Geografia (Strabone) - Volume 3/Libro V/Capitolo V

Capitolo V

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Strabone - Geografia - Volume 3 (I secolo)
Traduzione dal greco di Francesco Ambrosoli (1832)
Capitolo V
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CAPO V.

Descrizione dell’Umbria.

Alla Tirrenia dalla parte d’oriente congiungesi l’Umbria che piglia il suo principio dagli Apennini ed anche più in là, e stendesi fino all’Adria. Perocchè cominciandosi da Ravenna gli Umbrii occupano tutto il paese circonvicino, e poi via via Sarsina, Arimini, Sena1, [p. 44 modifica]e Camarino. Appartengono all’Umbria anche il fiume Æsi e il monte Ginguno2, la città di Sentino, il fiume Metauro, e Fanum Fortunae. Quivi sono i confini tra l’antica Italia e la Celtica dalla parte del mare Adriatico; ma furono poi spesse volte tramutati dai governatori di quel paese. Perocchè da prima stabilirono per confine l’Æsi; poi il fiume Rubicone. Ed è l’Æsi fra Ancona e Seno Gallia3; e il Rubicone è fra Arimini e Ravenna: e tutti e due sboccano nell’Adria. Ora poi, denominandosi Italia tutto quanto il paese infino alle Alpi, non accade più ragionare di cotesti limiti. Nondimeno tutti s’accordano a dire che l’Umbria propriamente detta si stende niente manco che fino a Ravenna, perocchè questa città è abitata da Umbrii.

Da Ravenna pertanto ad Arimini dicono che vi sono trecento stadii. Chi poi va da Arimini a Roma per la Via Flaminia, attraversando tutta quanta l’Umbria fino ad Ocricli ed al Tevere, percorre un cammino di mille e trecento cinquanta stadii: e questa è la lunghezza dell’Umbria; ma la sua larghezza è irregolare.

Al di qua dell’Apennino le città notabili lungo la stessa Via Flaminia sono Ocricli sul Tevere, [p. 45 modifica]Larolo4 e Narna, attraversata dal Nar che si unisce col Tevere poco al di sopra di Ocricli, ed è navigabile da barche non grandi: poi si trovano Carsuli e Mevania presso cui scorre il Tenea5, il quale porta anch’esso nel Tevere sopra barche non grandi le produzioni della pianura: poi ancora altri luoghi abbondevoli d’abitanti piuttosto perchè si trovano situati lungo quella via, che per qualche loro politica importanza; tali sono Foro Flaminio, Nuceria, dove lavoransi vasi di legno, e Foro Sempronio6.

Alla destra poi di chi va da Ocricli ad Arimini stanno Interamna, Spolitio, Æsio e Camerta7, proprio nei monti che servono di confine al territorio Picentino. Dall’altra parte8 si trovano Ameria, Tuder, città forte, Ispello e Itoro, vicina al più alto passaggio delle montagne.

  1. Sinigaglia e Camerino.
  2. L’Æsi è il Fiumesino. Il Ginguno non è conosciuto. Sentino è ora Sentina, e il Metauro dicesi Metaro. Del nome latino poi Fanum Fortunae (Tempio delta Fortuna) ora è rimasto sol Fano.
  3. Poco prima la nominò semplicemente Sena.
  4. Non vi ha notizia di questa città; però credono alcuni che il testo sia corrotto. — Narna dicesi ora Narni, e il Nar è La Nera.
  5. Il Topino; e secondo altri le Vene di Piscignano (l’antico Clitumnus), che presso Bevagna (Mevania) piglia il nome di Timia. (Edit. franc.).
  6. Foro Sempronio è ora Fossombrone. Nuceria è Nocera; e Foro Flaminio è secondo alcuni Ponte Centesimo a sette miglia da Nocera, secondo altri Castel S. Giovanni.
  7. Cioè Terni, Spoleto, Jesi, e (secondo il Cluvier) Camerino; ma rispetto a quest’ultima gli Edit. franc. dimostrano che Camerino e Camerta dovettero essere due luoghi distinti.
  8. Cioè sulla sinistra della via Flaminia. Delle città poi menzionate subito dopo, Ameria è Amelia, Tuder è Todi, Ispello conserva il suo nome, e Itoro od Ituro non è conosciuta.