Giuochi ginnastici raccolti e descritti per le scuole e il popolo/Parte seconda. Giuochi con la palla/Il Palleggio

Il Palleggio

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IV. IL PALLEGGIO

con la Mano, con la Mestola, col Tamburello, col Braccialetto.


Ecco 'l bel giocator che balza fuora
Con la mestola in man leggiero e sciolto,
Ecco che per mandar fanno alla mora.
Ciascun nel loco suo presto è raccolto
Alla corata quel, quest’all’uscita,
Quest’a mandar, quel a parar’è volto.
D’intorno a rimirar turba infinita
Sta l’alte prove, e con applauso e festa
Hor questo, hor quel maravigliando addita.
La palla intanto hor qua, hor là si presta
Percossa da rovesci e sopramani
Vola come dal ciel lampo e tempesta.


G. Dati — (an. 1596)1.


I. INTRODUZIONE.


Il giuoco della palla ebbe nei secoli scorsi tanta importanza e diffusione che il Burckhardt nell’opera “La civiltà del Rinascimento in Italia„ 2 lo chiamò il giuoco classico degl’Italiani.

Vi sono nella storia e nella letteratura molti documenti [p. 68 modifica]i quali attestano il grande favore che il giuoco della palla ebbe in passato, in particolar modo nella vita cortigiana e signorile.

Paolo Cortese nell’opera “De Cardinalatu„ (an. 1510). tratta delle varie palle e del modo di usarle 3.

Si narra che Guidobaldo I di Montefeltro (1482-1508), quantunque la podagra cominciasse ad affliggerlo, non s’asteneva dal giocare alla palla di cui era espertissimo; e che di questo giuoco si dilettava assai Federico Gonzaga marchese di Mantova, al quale la sorella sua, Eleonora Duchessa d’Urbino, inviava per mezzo del Castiglione delle palle (an. 1515) 4.

Dopo una questione sorta mentre Alfonso d’Este Principe di Ferrara s’esercitava alla palla, sul modo di giudicare la vincita in un dato caso, lo Scaino scrisse il suo celebre “Trattato del giuoco della palla„ (an. 1555) 5.

Si sa inoltre che il giuoco della palla era diffuso anche fra il popolo; ed infatti Giulio Dati nella dedica del suo Canto “Lamento di Parione„ a Jacopo Corsi, si rallegrava delle gare che in quell’anno seguirono per tutta l’estate intorno al giuoco della palla; e si compiaceva di vedere rinnovato in Firenze il costume di sì nobile esercizio, il quale, senza smoderata fatica, corrobora le membra e reca diletto a migliaia di spettatori; “esercizio, che il lusso dei tempi aveva quasi in tutto e per tutto messo in bando„ 6. [p. 69 modifica]

Il Canto de’ Pallai del Lasca 7 e quello della palla col Trespolo 8 di M. B. Dell’Ottonaio 9 confermano la popolarità che ebbe questo giuoco nel 500.


II. ESECUZIONE.


Il palleggio con la palma, col pugno, con la mestola, col tamburello, col braccialetto si suol eseguire in un luogo ampio col terreno sodo e liscio, in cui la palla possa andare da una parte all’altra senza trovare ostacoli e giunger bene alla portata dei giocatori.

Le palle e gli attrezzi occorrenti furono indicati nei Prel. III. 3, A-E, pag. 11-15.

I giocatori possono essere due o più per parte, disposti a maggiore o minore distanza, secondo la loro abilità e l'istrumento adoperato per dare alla palla.

Uno comincia il giuoco tirando la palla in modo che vada dalla parte opposta del campo, dove un altro, o di posta o dopo il primo balzo, la respinge verso chi gliel'ha inviata, e cosi di seguito, fino a che uno non l'ha raccattata o ribattuta al primo balzo.

Bravo è colui che bene la batte e bene la ribatte; che la manda più in alto e la dirige in [p. 70 modifica]modo che sia più facile il respingerla e il giuoco duri a lungo.

La palla si può giocare fuori di partita, per puro esercizio, durando, come s'è detto, a tenerla in aria molto tempo; oppure si può giocare in partita, e allora valgono le norme date per il Pallone.

Note

  1. Giulio Dati. Lamento di Parione. Firenze Giunti, 1596. Ristampato dal Dott. A. Mabellini: Firenze, Tip. Ed. del Vocabolario, 1884.
  2. Jacob. Burckhardt. Die Kultur der Renaissance in Italien. Leipzig 1869, pag. 308.
  3. De ludo pilae, c. 76. Questo cap. fu in parte riportato dal Prof. A. Mosso nell'opera: Educazione Fisica, Milano Frat. Treves, 1894, pag. 5-9.
  4. Baldesar Castiglione. Il Cortegiano, annotato da Vit. Cian. Firenze 1894, pag. 50, not. 12.
  5. Scaino. Op. cit., pag. 46.
  6. Parione — contrada di Firenze in cui anticamente si giocava alla palla.
  7. Ant. Fr. Grazzini detto il Lasca. Op. cit., pag. 286.
  8. Del Trespolo o Scanno, si può vedere il modello nell'opera dello Scaino a pag. 158.
  9. M. Battista Dell’Ottonaio, Op. cit., pag. 242.