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GAZZETTA ANNO II. DOMENICA N. 36. 3 Settembre i 843, Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un voJumc in i.«di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà AnDI MILANO i La musique, par des inftexionsvives. accentuées, et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, ■ soumet la nature entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des ton• timents propres à l’émouvoir. • J. J. Rousse.w. Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta e eV Antologia classica musicale è dicfTelt. Ausi. I,. 12 per semestre, ed efielt. Ausi. L.-Uaffrancata di portofino ai confinidella Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di mùsica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicalo nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’tlfiicio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Ontenoni N.° 4720; all’estero pressò i principali negozianti di musica c presso gli Ufiìci postali. — Le lettere, i grupP<» vorranno essere mandati franchi di porto. SOHHABIO. I. Studi Biografici. Intorno alla vita, ed agli scritti di F. Gaffurio - II. A proposito d’una polemica oltremontana. - Ili. Carteggio. - IV. Teatro Re. Prima Recita della Compagnia diretta da Gustavo Modena. - V. Aneddoti Musicali. - VI. Notizie Musicali Diverse. -VII. Nuove Pubblicazioni Musicali. STI!DJ BIOGRAFICI Memoria intorno alla vita eil agli scritti di Franchino Gaffurio (1). Voti per l’erezione di una cattedra di alta istruzione Musicale. ’ul piedestallo vi è il nome Frati. chinus} dalla sua bocca sortono le parole: Harmoniaest discorl’dia concors, ed intorno al - - - — _non disadorno intaglio iti legno trovasi l’iscrizióne: Franchinus Gtffurius Laiidensis: Triti’ de musica volantina Theoricam et Praclica/n et Harmoniam Istnimentorom accuratissime cónscripsit, la quale indica le principali di lui opere in cui ha trattato tutte le parti della musica teorica e pratica ed in tutta quell’estensione di cui erano suscettibili quei tempi. Gio. Molossi, nella tavola di que’letterati lodigiani che furono lettori pubblici, inserita nella sopraeilata sua opera, annovera anche il Franchino qual lettore di musica in Pavia nell’anno 1494. Ma non facendo di ciò menzione il discepolo di Gaflurio, il Melegolo, che per onore del maestro non avrebbe certamente negletto di notar questa circostanza, e passandola sotto silenzio anche il Sassi, che però prova la sua cattedra in Milano compatibile colla prefettura de’cantori della Cattedrale, è da presumere che ciò sia ini abbaglio d’amor patrio} come non sembra adequata l’espressione che usa il nobile signor corlte Litta nel suo primo fascicolo delle Famiglie celebri di Italia, dicendo: che al tempo di Lodovico Sforza presiedeva Gaffurio al primo conservatorio di musica, che si erigesse in Italia: essendo una cattedra di musica ben differènte cosa di un conservatorio musicale. Bensì l’anno 1494 fu forse quello in cui da Lodovico venne il Gaffurio chiamato i codesta cattedra, poiché nell’opera stam1 pata nell’anno 1492, chiamavasi soltanto in 1 delubri majorit c/toro P/ionascus, mentre (t) Continuazione. Vedi il N. 51 e nell’altra promulgata nel 149G, s’intitola Musicae Professor. Appassionalo per l’arte mia, e desioso quindi di vederla coltivata ne’modi più ampj e forse piji adattati nell’età in cui viviamo, ed ai lumi che va spargendo, non una filosofìa d’un secolo sedicentesi illuminato (già passata di moda) ma un amore più vero ed un interessamento maggiore per le belle arti, solo retaggio della nostra ’ sempre unica Italia, sarammi permesso di | esternare qui un mio volo, perchè queste cattedre di musica usate ne’più bei: tempi della gloria italiana di nuovo avessero a risorgere nelle nostre università. Non è già questo il momento di ragionare per esteso intorno all’utilità delle me| desiine, nè io sarei da tanto di disegnare ■ un piano, mercè di cui polrebbersi ottenere da esse tutti i vantaggi possibili. Ma decito almeno mi sia di accennare alla sfuggita, che i Pontefici e gli Sforza negli accennati tempi in Italia, Alfredo il Grande in-Inghilterra e nel secolo nostro i Sovrani della Germania, a Berlino, a Lipsia, a Wurzburgo, a Gottinga ed altrove hanno con ragione concessa alla musica di assidersi accanto alle pregiate sue suore la la poesia e l’eloquenza. E dovrà forse la musica mai sempre essere riguardata o come arte quasi njeccanica, la quale non abbia altro scopo che di servire ad un passaggéro diletto, ad un frivolo solletico dtj’ sensi - o come sterile calcolatrice di numeriche combinazioni ed intralciati giuochi insipidi d’invecchiata abitudine contrappuntistica? - E non potrà dessa più innalzarsi al rango che occupava un tempo nel classico suolo, quando i Perieli se ne servivano per le Joro mire politiche, ed i Socrati in età avanzata non isde-, gnavan di apprenderla anche dopo d’aver dettato le più savie sentenze di recondita filosofia e pura morale, giacché contemplavano in essa un fine più nobile, una via per giungere ad un bello sublime? (!) Se ne’conservatori di musica s’insegnano le regole pratiche aèll’arte del canto, del suono e della composizione, si avrà con ciò esaudito quanto richiedesi per formare un artista perfetto? Chi gli sarà di guida nella contemplazione, imitazione ed espressione del vero bello e de’moltiplici affetti e passioni se non 1 Estetica? Chi frenerà non di rado gli intemperanti slanci d’una accesa fantasia? Chi gli eccentrici voli d’un genio giovanile se non la filosofia e la critica? (1) Vcggasi l’articolo dato in uno dei fogli scorsi sotto il titolo La Musica riguardala ne’presenti bisogni. Lo spirito umano tende ad esprimere l’ejje/e suo anche nelle.belle arti} anzi dirsi potrebbe, che lo stato loro è il termometro dell’uman/Vrt, poiché dalle medesime rilevar si possono e il grado di coltura e d’attività, e il modo di sentire e di pensare delle rispettive generazioni. Ed in fatti, finattantochè lo spirito umano restò ne’ confini della semplice innocente natura, la musica non era che un linguaggio ingenuo de’sentimenti naturali, l’espressione pura di moderati affetti, che s’insinuavano facilmente negli animi incorrotti. - Ma quando l’uomo s’allontanò da questa ristretta semplicità,s’aumentarono in lui con i nuovi suoi bisogni più variate e più impetuose passioni, la musica semplice, il canto naturale perdette la sua influenza sul cuore umano. - Essa divenne allora il linguaggio di sentimenti alterati, di sregolate passioni e di affetti tumultuosi, essa dovette vestire nuovi e più variati modi, onde col titillamento della novità destasse a cosi dire dal letargo l’ottuso ed addormentato sentimento} essa dovette tentare di colpire più colla forza e vivacità che non colla finezza e dolcezza, più col rumore e co’ salti mortali che non colla delicatezza e regolarità, onde servire ora alla mollezza degli snervati ed alimentare i loro sentimenti voluttuosi, ora alla salvatichezza del barbaro, affine di sostituire la sua baldanza, ora all’ozioso spensierato, per abbreviargli la noja della neghittosa sua esistenza. Se le belle arti adunque sono immedesimate coll’umanità, se il perfezionamento di quelle tende a nobilitare questa, non sarà quindi senza vantaggio il trattare la musica sotto un punto di vista più generale e più nobile, e con i sublimi precetti della Filosofia Estetica e Morale. Anzi resterebbe un vuoto notabile se ne’ luoghi ove radunasi il fiore della gioventù non vi fosse chi accanto a severi studj spiegasse di quell’arte, che gli antichi estimarono assolutamente necessaria all’educazione, la vera e nobile tendenza, l’origine e l’oggetto, l’estensione, l’influenza sulle facoltà dello spirito e sui sentimenti del cuore, le sue relazioni colle altre bell’arti} analizzasse le bellezze de’ capi d’opera d’ogni età, paragonandole fra di loro} e dirigesse con questo mezzo il giudizio ed il criterio degli amatori} narrasse la storia e le vicende a cui fu ed andrà mai sempre soggetta - sviluppasse inoltre le r cagioni delle sensazioni più o meno ag- * gradevoli} inspirasse quindi il gusto del vero | bello, e tentasse nell’istesso tempo d’im- |