Gazzetta Musicale di Milano, 1843/N. 36

N. 36 - 3 settembre 1843

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[p. 153 modifica]GAZZETTA ANNO II. DOMENICA N. 36. 3 Settembre i 843, Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un voJumc in i.«di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà AnDI MILANO i La musique, par des inftexionsvives. accentuées, et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, ■ soumet la nature entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des ton• timents propres à l’émouvoir. • J. J. Rousse.w. Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta e eV Antologia classica musicale è dicfTelt. Ausi. I,. 12 per semestre, ed efielt. Ausi. L.-Uaffrancata di portofino ai confinidella Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di mùsica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicalo nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’tlfiicio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Ontenoni N.° 4720; all’estero pressò i principali negozianti di musica c presso gli Ufiìci postali. — Le lettere, i grupP<» vorranno essere mandati franchi di porto. SOHHABIO. I. Studi Biografici. Intorno alla vita, ed agli scritti di F. Gaffurio - II. A proposito d’una polemica oltremontana. - Ili. Carteggio. - IV. Teatro Re. Prima Recita della Compagnia diretta da Gustavo Modena. - V. Aneddoti Musicali. - VI. Notizie Musicali Diverse. -VII. Nuove Pubblicazioni Musicali. STI!DJ BIOGRAFICI Memoria intorno alla vita eil agli scritti di Franchino Gaffurio (1). Voti per l’erezione di una cattedra di alta istruzione Musicale. ’ul piedestallo vi è il nome Frati. chinus} dalla sua bocca sortono le parole: Harmoniaest discorl’dia concors, ed intorno al - - - — _non disadorno intaglio iti legno trovasi l’iscrizióne: Franchinus Gtffurius Laiidensis: Triti’ de musica volantina Theoricam et Praclica/n et Harmoniam Istnimentorom accuratissime cónscripsit, la quale indica le principali di lui opere in cui ha trattato tutte le parti della musica teorica e pratica ed in tutta quell’estensione di cui erano suscettibili quei tempi. Gio. Molossi, nella tavola di que’letterati lodigiani che furono lettori pubblici, inserita nella sopraeilata sua opera, annovera anche il Franchino qual lettore di musica in Pavia nell’anno 1494. Ma non facendo di ciò menzione il discepolo di Gaflurio, il Melegolo, che per onore del maestro non avrebbe certamente negletto di notar questa circostanza, e passandola sotto silenzio anche il Sassi, che però prova la sua cattedra in Milano compatibile colla prefettura de’cantori della Cattedrale, è da presumere che ciò sia ini abbaglio d’amor patrio} come non sembra adequata l’espressione che usa il nobile signor corlte Litta nel suo primo fascicolo delle Famiglie celebri di Italia, dicendo: che al tempo di Lodovico Sforza presiedeva Gaffurio al primo conservatorio di musica, che si erigesse in Italia: essendo una cattedra di musica ben differènte cosa di un conservatorio musicale. Bensì l’anno 1494 fu forse quello in cui da Lodovico venne il Gaffurio chiamato i codesta cattedra, poiché nell’opera stam1 pata nell’anno 1492, chiamavasi soltanto in 1 delubri majorit c/toro P/ionascus, mentre (t) Continuazione. Vedi il N. 51 e nell’altra promulgata nel 149G, s’intitola Musicae Professor. Appassionalo per l’arte mia, e desioso quindi di vederla coltivata ne’modi più ampj e forse piji adattati nell’età in cui viviamo, ed ai lumi che va spargendo, non una filosofìa d’un secolo sedicentesi illuminato (già passata di moda) ma un amore più vero ed un interessamento maggiore per le belle arti, solo retaggio della nostra ’ sempre unica Italia, sarammi permesso di | esternare qui un mio volo, perchè queste cattedre di musica usate ne’più bei: tempi della gloria italiana di nuovo avessero a risorgere nelle nostre università. Non è già questo il momento di ragionare per esteso intorno all’utilità delle me| desiine, nè io sarei da tanto di disegnare ■ un piano, mercè di cui polrebbersi ottenere da esse tutti i vantaggi possibili. Ma decito almeno mi sia di accennare alla sfuggita, che i Pontefici e gli Sforza negli accennati tempi in Italia, Alfredo il Grande in-Inghilterra e nel secolo nostro i Sovrani della Germania, a Berlino, a Lipsia, a Wurzburgo, a Gottinga ed altrove hanno con ragione concessa alla musica di assidersi accanto alle pregiate sue suore la la poesia e l’eloquenza. E dovrà forse la musica mai sempre essere riguardata o come arte quasi njeccanica, la quale non abbia altro scopo che di servire ad un passaggéro diletto, ad un frivolo solletico dtj’ sensi - o come sterile calcolatrice di numeriche combinazioni ed intralciati giuochi insipidi d’invecchiata abitudine contrappuntistica? - E non potrà dessa più innalzarsi al rango che occupava un tempo nel classico suolo, quando i Perieli se ne servivano per le Joro mire politiche, ed i Socrati in età avanzata non isde-, gnavan di apprenderla anche dopo d’aver dettato le più savie sentenze di recondita filosofia e pura morale, giacché contemplavano in essa un fine più nobile, una via per giungere ad un bello sublime? (!) Se ne’conservatori di musica s’insegnano le regole pratiche aèll’arte del canto, del suono e della composizione, si avrà con ciò esaudito quanto richiedesi per formare un artista perfetto? Chi gli sarà di guida nella contemplazione, imitazione ed espressione del vero bello e de’moltiplici affetti e passioni se non 1 Estetica? Chi frenerà non di rado gli intemperanti slanci d’una accesa fantasia? Chi gli eccentrici voli d’un genio giovanile se non la filosofia e la critica? (1) Vcggasi l’articolo dato in uno dei fogli scorsi sotto il titolo La Musica riguardala ne’presenti bisogni. Lo spirito umano tende ad esprimere l’ejje/e suo anche nelle.belle arti} anzi dirsi potrebbe, che lo stato loro è il termometro dell’uman/Vrt, poiché dalle medesime rilevar si possono e il grado di coltura e d’attività, e il modo di sentire e di pensare delle rispettive generazioni. Ed in fatti, finattantochè lo spirito umano restò ne’ confini della semplice innocente natura, la musica non era che un linguaggio ingenuo de’sentimenti naturali, l’espressione pura di moderati affetti, che s’insinuavano facilmente negli animi incorrotti. - Ma quando l’uomo s’allontanò da questa ristretta semplicità,s’aumentarono in lui con i nuovi suoi bisogni più variate e più impetuose passioni, la musica semplice, il canto naturale perdette la sua influenza sul cuore umano. - Essa divenne allora il linguaggio di sentimenti alterati, di sregolate passioni e di affetti tumultuosi, essa dovette vestire nuovi e più variati modi, onde col titillamento della novità destasse a cosi dire dal letargo l’ottuso ed addormentato sentimento} essa dovette tentare di colpire più colla forza e vivacità che non colla finezza e dolcezza, più col rumore e co’ salti mortali che non colla delicatezza e regolarità, onde servire ora alla mollezza degli snervati ed alimentare i loro sentimenti voluttuosi, ora alla salvatichezza del barbaro, affine di sostituire la sua baldanza, ora all’ozioso spensierato, per abbreviargli la noja della neghittosa sua esistenza. Se le belle arti adunque sono immedesimate coll’umanità, se il perfezionamento di quelle tende a nobilitare questa, non sarà quindi senza vantaggio il trattare la musica sotto un punto di vista più generale e più nobile, e con i sublimi precetti della Filosofia Estetica e Morale. Anzi resterebbe un vuoto notabile se ne’ luoghi ove radunasi il fiore della gioventù non vi fosse chi accanto a severi studj spiegasse di quell’arte, che gli antichi estimarono assolutamente necessaria all’educazione, la vera e nobile tendenza, l’origine e l’oggetto, l’estensione, l’influenza sulle facoltà dello spirito e sui sentimenti del cuore, le sue relazioni colle altre bell’arti} analizzasse le bellezze de’ capi d’opera d’ogni età, paragonandole fra di loro} e dirigesse con questo mezzo il giudizio ed il criterio degli amatori} narrasse la storia e le vicende a cui fu ed andrà mai sempre soggetta - sviluppasse inoltre le r cagioni delle sensazioni più o meno ag- * gradevoli} inspirasse quindi il gusto del vero | bello, e tentasse nell’istesso tempo d’im- | [p. 154 modifica]- 454 — pedire eli’ insaziabile desio di novità non | accagioni la decadenza dell’arte-, si estendesse inoltre su i differenti gusti delle nazioni, sulla caratteristica delle loro canzoni e delle loro lingue -, ed enumerando i varj usi a cui è destinata la musicarne deducesse da’ relativi sani principj i varj e veri modi di trattarla; ma soprattutto se ne servisse anche praticamente, onde giovar all’educazione, ben sapendo con Cicerone ( Lib. 2, de legibus ), nihil tam facile in animos teneros, al(/ue mol/es inJlaere quam varios canendi sonosrappresentandola quale immagine della vita, quale espressione di attività caratteristica, che scaturisce a così dire dalla pienezza del cuore e dall’immaginazióne, solleva e vivifica l’animo, gli desta mille delicati sentimenti e mille pensieri sublimi, sia qual trattenimento privato e solitario, sia qual virtuoso riposo delle più serie occupazióni di mente, sia finalmente qual nobile legame sociale, il quale serve or a sollievo dell’indigenza e delle offuscale menti, ed è non di rado efficace ministra di gioja or piange sulle sventure degli eroi, or sorride sulle follie umane, or celebra i trionfi del valore, or accresce la gioja delle feste nazionali, ed or canta inni di lode al creatore delle purissime celesti armonie dell’universo... Ma l’amore dell’arte mia e un vano desiderio mi trasportarono troppo lungi dal mio tema; fo quindi ritorno a questo riprendendo a parlare di Franchino. Nell’accennato anno 4496 condusse egli a fine l’altra sua grand’opera intitolata: Practica Musices, la promulgò co’ tipi di Guglielmo Signere e la dedicò parimenti al Moro, in allora duca di Milano, perchè dallo stesso fu gradita assai la prima, come si legge appunto nella lettera nuncupatoria. In quell’epistola dopo aver pronunziato le lodi amplissime della musica, desunte dal senso universale delle genti e dall’autorità de’ poeti e de’ filosofi, intendendo però di parlare» non della teatrale «ed effeminata, la quale facilmente corei rompe i costumi, ma di quella modesta «e virile celebrata dagli antichi eroi, che «alle mense dei re cantava gli fatti egregi «degli uomini illustri e fu perciò eccitaci mento alla virtù». Volgesi egli di poi al magnifico suo Principe enumei-ando le sue gesta, e le sue lodi particolarmente. Indi spiega il fine propostosi nel comporre codesto libro, cioè, di esporre pel profitto de’ cultori dell’arte, con brevità e precisione in una sol’opera, tutto ciò ch’è sparso nei volumi di molti. Consta èssa di 4 libri, di cui il primo tratta degli’elementi, il. secondo della misura, il terzo del contrappunto, ed il quarto delle proporzioni musicali. Il sig. Choron,ed il citato sig. Forchel, il quale chiama questo trattato una delle più antiche e migliori opere musicali, affane di descrivere ne’ loro scritti ordinatamente i progressi della musica, credettero di dovercene dare una ragionata analisi, la quale tanta utilità recò all’incremento dell’arte, che gli scrittori posteriori, come il Vàlgurio nella sua. traduzione latina del dialogo di Plutarco sullà musica, stampato nel 1507 a Brescia presso Angelo Britannico, compiangendo nell’esordio la corruzióne della musica, non esitano di asserire, che ciò devesi ascrivere a questo che colóro i quali ne fanno professione - negligentano, o per gelosia o per igno. ranza,di consultare su questa materia gli eccellenti scritti di Franchino Gaffurio ove troverebbero con che perfezionarsi in un’arte sì utile. (Sarà Continuato). Simose Mayr. A proposito di una Polemica oltremontana. Delle Demoiselles de Saint-Cyr, nuova commedia in cinque alti del signor Alessandro Dumas, stata non ha guari rappresentata per la prima volta sulle scene del Théàlre-Francais, i lettori del nostro giornale non solo conoscono il sunto (t), ma sanno eziandio come venisse in generale al suo apparire severamente giudicata dalla stampa periodica parigina. Chi prese di mira fra i primi ed in modo veramente ostile questa nuova produzione, fu Giulio Janin, il più terribile o il più verboso estensore che sia delle appendici letterarie del giornale dei Débats: Alessandro Dumas, punto al vivo da quella salva di fuochetti d’artificio che formano la principale caratteristica dello scrivere del critico, cui egli dovette servir di bersaglio, ebbe il torto di rispondere una lettera per le rime al suo detrattore, col mezzo dell’altro giornale La Presse. Diciamo il torto, non già perchè le cose esposte dal Janin a Carico dèi Dumas, fossero altrettanti articoli di fede, ma perchè un autore, secondo noi, ha sempre torto, quando si sdegna con parole, Con fatti, e molto più con risposte a stampa del male che un giornalista dice dell’opera sua. All’autore considerato in rispetto alle critiche, corrono a parer nostro due debiti principali; egli debbe cioè in primo luogo procurar di togliersi dagli occhi la benda deU’amor nrio a segno tale da poter distinguere e censure a lui fatte siano giuste od ingiuste, e quando giuste le-trovi, debbe farne tesoro onde trarne prò per un altro lavoro; ed in secondo’luogo e’debbe mostrarsi impassibile a tutti gli altri giudizj, siano pur essi meno esatti, Gettati da cattive prevenzioni, falsi, insensati. Chi troppo facilmente cede alle lusinghe di una polemica, commette un’alta corbelleria, e ne esce sempre, o quasi sempre, col dannò e colle beffe. Dove se ne va, per tal modo operando, la modestia tanto necessaria e tanto lodata in un uomo di lettere? 11 pubblico vuol ammirare per sè stesso, non perchè altri glielo imponga, e molto meno poi perchè glielo imponga colui, al quale l’ammirazione appunto vien contesa dal critico. L’autorè censurato che si difende, dice, in modo sottinteso, sì ma lo dice: rendetemi giustizia ed ammiratemi; voglio ad ogni pattò che mi ammiriate!..Goldoni, ch’era quel uomo di fino criterio che tutti sanno, riferisce nellè sue Memorie, di aver sempre procurato di rispondere a’suoi detrattori, non con giustificazioni, ma ingegnandosi di compor subito una commedia migliore di quella disapprovata. Quando, un autore si sarà ben bene sbracciato gridando o scrivendo, il tal giornalista che si annojò leggendo l’opera mia, si annojò perchè non seppe comprendere l’alta missione che mi moveva a dettarla; il tal’altro disse male del mio libro perchè non saprebbe mài fare altrettanto ed è invidioso di me; quegli è così romantico che non può lodare il mio dramma scritto coi precetti del classicismo; questi è così classico che trova (1) Vedi Gazz. Mus. N. 55. una meschinità la mia commedia romantica; l’uno mi fa contro per ispirilo di consorteria, l’altro per basse idee di venalità; il critico Martino è un ignorante, egli non ha mai fatto quel che ho fati’ io,• guai se mi mettessi a rivedere le bucce a’ suoi scritti; vedete quanti spropositi disse Tizio nella tale occasione, quanti errori commise nella tal’altra, èvia via di questo passo, non so se diremmo meglio ai sciocchezza in schiocchezza cr di contumelia in contamelia; quando un autore si sarà ben bene sfogato, chiediamo noi, mandando fuori queste e consimili osservazioni, contro un*giornalista che abbia disapprovato l’opera sua, avrà vinto la jDropria causa, l’opera sua diventerà migliore per questo? Al buon senso dei nòstri lettori la risposta. Eppure ecco il colore delle polemiche d’òggi dì, ecco il colore di quella del Dumas per noi accennata. Forse che la sua nuova commedia sarà chiarita buona, a dispetto del Janin, perchè il Dumas disse a questi, ch’ei non seppe mai fare un componimento che valesse La Tour de Nesle? Ovvero perchè il Dumas riportò alcuni errori storici, e vari strafalcioni commessi dal Janin nelle su e famose lettere sull’Italia? Le scene delle Demoiselles de Saint-Qyr non diventeranno per Iddio con questi argomenti, nè più brevi, nè più spiritose, nè meglio concatenate! Il Janin raccolse il guanto gettatogli dal Dumas e gli replicò con un’altra salva di piccoli razzi, ai solito discretamente piacevoli, dichiarando fra l’altre cose che il Dumas non è l’autore della commedia Les Demoiselles de Saint-Cyr. Secondo lui era questa l’opera di un meschino letleratuzzo che avevaia intitolata Les deux mousquetaires, e Dumas degnossi soltanto di cambiarle il titolo, di farle qualche piccola variazione, e di permettere che passasse sotto il proprio nome, a patto che ei, Dumas, ne ricavasse il lucro maggiore, mandando in pace il vero autore con pochi qùattrini. Se ciò -fosse vero che bel frutto avrebbe ricavato il signor Dumas dalla sua polemica dando luogo ad una pubblicità di tal fatta? Ma ultimamente le cose varcarono benanco i limiti prescritti ad una letteraria tenzone, ed i due campioni, lasciala in non cale la penna, furono in procinto di por mano alle spade. Se non che, le loro menti vennero in buon punto illuminate da un raggio di benefica luce, e il dramma si chiuse, a quanto ne riferisce lo stesso Janin, con lieto fine. Già s’avviavano ai luogo destinato al combattimento accompagnati dai rispettivi padrini, quando per la via i contendenti ebbero reciprocamente a sentire nel proprio interno,che ciascuno d essi molta stima aveva nudrito e nudriva tuttora per il proprio avversario; questo sentimento passò dal cuore alle labbra; die] luogo a giustificazioni molto sensate, ed i padrini, veduta la buona inclinazione delle parti, posero facilmente suggello alla pace e d’ora innanzi nessun’altra gara sarà fra i due letterati, se non se quella di chi farà mèglio dei due, un lavoro drammatico, o un articolo da giornale. Tanto promisero in quel momentosolenne! Sviluppo codesto lodevole assai, e che noi proponiamo ad esempio di certi letterati permalosissimi ch’ebbero culla al di qua dell’alpi! Intanto pare indubitato che Les Demoiselles de Saint-Qyr, sia per qualche loro merito intrinseco, sia come vogliono taluni, per la squisita abilità degli attori che la rappresentano, sia perchè sono sostenute [p. 155 modifica]— -155 > (Ja‘‘.claqueurs indomabili, come sogliono > altri, o sia finalmente perchè abbiano acqui. stata celebrità in grazia delle accennate j battaglie, continuano a mantenersi nel repertorio ed a chiamar spettatori. CARTEGGIO Parigi. Io sono desolato di non poter discendere alle piccanti particolarità clic diedero un’impronta affatto speciale alla prima ed unica rappresentazione del Pigeon-vole di Castil-Blaze, andato in isccna alcune sere fa al teatro Veiitadour. Come entrare «lifatti, volendo esser breve, nei dettagli di certi intrighi da palco scenico, di certe avventure da anticamera, di certe dispute più o meno pubbliche, di cui fu argomento questo dramma volubile, offerto finalmente a dispetto dei direttori dei teatri e del buon senso, al giudizio musicale dei pubblico parigino? Ma se io ommctlo tutto questo, non posso però tacervi clic la curiosili) era violentemente aguzzata dalla lettura di certi articoli, ilei quali Caslii-BIazc avea parlato di sò stesso, della sua opera con un’ammirazione lanlo furibonda, da far credere ad un certo disordine nello spirilo deìl’illust re rattoppatone dei capolavori musicali ed ollrcalpini. Egli, Castil-Blaze, confessava con una ingenuità adorabile d’essere il primo musicante del suo secolo, il più abile scrittore di libretti, l’unica creatura che potesse rialzare questo teatro lirico c cromatico, deplorabilmente caduto fra le mani dei Rossini, «lei Meycrbcer, degli IJalcvy, e dell’altra plebe musicale, che ho l’o, queste le segrete delirio consumato fra quattro alitici dinanzi é(li dietro ad. alcune bottiglie d’cccclicntc Champagne, ma piuttosto l’opinione.calma, riflessiva, meditata del giornalista, che manipolava i -suoi’articoli colla tranquillità d’un uomo clic pensa a quello che fa o che fa quello clic pensa, e che offriva per garanzia il suo nome scritto a lettere «li una grandezza abbastanza evidente. Da qualche tempo gli articoli di Castil-Blaze consistevano presso a poco nel seguente formolario. Non v’è altra musica che la musica, c Castil-Blaze ne ò il suo profeta-Segnato Castil-Blaze. " Dietro - tutto questo figuratevi con qual premura il mondo letterario, artistico, critico, c galante dovesse accorrere ad udir finalmente il grande capolavoro, annunzialo da tanto tempo, panigirizzato, esaltato, apotcizzalo regolarmente in tre o quattro colonne settimanali. Fu una pressa, un tumulto, un affollarsi, che potea lusingare tutti gli amor proprii, quello del -Signor Castil-Blaze compreso.-La Giraffa non avea prodotto tanta sensazione sul pubblico. Questa rappresentazione adunque tanto eccezionale nelle sue antecedenze, continuò ad esserlo fino alla fine. Non si applaudì, non si fischiò, nò si rimase muti ed indifferenti: queste ire forme di successo sono troppo tradizionali cd antiche, perchè si attagliassero ad una creatura c ad un’opera tanto eccentriche quanto lo sono’ Caslil-Blasc ed il suo piccione. Le risa più sonore, più animate, accompagnarono la produzione del capolavoro; parole e musica ottennero un successo assolutamente diafragmatico, epiteto di cui chiederete la spiegazione al primo medico clic troverete per via. 10 ve ne guarantisco per ora l’a proposito c l’esattezza. Nei giorni successivi a questa rappresentazione, che ha tutto il diritto al titolo di stravagante, la piccola c la grande stampa si diverti in mille maniere, alle spalle di.Castil-Blaze, gettando frizzi, epigrammi, satire più o meno spiritose sull’illustre testa dell’autore del Pigcon-Vole. Fu una continuazione tipografica dell’omcrico riso degli spettatori. Ebbene!-CasliI Blazc guardò tranquillamente questi visi che s’agitavano nella convulsione del riso, lasciò scorrere queste penne intinte d’una pece Rabcliana, e poi si assise con calma e con dignità vicino al suo scrittojo, cd improvvisò un articolo in propria lode, un articolo in cui confessa di voler conservare ancora il suo posto di genio, non accettando per ora che l’aggiunta dell’aggettivo incompreso. Il sangue freddo di quest’uomo, la-profondità della sua ammirazione, il suo procolismo, per usare un termine del tutto italiano, verso sé stesso, sono dei fatti forse unici nella cronaca’ del mondo intellettuale. Niente lo scompone, niente lo agita, niente getta dei dubbi, delle incertezze in questa testa; egli vuol essere a tutta forza il più grande dei maestri, c lo vuol essere se dovesse versare dei barili d’inchiostro;.cosa da cui 11 ciclo ò pregato istantemente ili preservarci. • Caslil-BIazc è sicuramente in lai modo- uno degli w uomini più singolari della nostra epoca. Circondato da? una folla di alci di tutte le sorta, di increduli, di in| differenti, egli ha saputo conservarsi intatta una relip gione; mentre tutto intorno a lui respira la noja, la | stanchezza, il dubbio, nel suo sguardo voi leggete una fede, un entusiasmo, una vera c grande idolatria; nella società tutto tituba, tutto ò tremolante, le are cd i numi minacciano di cadere sotto il peso d’un gravoso scetticismo, ed egli; egli- ha innalzalo un aliare, brillante di splendori c di pompe, profumalo dagli incensi, bagnato, se non dal sangue di molte vittime, per lo meno da molte bottiglie d’inchiostro, ed innanzi a questo altare se ne sta là inginocchialo col raccoglimento d’un santo, col fervore «l’un credente, colla pazienza d’un martire, mormorando preghiere, inni, allclluja cd Osanna! Nobile c felice creatura! Con qual voce da slcntore, non ha egli saputo gridare a questa plebe che ripete gli Dei se ne vanno, più severo, il più caldo, il più sincero incutile del mondo! Gli Dei se ne vanno? Grazie dell’avviso, ma aspettate almeno che sia morto Castil-Blaze per gridare gli Dei sono ondali. Almeno questa è la sua opinione. Credetemi intanto Vostro affezionatissimo. TEATRO RE Mm Catunniadi Serihe •Prima recita della Compagnia diretta da Gustavo Modena (*). Nell’ultimo numero del presente giornale, parlando dell’imminente comparsa di questa compagnia sulle no-. sire scene, formata nella maggior parte di giovani che il Modena prese seco col proposito di educarli nell’arte difficile delia recitazione, noi, sebbene confidentissimi nella gran valentia del maestro, andavamo molto a rilento nel pronosticare sul conio del di lei merito, ma ora ci gode, veramente l’animo di poter soggiungere, clic quel nostro annunzio era al disotto del vero, c ci affrettiamo a farlo noto, quantunque it tempo stringa c poco spazio ci rimanga nel foglio. Ai particolari adunque un’altra volta o per dir mcglio altre volte. In allora noi daremo i nomi dei singoli attori, diremo delia maggiore o minore attitudine degli uni c degli altri, faremo osservare come i molti nuovi o nuovissimi all’arte siano stati con buon accorgimento cementati con alcuni attori provetti, ci occuperemo di madamigella Adelia gentile e recente conquista fatta dall’arte, e via via. Per ora coloro che hanno confidenza nel miglioramento ite’ nostri commedianti, si consolino c sappiano clic Modena ci par.c abbia avuta la mano discretamente felice nella scelta de’ propri clementi, e che nessun altro avrebbe saputo trarne in si breve, tempo un si grande.profitto. Buon volere, intelligenza’,, emancipazione dai prcgiudizj di casta, c studio di evitare il solito manierismo teatrale, ci sembrarono i distintivi di quello stuolo di artisti nascituri, comprensivamente alle attrici che si fecero notare eziandio per sfarzo c buon gusto ncll’abbigliarsi, non clic per aggraziato c signorile contegno. Questo per le generali; in particolare poi trovammo lodcvolissima la cosi detta mise en scéne, e non ci ricorda d’aver visto una più accurata disposizione dei gruppi e delie persone che non parlano. Siane dunque lode al Direttore, clic al suo primo apparire venne da un scélto ed affollato uditorio salutato con una commovente salva d’applausi, cd ebbe la compiacenza di dividerne un’altra co’ suoi colleglli e discepoli a spettacolo, finito. Egli’sostennc in modo meraviglioso, secondo il solito, la parte del Ministro Raimondo., G. I. O A torto taluni, che pure si dicono amatori del teatro drammatico, ebbero a lagnarsi clic il Modena aumentasse di cinquanta centesimi il prezzo del biglietto d’ingresso; clic fino al presente per le compagnie italiane, anche le migliori, stette limitato a una sola lira. Il lamento ne sembrò fuor di proposito per più ragioni. Si grida incessantemente contro la miseria dell’arte comica italiana, si declama contro la nessuna cultura, la trascuraggine, l’ignoranza de’.nostri attori, si maledice alla povertà de’repcrtorii non d’altro infarciti clic d’improprie traduzioni, c con dispettosa impazienza si invoca un rimedio a tanti guai, c si soffre con inquieto mal umore la troppa inferiorità nostra a petto de’ Francesi. Ma com’ò egli mai possibile ottenere che si veggano più o meno presto adempite queste giuste esigenze, se il pubblico non si abitua anzi tutto a tenere la drammatica italiana in miglior conto di quanto fece finóra? E il primo atto col quale ò dato al pubblico l’addimostrare il suo. amore ad un’arte, è appunto il non rifiutarsi a’compcnsarne degnamente i cultori, c a dar loro i mezzi di far fronte alle lantc difficoltà «Fogni natura clic si oppongono al suo prosperamento. Il.Modena è deciso a dirigere i suoi artisti sulla via delle più urgenti riforme, cd è uomo da ottenere tutto quel più cui può pretendersi tra noi per ora. Ma perché ci possa- procedere alacre nell’opera intrapresa ha d’uopo die gli vengano porli i mezzi a superare i non pochi materiali ostacoli di che l’arte sua è ingombra. Una soia porzione de’ tanti fervorosi amatori del | Teatro,.voglia recarsi volonterosa alle rccite di que- < sta nuova compagnia, ’ voglia confortarne gli sforzi ■ senza meschine economi clic riserve sul prezzo del i biglietto o sul costo _de’ paletti, c in breve tempo si f vedranno i buoni risultati di quel generoso favor, popolare clic tra noi fu finora troppo limitatamente accordato all’arte drammatica, a quest’arte che più direttamente di qualunque altro contribuisce al miglioramento de’costumi, c può dirsi vera cd efficace inscgifutricc di gentilezza. ANEDDOTI MUSICALI Lacépèdc, che non era compositore di musica men valente di quel che fosse gran naturalista, aveva composta un’Opera intitolata Omfalc. Ricevuta all’Accadcmie Rogale de •Musique, quest’opera restò due anni sepolta negli archiviti Finalmente dopo iterate sollecitazioni si deciso che sarclibcsi posta in iscena e il di della prova generale arrivò. Ogni cosa pareva presagire un clamoroso successo quando il capriccio di una cantante fece andar tutto a monte c la rappresentazione venne sospesa. Disgustalo del teatro al quale voleva dedicarsi per. professione, l’autore giurò che vi rinunziava per sempre, e cosi fu. Se’ Omfale fosscsi rappresentata con acclamazione, com’era probabile, forse.succedeva clic il nome di Lacépèdc, invece di andar a collocarsi vicino a quelli di Buffon e di Cuvicr, Sarcbbcsi rannicchiato tra mezzo a que’ di Mozart c di Rossini, lì a supporre che ove molti virtuosi e maestri compositori, al primo tentare l’arringo teatrale, si fossero scontrali in qualche ostacolo clic li respingesse, sarebbero per avventura riusciti migliori naturalisti, o fisici od anche meccanici di quel che siano sorliti venditori di voci c fabbricatori di Opere. Un’attrice cantante che dovea prodursi per la prima volta sur un grande teatro, pciisò di accaparrarsi il voto de’ due principali giornalisti della città, e il di della prova mandò all’uno c all’altro un gentil bigliettino nel quale raccomanda vasi dilicalamenlo per un articolo d’encomio, lasciando presentine la sua disposizione di compensarne il redattore con nobile generosità. Ebbe luogo la recita c la cantante non piacque. - Uno dei due giornalisti, di pasta molte, la lodò con frasi enfatiche e la trovò mirabile in ogni.cosa; l’altro più tirato c severo, biasimò il suo metodo di canto, la sua azione, insomma lutto; Il giorno susseguente gli pervenne un picciolo astuccio con entro ricchissima spilla accompagnata da queste due righe: a Al più sagace c imparziale de’ giornalisti in segno di gratitudine c di stima, ecc. n In pari tempo al redattore suo collega, colui che sperticatamente aveva encomiata la cattiva cantante, veniva recata una scattola, nella quale s’acchiudevano due belle orecchie d’asino lavorate in pulito cordovano c accompagnale d’un pezzetto di carta clic diceva a AI più bestialc.dc’critici teatrali in segno di sprezzo c di beffa». L’uno e l’altro dono cran mandati dalla cattiva cantante; se non clic il servo aveva sbagliato t’indirizzo; ia spilla era toccala al giornalista imparziale, il quale la rifiuto; le orecchie d’asino al giornalista encomiatore, il quale per prudenza fece lo gnorri c se la tenne. Ed anche l’astuta virtuosa, avvertita dell’infausto, scambio, non volle darsene per intesa nella paura’di esser posta in canzone, c si tacque è così s; trovò che a suo marcio dispetto ella crasi mostrala donna di molto spirito, forse la prima c l’ultima volta in sua vita. A Rossini,, quando fu ultimamente a Milano,’ un tale domandò se una certa cantante clic proclamavasi di gran cartello era proprio degna del Teatro della Scala, a Della Scala del Teatro» rispose tutto serio Rossini. — Un celebre compositore di Opere, che si picca di molla filosofia, avendo musicala una terribile scena di finale, chiamò il poeta autor del libretto a sentire al pianoforte l’effetto delle sue melodrammatiche ispira-! zioni. Ad un certo pùnto della scena il tenore alzando il pugnale gridava «Empia morrai!» alle quali parole il maestro aveva posta una frase piena di fi [p. 156 modifica]c di impeto. E fin qui andava bene. Ma non è facile i immaginare come rimanesse il poeta quando si accorse clic, nella foga dcll’cslro il compositore aveva continuata la frase musicale, con rinforzo d’orchestra, anche sulle susseguenti parole a Coslcmazione generale a clic nella fretta si era dimenticato di sottolineare nel manoscritto 1 Questo aneddoto fa ricordare l’altro di quel compositore che in un recitativo ove si dipingeva un temporale, ai versi «È tetra notte intpmo, S’avanza l’uragan u volle ripetuta tre volte l’ultima parola - Uragan - Uragan - Uragani - A che questa ripetizione? domandò il poeta, - Ma per dar tempo ad Uragan di venire sulla scena - rispose buonamente il maestro! NOTIZIE MUSICALI DIVERSE - — 11 Messaggere Torinese fa le sue congratulazioni coi fratelli Favate nuovi appaltatori del Teatro Regio c Origliano di Torino, per avere con grandi sagriiizi di borsa, scritturati pel primo anno della loro impresa la signora Erminia Frezzolini e madamigella Fanny Cerrito. Se non che scritturare de’ buoni artisti vuol dire ben poco se gli Imprcsarii non sono abbastanza accorti c intelligenti da sapersene valere opportunamente. - Quante volte artisti di primo grido, non valsero a sostenere spettacoli musicali e coreografici scelti con gusto infelice c barbaramente raffazzonali e prodotti con riprovevole trascuraggine, o imperizia. — Per quanto si vogliano tener segrete le- prove del Don Sebastiano,che confò noto, il Donizelti prepara per il Grand’Opéra di Parigi, non si potè impedire che se ne spargesse qualche novella. Si dice, per esempio, clic nel pruno allo vi ha un magnifico duetto, tra mad. Stollz e Massol, e un canto di guerra di magico effetto intonato ila Bnrroilhct e ripreso poscia dai cori. E almen certo clic Donizctti saprà trarre tutto il partito possibile dalla potente c mirabile ’orgènizzqziòn musicale di questo ottimo virtuoso. Malgrado le voci sparse l’Opera non cambicrà punto, di titolo, essa conserverà quella di Don Sebastien e non-già l’altro le Camoens, c meno ancora Zaida, titolo assurdo, impossibile - Scribc.introdusse nel quint’atto di quest’Opera alcune importanti modificazioni vplute dalla musica: si dice che lo scioglimento sia al tutto nuovo. — Mercoledì della scorsa settimana alcuni artisti dilettami eseguirono nelle sale’di Rossini (a Parigi) un ottetto di Mendelssohn. Rossini ascoltò con molto interesse quest’opera c fece poscia ai suonatori le sue congratulazioni con un’effusione piena di cordialità. — Il sig. Habcneck direttore dell’orchestra del Grandi Opéra di Parigi parli ultimamente per la città di Pau ove fu chiamato a dirigere il graii Festival disposto per soIcnnizzarcTcrczionc della statua di Enrico IV. Si deve eseguire a questo Festival una Cantata di Auber con poesia del sig. di Liadicrc, deputato cd ajutanlc di campo èli Luigi Filippo. — Si sta preparando per un gran Teatro Musicale una nuova Opera intitolala Èva. L’appalto del Teatro, clic sempre è animato da vivissimo zelo di farsi onore, Im già ordinata la compera di magnifici velluti e piume, ecc. Si predice che i Yesliarii saranno splendidi e degni di chi presiede al lustro del teatro (!!) — Il signor Castil-Blaze, tanto benemerito all’arte. melodrammatica per aver aggiustati e ridotti a miglior I lezione gli sparliti di Rossini, di Mozart e di Weben!) J si difenile alla meglio in un articolo della France Musicale dalle critiche poco fraterne che i giornalisti suoi colleglli fecero ultimamente all’Opera di intera sua composizione intitolata Figeon Fole. — Uno spaventevole incendio distrusse il grande teatro di’Berlino. Vuoisi fosse cagionato dal fuoco appiccatosi ad alcune tavole sulle quali erano inosservatamente caduti gli stoppacci accesi d’una scarica di’ moschetti in una rappresentazione spettacolosa intitolata il Soldato Svizzero. — Vienna. Leopoldo di Mayer, di una rispettabilissima famiglia di questa capitale, noto durante alcuni | anni nelle Soirécs di Vienna come il più famoso sona- ■ tore di Walzer, abbandonati i suoi studj scientifici, rccossi in un tratto nella Russia, ove cogli stupendi artifici delle sue dita si acquistò il nome del Liszt Russo. ì Di fatti, a giudicare da’concerti ch’egli qui diede nella: decorsa primavera, egli supera a tal riguardo lutto ciò che finora si udì, e perfino il Liszt originale. Egli è | un ingegno di primo ordine, ma c mancante di un vero principio artistico, cui difficilmente potrà ottenere mai.: Peccato clic ei trovisi stretto ne’lacci prosaici del ma-: teriaiismo. Chi vuol conoscere il non plus ultra di una meccanica sfrenata eccitante il capogiro, impari a cono-., sccrc questo pianista, iu cui sentirà il Giove della i bravura. — Il signor Fètis fece alcune interessanti scoperte «nella regia Biblioteca di Brusscllcs: primo un mano- | scritto con messe e mottetti di Dufay, Binchois e Plour- j mcl (questo ultimò sinora ignoto compositore del se- | colo 44 e 46),.dell’inglese Cockc,.di Busnois e Leroy;; secondo un prezioso manoscritto contenente una messa | a sei voci di Josquin, un’altra a sci voci di Isaak, maestro di cappella dell’imperatore Massimiliano 1, c una | a cinque voci di P. De la Rue. ’ (Ivi) — Monaco. Il maestro Scbonche diede qui il 9 luglio (giorno natalizio della Regina) un grazioso concerto di Si fanciulli. Più di 300 fanciulli ornali festivamente vi eoo- | perarono. Il più di tutto piacquero le semplici canzoui j cantate in coro; ma l’uvertura cosi detta di giubilo del; maestro Weber, eseguita da 46 manine su quattro ceni- i| bali, sorprese l’intero uditorio. <M! — Berlino. Finalmente fu assegnato un determinato l| campo d’operazione al maestro Mendelssohn. La mu- Ir sica di chiesa, cosi la Gazzella del Foss, sarà per la i prima volta introdotta nel nostro Duomo;il p. v. 45 | ottobre, giorno natalizio del Re, sotto la direzione di j Mendelssohn. Secondo una regia risòluzionc egli avrà la j direzione della musica di Chiesa c de’ sci grandi concerti nella nostra accademia di canto, mentre Mcyérbccr: dirige ic esecuzioni musicali alle feste di Corte c dell’opera regia. (Gazz. Mus. di Vienna). — II foglio periodico Spiegai di Pesili riferisce che Oohler arriverà fra alcune settimane in quella capitale • ì vi si produrrà con nuove sue composizioni. — Thalberg,’ il quale trovasi attualmente colla sua; iposa a Ems, è il.lione di quei bagni. Tulio il mondo | ireudc interesse alla gentile ed amabile signora Thal-; icrg, clic appena conta 22 anni. Oltre a clic il celebre j lianista possiede un avere fruttante 30,000 franchi an-! lui, acquistato coll’arte sua. Tanti pianisti, leggendo j jucsta bella esistenza, diranno: *44 ore di esercizj i quotidiani, studj d’armonia c di contrappunto.! Dei eie- 1 ncnli, dateci di poter sperare anche noi!» 1 — Il signor Mcchetti, L R. priv. editore di Musica j li Corte, pubblicherà fra poco una Romanza per baritono di Donizelti, con Corno c Violoncello obbligato, e lei ariette del maestro Salvi (quest’ultimp, secondo la! tlazz. Mus. di Vienna, sta ora terminando a Parigi i in’opera per la Scala di Milano, ove si recherà fra poco), j — Ernst,, si trova presentemente a Parigi, e si spera | li vederlo neh prossimo autunno a Vienna. Finalmente Igli pubblicherà il suo famoso Carnevale di Venezia scimiato in questi ultimi tempi in modo cosi illegale da J varj concertisti di Violino. — Strauss ha pubblicato presso Ilaslinger in Vicn- ] ia (4) due nuove produzioni: IValhalla-Tnaste-/Valzer, j j una Saison Quadrille, (op. 117, US), che incontrarono infinitamente. Si desidera ardentemente di veder fra! poco venir alla luce la sua magnifica originale Verdi- ■ nands-Quadrille. (Gazz. teatr. di Vienna). — Mcyerbeer regalò 40.000 franchi ali’ unione del so- j Stentamcnto di musici bisognosi a Praga. — La Scuola di canto dcH’unionc di musica di Fcslh; 2 Buda ebbe recentemente nolabili regali in denari e!:ullczioni di musica dalla città di Fuiifbirchcn, dalla; jontcssa Esterhasy, dal signor Cibulka e dall’esimia i Mutante Tadoliui. (Gazi. Mus. di ’Vienna). (1) E in Milano presso Bicordi. «(e ciò per giudizio dell’Europa intera) seppe ritrarre per fi:] eccellenza un’epoca storica, e far.rivivere..a mo’di dire, j un’intera generazione da ben due’sccóli da’lioi disgiunta! | Il eli. sig. Romani lui- poi torlo,-a liostro giudizio; j nel far accusa ai Piagnoni del Rovere perchè non siano nè romanzo, nè dramma. E’ non fosser altro che un li- j I bro, ma uirbcl libro (il clic non è ancora ben provato) |l c sarebbe ridicolo il disputare sulla categoria m cui il collocarlo. Queste sistematiche distinzioni di forma vogliono essere bandite, dacché neppur nelle scuole non || se ne ticn più conto; c bisogna proprio abbia radicata nell’anima una gran passione per la Kettorica del padre Giardini chi....... docilmente venerali i precetti. Le letterature straniere vantano q i di quella del Revere che i ’ ’“ìanzi, valgono pur romanzi e urainim. Basti il citare la mée, e il Cromwel di V. Hugo. Ma i fa cattivo effetto sui nervi di certi critici, el genere di è drammi, n vede troppo n spaventevoli la Beffano e l’Orco, di (Gazz. Uni Mus.) XOTIZIE E VARIETÀ LETTERARIE — Il signor C. Felice Roméni in un’appendice della Gazzetta Piemontese censurò severamente il libro del Reverc I Piagnoni, ecc. La sua critica, se in alcuni punti è giusta ed opportuna, ne sembra errata in questo clic si fonda per intero sopra dottrine letterarie opposte al tutto a quelle professate dal valente autore del Lorenzino. Il signor Romani, a nostro giudizio, mal s’appone anche là dove piglia a declamare contro que’drammaturgi e romanzieri i quali osano profanare la veneranda musa della storia traendo da essa i soggetti e il fondo delle loro creazioni. Ma noi domandiamo: Dall’/fiade di Omero, dalla Ciropedia di Senofonte, dal Prometeo di Escliilo, fino a Dante, fino a Torquato Tasso, fino ad Alfieri, fino a Walter Scott c a Manzoni, che cosa altro hanno mai fatto ì grandi podi se non valersi della storia a fondamento de’loro poemi, c romanzi, e drammi c tragedie? In questo proposito della storia adoperata dai poeti, i seguaci della scuola letteraria moderna impropriamente delta romantica non differiscono dalla vecchia, cui appartiene il sig. Romani, se non se in questo che mentre costoro il più delle volte la fraintendevano, quegli altri la interpretano con maggior finezza e scrupolo c ne indovinano lo spirito. Agostino Thierry, quel, sagace c sapientiesimo storico, confessava d’aver ricevuto da Walter Scott (un romanziere) I il più potente eccitamento a’ suoi profondi studii: egli stimava l’autor dell’/t-anAoe «le plus gran maitre qu’il y aileu jamais cn fait de divina timi hisloriquc». Adunque a che vale gridare in genere contro l’uso della storia nella poesia e specialmente nel romanzo c nel dramma? si gridi contro il cattivo uso è si avrà ragione. Il sig. Romani pretende inoltre che l’Italia non abbia vcrun poeta o romanziere il quale degnamente interpretasse la storia, e si lascia nella penna nientemeno che l’autore dell’Adelchi, del Carmagnola c do’ Promessi Sposi, l’opera moderna che superiormente ad ogni altra — Vittore Hugo s’è posto in viaggio per la Svizzera, donde prolungherà chi sa fin dove le sue peregrinazioni. Vuoisi che per sfuggire agli inconvenienti della celebrità abbia preso il nome di Duval. — È parimenti voce che A. Dumas sia alla vigilia di ottenere la carica di console perpetuo presso la Repubblica di Halli; se non clic questa notizia data dalla Gazettedes Thlatresstt un po’d’epigrammatico. NUOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI iiell’i. h. stabilimento nazionale privileg” DI GIOVAVA! RICORDI WALHALLÀ-TOASTE CBrimlisi al llul/ntllis) mfLm1. Op. 147. -15438 Per Pianoforte solo.. Fr. 2 50 13459 Per Pianoforte a 4 mani. n 4 — 15440 Per Violino c Pianoforte. n 2 50 15441 Per Flauto c.Pianoforte.» 2 50 15442 Per 5 Violini e Basso. n 5 25 45443 Pei- Chitarra. --....» 1 75 15444 Per (Flauto e 125 15445 Per-Orchestra.... «ti — 15440 Per Pianoforte ncllostilc facile «1 75 LE BOHEMIEN MELODIE ESPAGROLE tvillini’vi!t’ponr l’inno via» puaxsjs lo301 Op. 45. n. 5. Fr. 3 l’iiba&m MELODIE ESP AGRI OLE transerite siimi- l’inno 15302 Op. 45. N. 6. Fr. 3 GIOVARSI RICORDI EDITOBE-PBOPBIETAI Hit. Si unisce a questo foglio un pezzo in dono t II Canto ilei Trappista iti lleyerheer. Dall’I. R. Stabilimento Razionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVARVI RICORDI Contrada degli Omenoni If. 1720. èk -J