Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. II/Libro II/VI

Cap. VI

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CAPITOLO SESTO.

Diversi ufizj della Corte Persiana.


L
A più sublime carica della Corte Persiana è quella di Atmath-Dulet, ch’è come il primo Visir in Turchia. Per mano di costui passano tutti gli affari del Regno, che, a differenza del Turco, più spedisce colla penna, che colla spada; nè è così soggetto ad andare alla guerra, o per minimo fallo perder la testa. Dee però prendere le dovute misure per governar bene, e non proporre al Re cosa, che gli spiaccia.

In secondo luogo è il Nazar, che ha la soprantendenza di tutto quello, che vien presentato in dono al Re.

Siegue il Mether, ch’è un’Eunuco bianco, che assiste sempre in camera, e appresso il Re, con molti moccichini in una borsa, per provvedernelo, quando ne ha di bisogno.

Il Mir-akor-bascì ha la soprantendenza [p. 221 modifica]delle stalle (che sono anche luogo di rifugio) prendendo cura, che i cavalli del Re siano bollati nella coscia sinistra, per distinguersi dagli altri; e che ogn’uno de’ 40. mila Soldati, che trattiene il Re, non ne sia manchevole.

Il G. Maestro di caccia vien chiamato Mirscikar. Ha cura de’ falconi, e tiene sotto di se tutti gli uficiali destinati per la caccia.

Il Segon-Bascì ha il pensiero de’ cani, e dell’altre bestie che servono similmente per cacciare, ed è sottoposto al Mirscikar.

Il Sindar-Bascì è capo di quelli, che guardan le selle; e tiene la staffa al Re quando monta a cavallo: lo dicono anche Ozangu-cursisci.

Il Kebisci-cursisci porta la spada del Re.

L’Oriage-cursisci porta l’arco, e le freccie.

Il Secretario lo dicono Vakanaviz.

Il Kas-nadar-bascì è come un Tesoriere, che tiene in custodia tutto il danajo, ch’è nelle casse del Re.

Il Maggiordomo maggiore vien detto Agati-bascì.

Il primo Medico del Re si dice Kakim-bascì, col parere del quale sono ricevuti gli altri.

L’Introduttore degli [p. 222 modifica]Ambasciadori è chiamato Mihmandar-bascì.

Monagen-bascì è il Capo degli Astrologi, da’ quali, com’è detto di sopra, vien regolato il Re in tutto ciò, ch’intraprende.

Direttor della Giustizia, così nel civile, come nel criminale è il Divan-Bey, che tiene Tribunale dentro la casa del Re. Egli è Giudice d’appellazione di tutte le Provincie del Regno, e prende informazione contro i Kan, ed altri Grandi.

Il Deroga è sottoposto al Divan bey, al quale appella chiunque ne riceve aggravio: gastiga i ladri, e tutti i rei di delitti capitali.

Colui che pon la tovaglia di broccato d’oro sopra il tappeto dinanzi al Re, è detto Sofragi-bascì.

Il Sciraci-bascì ha peso di provveder di vino la cantina del Re.

Il Mescealdar-bascì è Capo de’ portatori di torcie. Egli provvede la Corte di candele di cera; e fa che non manchi il sevo ne’ candelieri d’oro, che ardono nella sala Reale. Ha di profitto tutte le pene de’ giuocatori di carte, e dadi, proibiti dalla lor legge.

Colui, che ha pensiero del Caffè, ed acqua di rose, si chiama Kavergi-bascì. [p. 223 modifica]

Il Chirurgo che cava sangue, e rade la testa al Re, è detto Giara-bascì.

Il gran Portiero Capigi-bascì.

Quello che tiene i drappi del Re, ed ha pensiero dargli a’ Sarti, per farne vesti, è detto Melec-tegiar-bascì.

Il Capo de’ Lacchè Gelodar-bascì.

Mirab vien chiamato il Soprantendente dell’acque: costui riceve grand’utilità da’ contadini, perché da lui dipende la division dell’acque, per innaffiare i campi.

Il Zegher-bascì have autorità sopra tutti quelli, che lavorano tappeti d’oro, e d’argento, e drappi per servigio della Casa Reale. Ciò si fa nel luogo detto Karkron, dove parimente si fanno scimitarre, archi, freccie, annelli d’argento (non potendo i Maomettani far le preghiere accostumate con annelli d’oro in dito) e miniature sopra una spezie di vernice, che si fa di lagrima di mastice, e d’un’olio minerale, che si raccoglie non lunge da Sciamaki sul Mar Caspio.

II Capo di questi Pittori, o Miniatori si dice Nakke-sce-bascì.

Negear-bascì altro non dinota, che Capo de’ legnajuoli del Re.

L’Ambardar-bascì è quello, che tiene le chiavi del grano, ed altre [p. 224 modifica]provvisioni per la bocca del Re.

L’Odunci-bascì ha in custodia le legna, che si bruciano. Tutti questi professori d’arti meccaniche hanno sotto di loro più aiutanti, a’ quali si dà carne, butiro, riso, e spezierie per lo vitto cotidiano.

Il Tusca-mal-bascì soprantende alla cucina del Re, e comanda quelli, che denno servire a tavola; donde sempre egli prende il miglior piatto.

In guerra è servito il Re di Persia da quattro sorti di soldatesca, ciascheduna delle quali ha il suo Generale. La prima è la Persiana comandata dai Saper-Salar; carica che rende più di 20. m. Tomani. La seconda è de’ Corscì, o Kesel-bascì, cioè teste rosse (perche prima portavano berrette rosse) che compongono un corpo di 22. m. buoni soldati: il loro Generale si dice Cursi-bascì, ed ha circa 15. Tomani di soldo. Uficiali subalterni di questa soldatesca, sono il Mimbascì che comanda a mille; il Ius-bascì a cento; e l’Ombascì dieci: ciaschedun soldato ha 15. Tomani di paga l’anno.

La terza spezie è de’ Gulam o schiavi del Re, i quali per lo più sono rinegati Giorgiani, o d’altre nazioni, che stimano a singolar grazia tal servitù, per avere [p. 225 modifica]cinque, o al più 8. Tomani l’anno. Il loro Generale s’appella Gular-Agasì. Eglino hanno per arme scimitarra, freccie, arco, camicia di maglia, e celata. Il Re suol dare a costoro ottime cariche in vita; e talvolta, per lo loro bene operare, le fan passare a’ figliuoli, purche si truovino adulti nella morte del Padre.

I Tufinkgi poi compongono un’altro corpo di 50. m. soldati. Costoro sono contadini, che combattono con moschetto, e scimitarra; ed hanno quattro, o cinque Toman dì soldo. Perche sono per lo più inesperti nel mestiere dell’armi, i Kan delle Provincie fanno esercitargli ogni tre mesi. Il loro Generale vien detto Tufingì-bascì.

L’Escek-Agasi è capo di duemila Ke. sceklscì, o soldati delle guardie del corpo del Re, nuovamente istituite; i quali portano un moschetto sì pesante, che sembra un falconetto.

Il Tapigi-bascì è il Generale dell’Artiglieria, di cui sono un poco i Persiani provveduti solamente nelle piazze di frontiera; perche quanto alle navi, si è detto di sopra, ch’eglino non ne hanno atte al combattere; e assai mal concie sono quelle, di cui si servono nel Seno [p. 226 modifica]Persiano, e Mar Caspio contro gli Usbeki, e Kalmaki.

I Kan, o Governadori di Provincie, e tutti gli Uficiali della casa del Re sono scelti, dal corpo de’ Corscì, o de’ Gulam; per esser gente ben fatta, valorosa, e di buono aspetto; il che non si truova fra’ Persiani, i quali se hanno alcuna di queste qualità, è per lo mescolamento del sangue Giorgiano, o d’altre nazioni abitanti sopra il Mar Caspio, e Nero: e quindi nasce, che il Re medesimo, e’ suoi Gradi proccurano di aver figliuoli da qualche Giorgiana rinegata. Or questo posto di Kan è de’ migliori, che possan desiderarsi; imperciocchè eglino sono temuti, e rispettati, come tanti piccioli Re: hanno di rendita 7. o 8. mila Tomani l’anno; e se veramente non fanno qualche grande aggravio a’ popoli, vi stanno lungo tempo. E’ ben vero, che nel Nurùs, o principio dell’anno egli è di mestieri, che facciano qualche bel presente al Re, e spendano una settimana per ciascheduno a tutto quel, che sa d’uopo nella di lui cucina. In quelle Provincie, dove il Re ha tolto via il nome di Kan, (per non veder consumato inutilmente il suo patrimonio) si mandano alcuni [p. 227 modifica]Governadori, che si chiamano Assef.

Siegue ora il secondo ordine di quegli Uficiali, che han cura della Religione, amministrano Giustizia, e sovrastano a’ conti: e siccome nel temporale il primo si è l’Athmat-Dulet, così nell’Ecclesiastico siede a guisa di Pontefice il Nabab, o Sedrè, con due Giudici inferiori; l’uno detto Sceik, o Axond, l’altro Casì, de’ quali a sufficienza abbiam divisato nel capitolo della Religione.

La fabbrica delle Moschee è diretta in in ciascheduna dal suo Montevelì: e per chiamar gridando dal tetto il popolo alle preghiere, vi è in ogn’una un Movazen, che in gridando dice nella sua lingua: Non vi è che un solo Dio, e Maometto è il suo Profeta.

Nella Camera de’ conti detta Dester-Konè, il patrimonio Reale passa per le mani de’ Mosofì, e Mamalek. Costoro sono estimatori de’ poderi del Re (al quale appartengono la maggior parte de’ terreni del Reame) e gli danno in affitto, overo a censo a’ particolari; riscuotono tutte le rendite, e fanno registrare ne’ loro libri tutte le spese dagli Uficiali minori. Questa Camera ha il suo particolar Deroga, per gastigare gli [p. 228 modifica]usurpatori de’ beni del Re.

Da tante diverse cariche, e Ministri, potrà agevolmente ciascuno da se stesso considerare, quanto la Persiana Corte superi in pompa, e magnificenza ogni altra più ragguardevole d’Oriente; senza che io lungamente mi affatichi su tal soggetto, e mi renda forse troppo nojoso a chi legge.