Giambi ed epodi/Prologo
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PROLOGO1
No, non son morto. Dietro me cadavere
Lasciai la prima vita. Sopra i vólti
Che m’arrideano impallidîr le rose,
4Moriro i sogni de la prima età.
I miei più santi amori io gli ho sepolti,
Sepolti ho nel mio cuore i desii sterili.
Ad altri le ghirlande glorïose
8E i tuoi premii divini, o Libertà.
O Lete, o Lete, la tua pia corrente
Sol dunque ne l’inferno o in eden è?
Fiorisce sol nel verso il pio nepente
12Ond’Elena infondea le tazze a i re?
Io vo’ fuggir dal turbine co ’l volo
Dove una torre ruinata so:
Là come lupo ne la notte solo
16Io co ’l vento e co ’l mare ululerò.
Ululerò le lugubri memorie
Che mi fasciano l’alma di dolore,
Ululerò gl’insonni accidïosi
20Tedi che fu man da la guasta età,
Invidïando il rorido fulgore
De’ miei giovani sogni e i desii splendidi
De le infrante catene e gli animosi
24Vostri richiami, o Gloria, o Libertà.
Tutto che questo mondo falso adora
Co’ l verso audace lo schiaffeggerò:
Ei mi tese le frodi in su l’aurora,
28A mezzogiorno io le calpesterò.
Che se i delúbri crollano e i tempietti
Ove l’ideal vostro, o vulghi, sta,
Che importa a me? Non fo madrigaletti
32Che voi mitriate d’immortalità.
Oh, pria ch’io giaccia, altri e piú forti e fulgidi
Colpi da l’arco liberar vogl’io,
E su le penne de gli ardenti strali
36Mandare io voglio il vampeggiante cor.
Chi sa che su dal ciel la Musa o Dio
Non l’accolga sanando e sovra il torpido
Palude de l’oblio non gli dia L’ali
40Da rivolare a gli sperati amor?
- giugno 1871.
Note
- ↑ [p. 527 modifica]Questi versi mi vennero fatti una mattina che in un giornaletto clericale, di quelli che ragionevolmente e canonicamente mi facevano e fanno bu bu dietro per amore dell’inno a Satana, lessi la novella ch’io ero morto.