Giambi ed epodi/Libro II/Feste ed oblii
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Libro II - Per Vincenzo Caldesi | Libro II - Io triumphe | ► |
XIX.
FESTE ED OBLII
Urlate, saltate, menate gazzarra,
Rompete la sbarra — del muto dover;
Da ville e da borghi, da valli e pendici,
4Plaudite a i felici — di oggi e di ier.
Su, vergini e spose, bramose, baccanti,
Spogliate l’Italia di lauri e di fior,
Coprite di serti, di sguardi fiammanti
8Le glorie in parata de i nostri signor.
Deh come cavalca su gli omeri fieri
De’ baldi lancieri — la vostra virtú!
O sole di luglio, tra i marmi latini
12A gli aurei spallini — lusinghi anche tu.
E mobili flutti di fanti e cavalli
Risuonan pe ’l clivo su ’l fòro latin,
E il canto superbo di trombe e timballi
16Insulta i silenzi del sacro Aventin.
Ahi sola de’ vóti d’un dí la severa
Mia musa, o Caprera, — riparla con te,
E, sola e sdegnosa, de l’orgia romana,
20Deserta Mentana, — ti chiede mercé.
Là il vino, la luce, la nota che freme,
Ne i nervi, nel sangue risveglian l’ardor:
Qui trema a la luna con l’aura che geme
24Lo stelo riarso d’un povero fior.
E altrove la luna del raggio suo puro
Illumina il giuro — rïanima il sí,
Che mormora a un altro languente vezzosa
28La vedova sposa — del morto ch’è qui,
O empie insolente la camera mesta
Svegliando a le cure del dubbio diman
La madre che in questo bel giorno di festa
32In vano pe’ trivi chiedeva del pan.
- 2 luglio 1871.