<dc:title> Gazzetta Musicale di Milano, 1843 </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Autori vari</dc:creator><dc:date>1843</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Gazzetta_Musicale_di_Milano,_1843/N._36&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20220110182035</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Gazzetta_Musicale_di_Milano,_1843/N._36&oldid=-20220110182035
Gazzetta Musicale di Milano, 1843 - N. 36 - 3 settembre 1843 Autori variGazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu
[p. 153modifica]GAZZETTA
ANNO II. DOMENICA
N. 36. 3 Settembre i 843,
Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si
danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica
classica antica e moderna, destinati a comporre un voJumc
in i.«di centocinquanta pagine circa, il quale in
apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà AnDI
MILANO
i La musique, par des inftexionsvives. accentuées, et,
• pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas•
sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets,
■ soumet la nature entière à ses savantes imitations,
• et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des ton•
timents propres à l’émouvoir. •
J. J. Rousse.w.
Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta e eV Antologia
classica musicale è dicfTelt. Ausi. I,. 12 per semestre,
ed efielt. Ausi. L.-Uaffrancata di portofino ai confinidella
Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale.
— La spedizione dei pezzi di mùsica viene fatta
mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti
dello Studio Ricordi, nel modo indicalo nel Manifesto.
— Le associazioni si ricevono in Milano presso l’tlfiicio
della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Ontenoni
N.° 4720; all’estero pressò i principali negozianti
di musica c presso gli Ufiìci postali. — Le lettere, i grupP<»
vorranno essere mandati franchi di porto.
SOHHABIO.
I. Studi Biografici. Intorno alla vita, ed agli scritti di
F. Gaffurio - II. A proposito d’una polemica oltremontana.
- Ili. Carteggio. - IV. Teatro Re. Prima
Recita della Compagnia diretta da Gustavo Modena.
- V. Aneddoti Musicali. - VI. Notizie Musicali
Diverse. -VII. Nuove Pubblicazioni Musicali.
STI!DJ BIOGRAFICI
Memoria intorno alla vita eil agli
scritti di Franchino Gaffurio (1).
Voti per l’erezione di una cattedra
di alta istruzione Musicale.
’ul piedestallo vi è il nome Frati.
chinus} dalla sua bocca sortono
le parole: Harmoniaest discorl’dia
concors, ed intorno al
- - - — _non disadorno intaglio iti legno
trovasi l’iscrizióne: Franchinus Gtffurius
Laiidensis: Triti’ de musica volantina
Theoricam et Praclica/n et Harmoniam
Istnimentorom accuratissime cónscripsit,
la quale indica le principali di lui opere
in cui ha trattato tutte le parti della musica
teorica e pratica ed in tutta quell’estensione
di cui erano suscettibili quei
tempi.
Gio. Molossi, nella tavola di que’letterati
lodigiani che furono lettori pubblici, inserita
nella sopraeilata sua opera, annovera
anche il Franchino qual lettore di
musica in Pavia nell’anno 1494. Ma non
facendo di ciò menzione il discepolo
di Gaflurio, il Melegolo, che per onore
del maestro non avrebbe certamente negletto
di notar questa circostanza, e passandola
sotto silenzio anche il Sassi, che
però prova la sua cattedra in Milano compatibile
colla prefettura de’cantori della
Cattedrale, è da presumere che ciò sia
ini abbaglio d’amor patrio} come non
sembra adequata l’espressione che usa il
nobile signor corlte Litta nel suo primo
fascicolo delle Famiglie celebri di Italia,
dicendo: che al tempo di Lodovico Sforza
presiedeva Gaffurio al primo conservatorio
di musica, che si erigesse in Italia: essendo
una cattedra di musica ben differènte
cosa di un conservatorio musicale.
Bensì l’anno 1494 fu forse quello in cui
da Lodovico venne il Gaffurio chiamato
i codesta cattedra, poiché nell’opera stam1
pata nell’anno 1492, chiamavasi soltanto in
1 delubri majorit c/toro P/ionascus, mentre
(t) Continuazione. Vedi il N. 51 e
nell’altra promulgata nel 149G, s’intitola
Musicae Professor.
Appassionalo per l’arte mia, e desioso
quindi di vederla coltivata ne’modi più
ampj e forse piji adattati nell’età in cui
viviamo, ed ai lumi che va spargendo, non
una filosofìa d’un secolo sedicentesi illuminato
(già passata di moda) ma un amore
più vero ed un interessamento maggiore
per le belle arti, solo retaggio della nostra
’ sempre unica Italia, sarammi permesso di
| esternare qui un mio volo, perchè queste
cattedre di musica usate ne’più bei: tempi della gloria italiana di nuovo avessero
a risorgere nelle nostre università.
Non è già questo il momento di ragionare
per esteso intorno all’utilità delle me|
desiine, nè io sarei da tanto di disegnare
■ un piano, mercè di cui polrebbersi ottenere
da esse tutti i vantaggi possibili. Ma decito
almeno mi sia di accennare alla sfuggita,
che i Pontefici e gli Sforza negli accennati
tempi in Italia, Alfredo il Grande
in-Inghilterra e nel secolo nostro i Sovrani
della Germania, a Berlino, a Lipsia,
a Wurzburgo, a Gottinga ed altrove hanno
con ragione concessa alla musica di assidersi
accanto alle pregiate sue suore la
la poesia e l’eloquenza.
E dovrà forse la musica mai sempre essere
riguardata o come arte quasi njeccanica,
la quale non abbia altro scopo che
di servire ad un passaggéro diletto, ad un
frivolo solletico dtj’ sensi - o come sterile
calcolatrice di numeriche combinazioni ed
intralciati giuochi insipidi d’invecchiata abitudine
contrappuntistica? - E non potrà
dessa più innalzarsi al rango che occupava
un tempo nel classico suolo, quando i Perieli
se ne servivano per le Joro mire politiche,
ed i Socrati in età avanzata non isde-,
gnavan di apprenderla anche dopo d’aver
dettato le più savie sentenze di recondita
filosofia e pura morale, giacché contemplavano
in essa un fine più nobile, una via
per giungere ad un bello sublime? (!)
Se ne’conservatori di musica s’insegnano
le regole pratiche aèll’arte del canto, del
suono e della composizione, si avrà con
ciò esaudito quanto richiedesi per formare
un artista perfetto? Chi gli sarà di guida
nella contemplazione, imitazione ed espressione
del vero bello e de’moltiplici affetti
e passioni se non 1 Estetica? Chi frenerà
non di rado gli intemperanti slanci d’una
accesa fantasia? Chi gli eccentrici voli d’un
genio giovanile se non la filosofia e la critica?
(1) Vcggasi l’articolo dato in uno dei fogli scorsi
sotto il titolo La Musica riguardala ne’presenti bisogni.
Lo spirito umano tende ad esprimere
l’ejje/e suo anche nelle.belle arti} anzi
dirsi potrebbe, che lo stato loro è il termometro
dell’uman/Vrt, poiché dalle medesime
rilevar si possono e il grado di coltura e
d’attività, e il modo di sentire e di pensare
delle rispettive generazioni.
Ed in fatti, finattantochè lo spirito umano
restò ne’ confini della semplice innocente
natura, la musica non era che un linguaggio
ingenuo de’sentimenti naturali, l’espressione
pura di moderati affetti, che s’insinuavano
facilmente negli animi incorrotti.
- Ma quando l’uomo s’allontanò da questa
ristretta semplicità,s’aumentarono in lui con
i nuovi suoi bisogni più variate e più impetuose
passioni, la musica semplice, il
canto naturale perdette la sua influenza
sul cuore umano. - Essa divenne allora il
linguaggio di sentimenti alterati, di sregolate
passioni e di affetti tumultuosi, essa
dovette vestire nuovi e più variati modi,
onde col titillamento della novità destasse
a cosi dire dal letargo l’ottuso ed addormentato
sentimento} essa dovette tentare
di colpire più colla forza e vivacità che
non colla finezza e dolcezza, più col rumore
e co’ salti mortali che non colla delicatezza
e regolarità, onde servire ora alla
mollezza degli snervati ed alimentare i loro
sentimenti voluttuosi, ora alla salvatichezza
del barbaro, affine di sostituire la sua baldanza,
ora all’ozioso spensierato, per abbreviargli
la noja della neghittosa sua esistenza.
Se le belle arti adunque sono immedesimate
coll’umanità, se il perfezionamento
di quelle tende a nobilitare questa, non
sarà quindi senza vantaggio il trattare la
musica sotto un punto di vista più generale
e più nobile, e con i sublimi precetti
della Filosofia Estetica e Morale. Anzi
resterebbe un vuoto notabile se ne’ luoghi
ove radunasi il fiore della gioventù non
vi fosse chi accanto a severi studj spiegasse
di quell’arte, che gli antichi estimarono
assolutamente necessaria all’educazione,
la vera e nobile tendenza, l’origine
e l’oggetto, l’estensione, l’influenza
sulle facoltà dello spirito e sui sentimenti
del cuore, le sue relazioni colle altre bell’arti}
analizzasse le bellezze de’ capi d’opera
d’ogni età, paragonandole fra di
loro} e dirigesse con questo mezzo il giudizio
ed il criterio degli amatori} narrasse
la storia e le vicende a cui fu ed andrà mai
sempre soggetta - sviluppasse inoltre le r
cagioni delle sensazioni più o meno ag- *
gradevoli} inspirasse quindi il gusto del vero |
bello, e tentasse nell’istesso tempo d’im- | [p. 154modifica]- 454 —
pedire eli’ insaziabile desio di novità non |
accagioni la decadenza dell’arte-, si estendesse
inoltre su i differenti gusti delle nazioni,
sulla caratteristica delle loro canzoni
e delle loro lingue -, ed enumerando i varj
usi a cui è destinata la musicarne deducesse
da’ relativi sani principj i varj e
veri modi di trattarla; ma soprattutto se
ne servisse anche praticamente, onde giovar
all’educazione, ben sapendo con Cicerone
( Lib. 2, de legibus ), nihil tam facile
in animos teneros, al(/ue mol/es inJlaere
quam varios canendi sonosrappresentandola
quale immagine della vita, quale
espressione di attività caratteristica, che
scaturisce a così dire dalla pienezza del
cuore e dall’immaginazióne, solleva e vivifica
l’animo, gli desta mille delicati sentimenti
e mille pensieri sublimi, sia qual
trattenimento privato e solitario, sia qual
virtuoso riposo delle più serie occupazióni
di mente, sia finalmente qual nobile legame
sociale, il quale serve or a sollievo
dell’indigenza e delle offuscale menti, ed
è non di rado efficace ministra di gioja
or piange sulle sventure degli eroi, or sorride
sulle follie umane, or celebra i trionfi
del valore, or accresce la gioja delle feste
nazionali, ed or canta inni di lode al creatore
delle purissime celesti armonie dell’universo...
Ma l’amore dell’arte mia e un vano desiderio
mi trasportarono troppo lungi dal
mio tema; fo quindi ritorno a questo riprendendo
a parlare di Franchino.
Nell’accennato anno 4496 condusse egli
a fine l’altra sua grand’opera intitolata:
Practica Musices, la promulgò co’ tipi di
Guglielmo Signere e la dedicò parimenti
al Moro, in allora duca di Milano, perchè
dallo stesso fu gradita assai la prima, come
si legge appunto nella lettera nuncupatoria.
In quell’epistola dopo aver pronunziato
le lodi amplissime della musica, desunte
dal senso universale delle genti e
dall’autorità de’ poeti e de’ filosofi, intendendo
però di parlare» non della teatrale
«ed effeminata, la quale facilmente corei
rompe i costumi, ma di quella modesta
«e virile celebrata dagli antichi eroi, che
«alle mense dei re cantava gli fatti egregi
«degli uomini illustri e fu perciò eccitaci
mento alla virtù». Volgesi egli di poi al
magnifico suo Principe enumei-ando le sue
gesta, e le sue lodi particolarmente. Indi
spiega il fine propostosi nel comporre codesto
libro, cioè, di esporre pel profitto
de’ cultori dell’arte, con brevità e precisione
in una sol’opera, tutto ciò ch’è sparso nei
volumi di molti.
Consta èssa di 4 libri, di cui il primo
tratta degli’elementi, il. secondo della misura,
il terzo del contrappunto, ed il quarto
delle proporzioni musicali.
Il sig. Choron,ed il citato sig. Forchel,
il quale chiama questo trattato una delle
più antiche e migliori opere musicali, affane
di descrivere ne’ loro scritti ordinatamente
i progressi della musica, credettero
di dovercene dare una ragionata analisi,
la quale tanta utilità recò all’incremento
dell’arte, che gli scrittori posteriori, come
il Vàlgurio nella sua. traduzione latina
del dialogo di Plutarco sullà musica,
stampato nel 1507 a Brescia presso Angelo
Britannico, compiangendo nell’esordio
la corruzióne della musica, non esitano
di asserire, che ciò devesi ascrivere a questo
che colóro i quali ne fanno professione
- negligentano, o per gelosia o per igno.
ranza,di consultare su questa materia gli
eccellenti scritti di Franchino Gaffurio ove
troverebbero con che perfezionarsi in un’arte
sì utile. (Sarà
Continuato).
Simose Mayr.
A proposito di una Polemica
oltremontana.
Delle Demoiselles de Saint-Cyr, nuova
commedia in cinque alti del signor Alessandro
Dumas, stata non ha guari rappresentata
per la prima volta sulle scene
del Théàlre-Francais, i lettori del nostro
giornale non solo conoscono il sunto (t),
ma sanno eziandio come venisse in generale
al suo apparire severamente giudicata
dalla stampa periodica parigina. Chi prese
di mira fra i primi ed in modo veramente
ostile questa nuova produzione, fu Giulio
Janin, il più terribile o il più verboso
estensore che sia delle appendici letterarie
del giornale dei Débats: Alessandro
Dumas, punto al vivo da quella salva di
fuochetti d’artificio che formano la principale
caratteristica dello scrivere del critico,
cui egli dovette servir di bersaglio, ebbe
il torto di rispondere una lettera per le
rime al suo detrattore, col mezzo dell’altro
giornale La Presse. Diciamo il torto,
non già perchè le cose esposte dal Janin
a Carico dèi Dumas, fossero altrettanti
articoli di fede, ma perchè un autore, secondo
noi, ha sempre torto, quando si
sdegna con parole, Con fatti, e molto più
con risposte a stampa del male che un
giornalista dice dell’opera sua. All’autore
considerato in rispetto alle critiche, corrono
a parer nostro due debiti principali;
egli debbe cioè in primo luogo procurar
di togliersi dagli occhi la benda deU’amor
nrio a segno tale da poter distinguere
e censure a lui fatte siano giuste od
ingiuste, e quando giuste le-trovi, debbe
farne tesoro onde trarne prò per un altro
lavoro; ed in secondo’luogo e’debbe mostrarsi
impassibile a tutti gli altri giudizj,
siano pur essi meno esatti, Gettati da cattive
prevenzioni, falsi, insensati. Chi troppo facilmente
cede alle lusinghe di una polemica,
commette un’alta corbelleria, e ne esce sempre,
o quasi sempre, col dannò e colle beffe.
Dove se ne va, per tal modo operando, la
modestia tanto necessaria e tanto lodata in
un uomo di lettere? 11 pubblico vuol ammirare
per sè stesso, non perchè altri glielo
imponga, e molto meno poi perchè glielo
imponga colui, al quale l’ammirazione appunto
vien contesa dal critico. L’autorè censurato
che si difende, dice, in modo sottinteso,
sì ma lo dice: rendetemi giustizia
ed ammiratemi; voglio ad ogni pattò
che mi ammiriate!..Goldoni, ch’era quel
uomo di fino criterio che tutti sanno, riferisce
nellè sue Memorie, di aver sempre
procurato di rispondere a’suoi detrattori,
non con giustificazioni, ma ingegnandosi
di compor subito una commedia migliore
di quella disapprovata. Quando, un autore
si sarà ben bene sbracciato gridando o scrivendo,
il tal giornalista che si annojò leggendo
l’opera mia, si annojò perchè non
seppe comprendere l’alta missione che mi
moveva a dettarla; il tal’altro disse male
del mio libro perchè non saprebbe mài
fare altrettanto ed è invidioso di me; quegli
è così romantico che non può lodare
il mio dramma scritto coi precetti del classicismo;
questi è così classico che trova
(1) Vedi Gazz. Mus. N. 55.
una meschinità la mia commedia romantica;
l’uno mi fa contro per ispirilo di consorteria,
l’altro per basse idee di venalità;
il critico Martino è un ignorante, egli non
ha mai fatto quel che ho fati’ io,• guai se
mi mettessi a rivedere le bucce a’ suoi scritti; vedete quanti spropositi disse Tizio
nella tale occasione, quanti errori commise
nella tal’altra, èvia via di questo passo,
non so se diremmo meglio ai sciocchezza
in schiocchezza cr di contumelia in contamelia;
quando un autore si sarà ben bene
sfogato, chiediamo noi, mandando fuori queste
e consimili osservazioni, contro un*giornalista
che abbia disapprovato l’opera sua,
avrà vinto la jDropria causa, l’opera sua diventerà
migliore per questo? Al buon senso
dei nòstri lettori la risposta. Eppure ecco
il colore delle polemiche d’òggi dì, ecco
il colore di quella del Dumas per noi accennata.
Forse che la sua nuova commedia
sarà chiarita buona, a dispetto del Janin,
perchè il Dumas disse a questi, ch’ei
non seppe mai fare un componimento che
valesse La Tour de Nesle? Ovvero perchè
il Dumas riportò alcuni errori storici,
e vari strafalcioni commessi dal Janin nelle
su e famose lettere sull’Italia? Le scene
delle Demoiselles de Saint-Qyr non diventeranno
per Iddio con questi argomenti,
nè più brevi, nè più spiritose, nè meglio
concatenate!
Il Janin raccolse il guanto gettatogli dal
Dumas e gli replicò con un’altra salva di
piccoli razzi, ai solito discretamente piacevoli,
dichiarando fra l’altre cose che il
Dumas non è l’autore della commedia Les
Demoiselles de Saint-Cyr. Secondo lui era
questa l’opera di un meschino letleratuzzo
che avevaia intitolata Les deux mousquetaires,
e Dumas degnossi soltanto di cambiarle
il titolo, di farle qualche piccola variazione,
e di permettere che passasse sotto
il proprio nome, a patto che ei, Dumas,
ne ricavasse il lucro maggiore, mandando in
pace il vero autore con pochi qùattrini.
Se ciò -fosse vero che bel frutto avrebbe
ricavato il signor Dumas dalla sua polemica
dando luogo ad una pubblicità di tal fatta?
Ma ultimamente le cose varcarono benanco
i limiti prescritti ad una letteraria tenzone,
ed i due campioni, lasciala in non cale la
penna, furono in procinto di por mano alle
spade. Se non che, le loro menti vennero
in buon punto illuminate da un raggio di
benefica luce, e il dramma si chiuse, a quanto
ne riferisce lo stesso Janin, con lieto fine.
Già s’avviavano ai luogo destinato al
combattimento accompagnati dai rispettivi
padrini, quando per la via i contendenti
ebbero reciprocamente a sentire nel proprio
interno,che ciascuno d essi molta stima
aveva nudrito e nudriva tuttora per il proprio
avversario; questo sentimento passò
dal cuore alle labbra; die] luogo a giustificazioni
molto sensate, ed i padrini, veduta
la buona inclinazione delle parti, posero
facilmente suggello alla pace e d’ora innanzi
nessun’altra gara sarà fra i due letterati,
se non se quella di chi farà mèglio dei
due, un lavoro drammatico, o un articolo
da giornale. Tanto promisero in quel momentosolenne!
Sviluppo codesto lodevole
assai, e che noi proponiamo ad esempio
di certi letterati permalosissimi ch’ebbero
culla al di qua dell’alpi!
Intanto pare indubitato che Les Demoiselles
de Saint-Qyr, sia per qualche loro
merito intrinseco, sia come vogliono taluni,
per la squisita abilità degli attori che
la rappresentano, sia perchè sono sostenute [p. 155modifica]— -155 >
(Ja‘‘.claqueurs indomabili, come sogliono
> altri, o sia finalmente perchè abbiano acqui.
stata celebrità in grazia delle accennate
j battaglie, continuano a mantenersi nel repertorio
ed a chiamar spettatori.
CARTEGGIO
Parigi.
Io sono desolato di non poter discendere alle piccanti
particolarità clic diedero un’impronta affatto
speciale alla prima ed unica rappresentazione del Pigeon-vole
di Castil-Blaze, andato in isccna alcune sere
fa al teatro Veiitadour. Come entrare «lifatti, volendo
esser breve, nei dettagli di certi intrighi da palco
scenico, di certe avventure da anticamera, di certe
dispute più o meno pubbliche, di cui fu argomento
questo dramma volubile, offerto finalmente a dispetto
dei direttori dei teatri e del buon senso, al giudizio
musicale dei pubblico parigino? Ma se io ommctlo tutto
questo, non posso però tacervi clic la curiosili) era
violentemente aguzzata dalla lettura di certi articoli,
ilei quali Caslii-BIazc avea parlato di sò stesso, della
sua opera con un’ammirazione lanlo furibonda, da
far credere ad un certo disordine nello spirilo deìl’illust
re rattoppatone dei capolavori musicali ed ollrcalpini.
Egli, Castil-Blaze, confessava con una ingenuità adorabile
d’essere il primo musicante del suo secolo, il più
abile scrittore di libretti, l’unica creatura che potesse
rialzare questo teatro lirico c cromatico, deplorabilmente
caduto fra le mani dei Rossini, «lei Meycrbcer,
degli IJalcvy, e dell’altra plebe musicale, che ho l’o,
queste le segrete
delirio consumato fra quattro alitici dinanzi é(li dietro
ad. alcune bottiglie d’cccclicntc Champagne, ma piuttosto
l’opinione.calma, riflessiva, meditata del giornalista, che
manipolava i -suoi’articoli colla tranquillità d’un uomo
clic pensa a quello che fa o che fa quello clic pensa,
e che offriva per garanzia il suo nome scritto a lettere
«li una grandezza abbastanza evidente. Da qualche
tempo gli articoli di Castil-Blaze consistevano presso
a poco nel seguente formolario. Non v’è altra musica
che la musica, c Castil-Blaze ne ò il suo profeta-Segnato
Castil-Blaze. "
Dietro - tutto questo figuratevi con qual premura il
mondo letterario, artistico, critico, c galante dovesse
accorrere ad udir finalmente il grande capolavoro,
annunzialo da tanto tempo, panigirizzato, esaltato,
apotcizzalo regolarmente in tre o quattro colonne settimanali.
Fu una pressa, un tumulto, un affollarsi, che
potea lusingare tutti gli amor proprii, quello del -Signor
Castil-Blaze compreso.-La Giraffa non avea prodotto
tanta sensazione sul pubblico.
Questa rappresentazione adunque tanto eccezionale
nelle sue antecedenze, continuò ad esserlo fino alla
fine. Non si applaudì, non si fischiò, nò si rimase
muti ed indifferenti: queste ire forme di successo sono
troppo tradizionali cd antiche, perchè si attagliassero
ad una creatura c ad un’opera tanto eccentriche quanto
lo sono’ Caslil-Blasc ed il suo piccione. Le risa più
sonore, più animate, accompagnarono la produzione
del capolavoro; parole e musica ottennero un successo
assolutamente diafragmatico, epiteto di cui chiederete
la spiegazione al primo medico clic troverete per via.
10 ve ne guarantisco per ora l’a proposito c l’esattezza.
Nei giorni successivi a questa rappresentazione, che
ha tutto il diritto al titolo di stravagante, la piccola
c la grande stampa si diverti in mille maniere, alle
spalle di.Castil-Blaze, gettando frizzi, epigrammi, satire
più o meno spiritose sull’illustre testa dell’autore del
Pigcon-Vole. Fu una continuazione tipografica dell’omcrico
riso degli spettatori.
Ebbene!-CasliI Blazc guardò tranquillamente questi
visi che s’agitavano nella convulsione del riso, lasciò
scorrere queste penne intinte d’una pece Rabcliana, e
poi si assise con calma e con dignità vicino al suo
scrittojo, cd improvvisò un articolo in propria lode,
un articolo in cui confessa di voler conservare ancora
il suo posto di genio, non accettando per ora
che l’aggiunta dell’aggettivo incompreso. Il sangue
freddo di quest’uomo, la-profondità della sua ammirazione,
il suo procolismo, per usare un termine
del tutto italiano, verso sé stesso, sono dei fatti forse
unici nella cronaca’ del mondo intellettuale. Niente lo
scompone, niente lo agita, niente getta dei dubbi,
delle incertezze in questa testa; egli vuol essere a
tutta forza il più grande dei maestri, c lo vuol essere
se dovesse versare dei barili d’inchiostro;.cosa da cui
11 ciclo ò pregato istantemente ili preservarci.
• Caslil-BIazc è sicuramente in lai modo- uno degli
w uomini più singolari della nostra epoca. Circondato da? una folla di alci di tutte le sorta, di increduli, di in|
differenti, egli ha saputo conservarsi intatta una relip
gione; mentre tutto intorno a lui respira la noja, la
| stanchezza, il dubbio, nel suo sguardo voi leggete una
fede, un entusiasmo, una vera c grande idolatria;
nella società tutto tituba, tutto ò tremolante, le are
cd i numi minacciano di cadere sotto il peso d’un
gravoso scetticismo, ed egli; egli- ha innalzalo un aliare,
brillante di splendori c di pompe, profumalo dagli
incensi, bagnato, se non dal sangue di molte vittime,
per lo meno da molte bottiglie d’inchiostro, ed
innanzi a questo altare se ne sta là inginocchialo col
raccoglimento d’un santo, col fervore «l’un credente,
colla pazienza d’un martire, mormorando preghiere,
inni, allclluja cd Osanna! Nobile c felice creatura! Con
qual voce da slcntore, non ha egli saputo gridare a
questa plebe che ripete gli Dei se ne vanno, più
severo, il più caldo, il più sincero incutile del mondo! Gli Dei se ne vanno? Grazie dell’avviso, ma
aspettate almeno che sia morto Castil-Blaze per gridare
gli Dei sono ondali. Almeno questa è la sua
opinione. Credetemi intanto
Vostro affezionatissimo.
TEATRO RE
Mm Catunniadi Serihe •Prima recita
della Compagnia diretta da Gustavo
Modena (*).
Nell’ultimo numero del presente giornale, parlando
dell’imminente comparsa di questa compagnia sulle no-.
sire scene, formata nella maggior parte di giovani che
il Modena prese seco col proposito di educarli nell’arte
difficile delia recitazione, noi, sebbene confidentissimi
nella gran valentia del maestro, andavamo molto a rilento
nel pronosticare sul conio del di lei merito, ma
ora ci gode, veramente l’animo di poter soggiungere,
clic quel nostro annunzio era al disotto del vero, c
ci affrettiamo a farlo noto, quantunque it tempo stringa
c poco spazio ci rimanga nel foglio.
Ai particolari adunque un’altra volta o per dir mcglio
altre volte. In allora noi daremo i nomi dei singoli
attori, diremo delia maggiore o minore attitudine
degli uni c degli altri, faremo osservare come i molti
nuovi o nuovissimi all’arte siano stati con buon accorgimento
cementati con alcuni attori provetti, ci occuperemo
di madamigella Adelia gentile e recente conquista
fatta dall’arte, e via via.
Per ora coloro che hanno confidenza nel miglioramento
ite’ nostri commedianti, si consolino c sappiano
clic Modena ci par.c abbia avuta la mano discretamente
felice nella scelta de’ propri clementi, e che
nessun altro avrebbe saputo trarne in si breve, tempo
un si grande.profitto.
Buon volere, intelligenza’,, emancipazione dai prcgiudizj
di casta, c studio di evitare il solito manierismo
teatrale, ci sembrarono i distintivi di quello stuolo
di artisti nascituri, comprensivamente alle attrici che
si fecero notare eziandio per sfarzo c buon gusto ncll’abbigliarsi,
non clic per aggraziato c signorile contegno.
Questo per le generali; in particolare poi trovammo
lodcvolissima la cosi detta mise en scéne, e
non ci ricorda d’aver visto una più accurata disposizione
dei gruppi e delie persone che non parlano.
Siane dunque lode al Direttore, clic al suo primo
apparire venne da un scélto ed affollato uditorio salutato
con una commovente salva d’applausi, cd ebbe
la compiacenza di dividerne un’altra co’ suoi colleglli
e discepoli a spettacolo, finito. Egli’sostennc in modo
meraviglioso, secondo il solito, la parte del Ministro
Raimondo., G. I.
O A torto taluni, che pure si dicono amatori del teatro
drammatico, ebbero a lagnarsi clic il Modena aumentasse
di cinquanta centesimi il prezzo del biglietto
d’ingresso; clic fino al presente per le compagnie italiane,
anche le migliori, stette limitato a una sola lira.
Il lamento ne sembrò fuor di proposito per più ragioni.
Si grida incessantemente contro la miseria dell’arte
comica italiana, si declama contro la nessuna
cultura, la trascuraggine, l’ignoranza de’.nostri attori,
si maledice alla povertà de’repcrtorii non d’altro infarciti
clic d’improprie traduzioni, c con dispettosa
impazienza si invoca un rimedio a tanti guai, c si
soffre con inquieto mal umore la troppa inferiorità
nostra a petto de’ Francesi. Ma com’ò egli mai possibile
ottenere che si veggano più o meno presto adempite
queste giuste esigenze, se il pubblico non si abitua
anzi tutto a tenere la drammatica italiana in miglior
conto di quanto fece finóra? E il primo atto col
quale ò dato al pubblico l’addimostrare il suo. amore
ad un’arte, è appunto il non rifiutarsi a’compcnsarne
degnamente i cultori, c a dar loro i mezzi di far fronte
alle lantc difficoltà «Fogni natura clic si oppongono al
suo prosperamento.
Il.Modena è deciso a dirigere i suoi artisti sulla
via delle più urgenti riforme, cd è uomo da ottenere
tutto quel più cui può pretendersi tra noi per ora.
Ma perché ci possa- procedere alacre nell’opera intrapresa
ha d’uopo die gli vengano porli i mezzi a
superare i non pochi materiali ostacoli di che l’arte
sua è ingombra.
Una soia porzione de’ tanti fervorosi amatori del |
Teatro,.voglia recarsi volonterosa alle rccite di que- <
sta nuova compagnia, ’ voglia confortarne gli sforzi ■
senza meschine economi clic riserve sul prezzo del i
biglietto o sul costo _de’ paletti, c in breve tempo si f
vedranno i buoni risultati di quel generoso favor,
popolare clic tra noi fu finora troppo limitatamente
accordato all’arte drammatica, a quest’arte che più
direttamente di qualunque altro contribuisce al miglioramento
de’costumi, c può dirsi vera cd efficace inscgifutricc
di gentilezza.
ANEDDOTI MUSICALI
Lacépèdc, che non era compositore di musica men
valente di quel che fosse gran naturalista, aveva composta
un’Opera intitolata Omfalc. Ricevuta all’Accadcmie
Rogale de •Musique, quest’opera restò due anni
sepolta negli archiviti Finalmente dopo iterate sollecitazioni
si deciso che sarclibcsi posta in iscena e il di
della prova generale arrivò. Ogni cosa pareva presagire
un clamoroso successo quando il capriccio di
una cantante fece andar tutto a monte c la rappresentazione
venne sospesa. Disgustalo del teatro al quale
voleva dedicarsi per. professione, l’autore giurò che
vi rinunziava per sempre, e cosi fu.
Se’ Omfale fosscsi rappresentata con acclamazione,
com’era probabile, forse.succedeva clic il nome di Lacépèdc,
invece di andar a collocarsi vicino a quelli di
Buffon e di Cuvicr, Sarcbbcsi rannicchiato tra mezzo
a que’ di Mozart c di Rossini, lì a supporre che ove
molti virtuosi e maestri compositori, al primo tentare
l’arringo teatrale, si fossero scontrali in qualche ostacolo
clic li respingesse, sarebbero per avventura riusciti
migliori naturalisti, o fisici od anche meccanici
di quel che siano sorliti venditori di voci c fabbricatori
di Opere.
Un’attrice cantante che dovea prodursi per la prima
volta sur un grande teatro, pciisò di accaparrarsi il
voto de’ due principali giornalisti della città, e il di
della prova mandò all’uno c all’altro un gentil bigliettino
nel quale raccomanda vasi dilicalamenlo per un articolo
d’encomio, lasciando presentine la sua disposizione
di compensarne il redattore con nobile generosità.
Ebbe luogo la recita c la cantante non piacque.
- Uno dei due giornalisti, di pasta molte, la lodò
con frasi enfatiche e la trovò mirabile in ogni.cosa;
l’altro più tirato c severo, biasimò il suo metodo di
canto, la sua azione, insomma lutto; Il giorno susseguente
gli pervenne un picciolo astuccio con entro
ricchissima spilla accompagnata da queste due righe:
a Al più sagace c imparziale de’ giornalisti in segno
di gratitudine c di stima, ecc. n
In pari tempo al redattore suo collega, colui che
sperticatamente aveva encomiata la cattiva cantante,
veniva recata una scattola, nella quale s’acchiudevano
due belle orecchie d’asino lavorate in pulito cordovano
c accompagnale d’un pezzetto di carta clic diceva
a AI più bestialc.dc’critici teatrali in segno di
sprezzo c di beffa». L’uno e l’altro dono cran mandati
dalla cattiva cantante; se non clic il servo aveva
sbagliato t’indirizzo; ia spilla era toccala al giornalista
imparziale, il quale la rifiuto; le orecchie d’asino al
giornalista encomiatore, il quale per prudenza fece lo
gnorri c se la tenne. Ed anche l’astuta virtuosa, avvertita
dell’infausto, scambio, non volle darsene per intesa nella
paura’di esser posta in canzone, c si tacque è così s;
trovò che a suo marcio dispetto ella crasi mostrala
donna di molto spirito, forse la prima c l’ultima volta
in sua vita.
A Rossini,, quando fu ultimamente a Milano,’ un tale
domandò se una certa cantante clic proclamavasi di
gran cartello era proprio degna del Teatro della Scala,
a Della Scala del Teatro» rispose tutto serio Rossini.
— Un celebre compositore di Opere, che si picca di
molla filosofia, avendo musicala una terribile scena di
finale, chiamò il poeta autor del libretto a sentire al
pianoforte l’effetto delle sue melodrammatiche ispira-!
zioni. Ad un certo pùnto della scena il tenore alzando
il pugnale gridava «Empia morrai!» alle quali parole
il maestro aveva posta una frase piena di fi [p. 156modifica]c di impeto. E fin qui andava bene. Ma non è facile i
immaginare come rimanesse il poeta quando si accorse
clic, nella foga dcll’cslro il compositore aveva continuata
la frase musicale, con rinforzo d’orchestra, anche
sulle susseguenti parole a Coslcmazione generale a clic
nella fretta si era dimenticato di sottolineare nel manoscritto
1
Questo aneddoto fa ricordare l’altro di quel compositore
che in un recitativo ove si dipingeva un temporale,
ai versi «È tetra notte intpmo, S’avanza l’uragan
u volle ripetuta tre volte l’ultima parola - Uragan
- Uragan - Uragani - A che questa ripetizione?
domandò il poeta, - Ma per dar tempo ad Uragan di
venire sulla scena - rispose buonamente il maestro!
NOTIZIE MUSICALI DIVERSE
- — 11 Messaggere Torinese fa le sue congratulazioni
coi fratelli Favate nuovi appaltatori del Teatro Regio c
Origliano di Torino, per avere con grandi sagriiizi di
borsa, scritturati pel primo anno della loro impresa la
signora Erminia Frezzolini e madamigella Fanny
Cerrito. Se non che scritturare de’ buoni artisti vuol
dire ben poco se gli Imprcsarii non sono abbastanza
accorti c intelligenti da sapersene valere opportunamente.
- Quante volte artisti di primo grido, non valsero a sostenere
spettacoli musicali e coreografici scelti con gusto
infelice c barbaramente raffazzonali e prodotti con
riprovevole trascuraggine, o imperizia.
— Per quanto si vogliano tener segrete le- prove del
Don Sebastiano,che confò noto, il Donizelti prepara
per il Grand’Opéra di Parigi, non si potè impedire che
se ne spargesse qualche novella. Si dice, per esempio,
clic nel pruno allo vi ha un magnifico duetto, tra mad.
Stollz e Massol, e un canto di guerra di magico effetto
intonato ila Bnrroilhct e ripreso poscia dai cori. E almen
certo clic Donizctti saprà trarre tutto il partito possibile
dalla potente c mirabile ’orgènizzqziòn musicale di questo
ottimo virtuoso. Malgrado le voci sparse l’Opera non
cambicrà punto, di titolo, essa conserverà quella di Don
Sebastien e non-già l’altro le Camoens, c meno ancora
Zaida, titolo assurdo, impossibile - Scribc.introdusse
nel quint’atto di quest’Opera alcune importanti
modificazioni vplute dalla musica: si dice che lo scioglimento
sia al tutto nuovo.
— Mercoledì della scorsa settimana alcuni artisti dilettami
eseguirono nelle sale’di Rossini (a Parigi) un
ottetto di Mendelssohn. Rossini ascoltò con molto interesse
quest’opera c fece poscia ai suonatori le sue congratulazioni
con un’effusione piena di cordialità.
— Il sig. Habcneck direttore dell’orchestra del Grandi
Opéra di Parigi parli ultimamente per la città di Pau
ove fu chiamato a dirigere il graii Festival disposto per
soIcnnizzarcTcrczionc della statua di Enrico IV. Si deve
eseguire a questo Festival una Cantata di Auber con
poesia del sig. di Liadicrc, deputato cd ajutanlc di campo
èli Luigi Filippo.
— Si sta preparando per un gran Teatro Musicale
una nuova Opera intitolala Èva. L’appalto del Teatro,
clic sempre è animato da vivissimo zelo di farsi onore,
Im già ordinata la compera di magnifici velluti e piume,
ecc. Si predice che i Yesliarii saranno splendidi e
degni di chi presiede al lustro del teatro (!!)
— Il signor Castil-Blaze, tanto benemerito all’arte.
melodrammatica per aver aggiustati e ridotti a miglior I
lezione gli sparliti di Rossini, di Mozart e di Weben!) J
si difenile alla meglio in un articolo della France Musicale
dalle critiche poco fraterne che i giornalisti suoi
colleglli fecero ultimamente all’Opera di intera sua composizione
intitolata Figeon Fole.
— Uno spaventevole incendio distrusse il grande teatro
di’Berlino. Vuoisi fosse cagionato dal fuoco appiccatosi
ad alcune tavole sulle quali erano inosservatamente
caduti gli stoppacci accesi d’una scarica di’ moschetti
in una rappresentazione spettacolosa intitolata il
Soldato Svizzero.
— Vienna. Leopoldo di Mayer, di una rispettabilissima
famiglia di questa capitale, noto durante alcuni |
anni nelle Soirécs di Vienna come il più famoso sona- ■
tore di Walzer, abbandonati i suoi studj scientifici, rccossi
in un tratto nella Russia, ove cogli stupendi artifici
delle sue dita si acquistò il nome del Liszt Russo. ì
Di fatti, a giudicare da’concerti ch’egli qui diede nella:
decorsa primavera, egli supera a tal riguardo lutto ciò
che finora si udì, e perfino il Liszt originale. Egli è |
un ingegno di primo ordine, ma c mancante di un vero
principio artistico, cui difficilmente potrà ottenere mai.:
Peccato clic ei trovisi stretto ne’lacci prosaici del ma-:
teriaiismo. Chi vuol conoscere il non plus ultra di una
meccanica sfrenata eccitante il capogiro, impari a cono-., sccrc questo pianista, iu cui sentirà il Giove della
i bravura.
— Il signor Fètis fece alcune interessanti scoperte «nella regia Biblioteca di Brusscllcs: primo un mano- |
scritto con messe e mottetti di Dufay, Binchois e Plour- j
mcl (questo ultimò sinora ignoto compositore del se- |
colo 44 e 46),.dell’inglese Cockc,.di Busnois e Leroy;;
secondo un prezioso manoscritto contenente una messa |
a sei voci di Josquin, un’altra a sci voci di Isaak, maestro
di cappella dell’imperatore Massimiliano 1, c una |
a cinque voci di P. De la Rue.
’ (Ivi)
— Monaco. Il maestro Scbonche diede qui il 9 luglio
(giorno natalizio della Regina) un grazioso concerto di Si
fanciulli. Più di 300 fanciulli ornali festivamente vi eoo- |
perarono. Il più di tutto piacquero le semplici canzoui j
cantate in coro; ma l’uvertura cosi detta di giubilo del;
maestro Weber, eseguita da 46 manine su quattro ceni- i|
bali, sorprese l’intero uditorio.
<M!
— Berlino. Finalmente fu assegnato un determinato l|
campo d’operazione al maestro Mendelssohn. La mu- Ir
sica di chiesa, cosi la Gazzella del Foss, sarà per la i
prima volta introdotta nel nostro Duomo;il p. v. 45 |
ottobre, giorno natalizio del Re, sotto la direzione di j
Mendelssohn. Secondo una regia risòluzionc egli avrà la j
direzione della musica di Chiesa c de’ sci grandi concerti
nella nostra accademia di canto, mentre Mcyérbccr:
dirige ic esecuzioni musicali alle feste di Corte c dell’opera
regia.
(Gazz. Mus. di Vienna).
— II foglio periodico Spiegai di Pesili riferisce che
Oohler arriverà fra alcune settimane in quella capitale •
ì vi si produrrà con nuove sue composizioni.
— Thalberg,’ il quale trovasi attualmente colla sua;
iposa a Ems, è il.lione di quei bagni. Tulio il mondo |
ireudc interesse alla gentile ed amabile signora Thal-;
icrg, clic appena conta 22 anni. Oltre a clic il celebre j
lianista possiede un avere fruttante 30,000 franchi an-!
lui, acquistato coll’arte sua. Tanti pianisti, leggendo j
jucsta bella esistenza, diranno: *44 ore di esercizj i
quotidiani, studj d’armonia c di contrappunto.! Dei eie- 1
ncnli, dateci di poter sperare anche noi!» 1
— Il signor Mcchetti, L R. priv. editore di Musica j
li Corte, pubblicherà fra poco una Romanza per baritono
di Donizelti, con Corno c Violoncello obbligato, e
lei ariette del maestro Salvi (quest’ultimp, secondo la!
tlazz. Mus. di Vienna, sta ora terminando a Parigi i
in’opera per la Scala di Milano, ove si recherà fra poco), j
— Ernst,, si trova presentemente a Parigi, e si spera |
li vederlo neh prossimo autunno a Vienna. Finalmente
Igli pubblicherà il suo famoso Carnevale di Venezia
scimiato in questi ultimi tempi in modo cosi illegale da J
varj concertisti di Violino.
— Strauss ha pubblicato presso Ilaslinger in Vicn- ]
ia (4) due nuove produzioni: IValhalla-Tnaste-/Valzer, j
j una Saison Quadrille, (op. 117, US), che incontrarono
infinitamente. Si desidera ardentemente di veder fra!
poco venir alla luce la sua magnifica originale Verdi- ■
nands-Quadrille.
(Gazz. teatr. di Vienna).
— Mcyerbeer regalò 40.000 franchi ali’ unione del so- j
Stentamcnto di musici bisognosi a Praga.
— La Scuola di canto dcH’unionc di musica di Fcslh;
2 Buda ebbe recentemente nolabili regali in denari e!:ullczioni di musica dalla città di Fuiifbirchcn, dalla;
jontcssa Esterhasy, dal signor Cibulka e dall’esimia i
Mutante Tadoliui.
(Gazi. Mus. di ’Vienna).
(1) E in Milano presso Bicordi.
«(e ciò per giudizio dell’Europa intera) seppe ritrarre per fi:] eccellenza un’epoca storica, e far.rivivere..a mo’di dire,
j un’intera generazione da ben due’sccóli da’lioi disgiunta!
| Il eli. sig. Romani lui- poi torlo,-a liostro giudizio;
j nel far accusa ai Piagnoni del Rovere perchè non siano
nè romanzo, nè dramma. E’ non fosser altro che un li- j
I bro, ma uirbcl libro (il clic non è ancora ben provato)
|l c sarebbe ridicolo il disputare sulla categoria m cui
il collocarlo. Queste sistematiche distinzioni di forma vogliono
essere bandite, dacché neppur nelle scuole non
|| se ne ticn più conto; c bisogna proprio abbia radicata
nell’anima una gran passione per la Kettorica del padre
Giardini chi.......
docilmente venerali i precetti.
Le letterature straniere vantano q
i di quella del Revere che i
’ ’“ìanzi, valgono pur
romanzi e urainim. Basti il citare la
mée, e il Cromwel di V. Hugo. Ma i
fa cattivo effetto sui nervi di certi critici,
el genere di
è drammi, n
vede troppo
n spaventevoli la Beffano e l’Orco, di
(Gazz. Uni
Mus.)
XOTIZIE E VARIETÀ LETTERARIE
— Il signor C. Felice Roméni in un’appendice della
Gazzetta Piemontese censurò severamente il libro del
Reverc I Piagnoni, ecc. La sua critica, se in alcuni
punti è giusta ed opportuna, ne sembra errata in
questo clic si fonda per intero sopra dottrine letterarie
opposte al tutto a quelle professate dal valente
autore del Lorenzino. Il signor Romani, a nostro giudizio,
mal s’appone anche là dove piglia a declamare
contro que’drammaturgi e romanzieri i quali osano profanare
la veneranda musa della storia traendo da essa
i soggetti e il fondo delle loro creazioni. Ma noi domandiamo: Dall’/fiade di Omero, dalla Ciropedia di Senofonte,
dal Prometeo di Escliilo, fino a Dante, fino a
Torquato Tasso, fino ad Alfieri, fino a Walter Scott c a
Manzoni, che cosa altro hanno mai fatto ì grandi podi
se non valersi della storia a fondamento de’loro poemi,
c romanzi, e drammi c tragedie? In questo proposito
della storia adoperata dai poeti, i seguaci della scuola
letteraria moderna impropriamente delta romantica non
differiscono dalla vecchia, cui appartiene il sig. Romani,
se non se in questo che mentre costoro il più delle volte
la fraintendevano, quegli altri la interpretano con maggior
finezza e scrupolo c ne indovinano lo spirito. Agostino
Thierry, quel, sagace c sapientiesimo storico, confessava
d’aver ricevuto da Walter Scott (un romanziere)
I il più potente eccitamento a’ suoi profondi studii: egli
stimava l’autor dell’/t-anAoe «le plus gran maitre qu’il
y aileu jamais cn fait de divina timi hisloriquc». Adunque
a che vale gridare in genere contro l’uso della storia
nella poesia e specialmente nel romanzo c nel dramma?
si gridi contro il cattivo uso è si avrà ragione.
Il sig. Romani pretende inoltre che l’Italia non abbia
vcrun poeta o romanziere il quale degnamente interpretasse
la storia, e si lascia nella penna nientemeno che
l’autore dell’Adelchi, del Carmagnola c do’ Promessi
Sposi, l’opera moderna che superiormente ad ogni altra
— Vittore Hugo s’è posto in viaggio per la Svizzera,
donde prolungherà chi sa fin dove le sue peregrinazioni.
Vuoisi che per sfuggire agli inconvenienti della celebrità
abbia preso il nome di Duval.
— È parimenti voce che A. Dumas sia alla vigilia di
ottenere la carica di console perpetuo presso la Repubblica
di Halli; se non clic questa notizia data dalla Gazettedes
Thlatresstt un po’d’epigrammatico.
NUOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI
iiell’i. h. stabilimento nazionale privileg”
DI GIOVAVA! RICORDI
WALHALLÀ-TOASTE
CBrimlisi al llul/ntllis)
mfLm1. Op. 147. -15438
Per Pianoforte solo.. Fr. 2 50
13459 Per Pianoforte a 4 mani. n 4 —
15440 Per Violino c Pianoforte. n 2 50
15441 Per Flauto c.Pianoforte.» 2 50
15442 Per 5 Violini e Basso. n 5 25
45443 Pei- Chitarra. --....» 1 75
15444 Per (Flauto e 125
15445 Per-Orchestra.... «ti —
15440 Per Pianoforte ncllostilc facile «1 75
LE BOHEMIEN
MELODIE ESPAGROLE
tvillini’vi!t’ponr l’inno
via» puaxsjs
lo301 Op. 45. n. 5. Fr. 3 l’iiba&m
MELODIE ESP AGRI OLE
transerite siimi- l’inno
15302 Op. 45. N. 6. Fr. 3 GIOVARSI
RICORDI
EDITOBE-PBOPBIETAI
Hit. Si unisce a questo foglio un pezzo in dono t II Canto ilei Trappista iti lleyerheer.
Dall’I. R. Stabilimento Razionale Privilegiato
di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVARVI RICORDI
Contrada degli Omenoni If. 1720.
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