rotile, dove si crede fosse in antico una Badìa; e si vorrebbe provare dal nome che tuttora ritiene di Conventaccio, e dalla tradizione non interrotta, dalle tracce della chiesa, del chiostro, e dalle ossa ritrovate nel costruirvi, prima una capanna, e in ultimo una casa colonica dai Guicciardini, succeduti ai Conti Bardi in quel possesso. Si trova nelle memorie vallombrosane che uno dei Conti di Vernio venne da Vallombrosa in quel monastero ad esercitare l’umile ufficio di cuoco e vi morì in concetto di santità. Forse fu il B. Alberto dei Conti Alberti, cuoco e canovaio per 40 anni morto il 16 marzo 10941. Dal Tabernacolo a Rotì ore 4.

Da Roti si scende a Luicciana, in ore 1 per buona strada.

Note

  1. Vita del B. M. Flamini, pag. 244, Firenze 1761.