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68 Parte seconda.

i quali attestano il grande favore che il giuoco della palla ebbe in passato, in particolar modo nella vita cortigiana e signorile.

Paolo Cortese nell’opera “De Cardinalatu„ (an. 1510). tratta delle varie palle e del modo di usarle 1.

Si narra che Guidobaldo I di Montefeltro (1482-1508), quantunque la podagra cominciasse ad affliggerlo, non s’asteneva dal giocare alla palla di cui era espertissimo; e che di questo giuoco si dilettava assai Federico Gonzaga marchese di Mantova, al quale la sorella sua, Eleonora Duchessa d’Urbino, inviava per mezzo del Castiglione delle palle (an. 1515) 2.

Dopo una questione sorta mentre Alfonso d’Este Principe di Ferrara s’esercitava alla palla, sul modo di giudicare la vincita in un dato caso, lo Scaino scrisse il suo celebre “Trattato del giuoco della palla„ (an. 1555) 3.

Si sa inoltre che il giuoco della palla era diffuso anche fra il popolo; ed infatti Giulio Dati nella dedica del suo Canto “Lamento di Parione„ a Jacopo Corsi, si rallegrava delle gare che in quell’anno seguirono per tutta l’estate intorno al giuoco della palla; e si compiaceva di vedere rinnovato in Firenze il costume di sì nobile esercizio, il quale, senza smoderata fatica, corrobora le membra e reca diletto a migliaia di spettatori; “esercizio, che il lusso dei tempi aveva quasi in tutto e per tutto messo in bando„ 4.


  1. De ludo pilae, c. 76. Questo cap. fu in parte riportato dal Prof. A. Mosso nell'opera: Educazione Fisica, Milano Frat. Treves, 1894, pag. 5-9.
  2. Baldesar Castiglione. Il Cortegiano, annotato da Vit. Cian. Firenze 1894, pag. 50, not. 12.
  3. Scaino. Op. cit., pag. 46.
  4. Parione — contrada di Firenze in cui anticamente si giocava alla palla.