Gazzetta Musicale di Milano, 1843/N. 33

N. 33 - 13 agosto 1843

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[p. 141 modifica]GAZZETTA ANNO II. N. 33. 4 5 Agosto -1843. DOMENICA DI MILANO Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intilolcril AnTOLOCIA CLASSICA MUSICALE. La musique, par îles inflexions vives, accentuées, et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, ■ soumet la nature entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir. • J. J. Rousseau. Il prezzo ddl’associnzionc alla Gazzetta c aW’Antologia classica musicale è dicITelt. Ausi. L. 12 per semestre, ed cifoli. Ausi. L. 14 affrancata di porto lino ai confìnidella Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente c franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto. — I.c associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Oinenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. — Le lettere, i grup"" — essere mandati franchi di porto. I. La Musica guardata nei bisogni presenti. - II. Carteggio. - III. Vakieta’. Il re musicista. - IV. Aneddoto. - V. Notizie Musicali Diverse. - VI. Nuove Pubblicazioni Musicali. LA MUSICA GUARDATA SE’ BIS WG XI PKESEXTI ARTICOLO II. {Continuazione. Vedi il ni a.) egno di maraviglia sarebbe, se V ^questi medesimi ostacoli si IraiD Es[ovmassero a pro c*e**a musica r J$?in tante strade di ferro od in „ atree vetture. Quale portento, se ad un tratto l’educazione, il teatro, i cultori ed appaltatori di quest’arte divenissero i più zelanti collaboratori dell’incivilimento! Alla fin fine questa non sarebbe altro che un’onorevole ammenda, un coscienzioso risarcimento dei danni arrecati. Mentre io non ne dispero, seguito a ragionare cosi. Il gaz ed il vapore, se non si fossero provati utili alla società, sarebbero morti nati; perchè ogni invenzione debbe avere un vantaggio positivo. D’altra parte si è trovato clic sono eccellenti motori in morale l’istruzione popolare, la coltura d’ogni classe, la mendicità ricoverata, occupata e dirozzata, le casse di risparmio, le società contro la miseria, la sventura, e l’intemperanza e va dicendo. Questi sono mezzi diretti ed immediati; ma ve ne sono altri mediati, e d’antica esperienza. La poesia, per esempio, lasciati i vaneggiamenti d’una volta, non si è oggi addossata una parte dei pesi sociali? Non è forse tornata all’antico uffizio di ammaestrare e corregere? Ora qual’arte è più amica della poesia che la musica. Se quest’amicizia debbe essere sincera e durevole, bisogna bene che questa seguiti e secondi quella, e porti anche essa il suo peso. Sta adunque a’suoi cultori il veder modo d’indirizzarla ai bisogni presenti. Io lascerò ai maestri dell’arte discorrere delle intiere relazioni o simpatie che la musica ha coi sensi e coll’animo; idoleggino essi le metafisiche consonanze dei suoni e delle fibre, che io scenderò alla pratica. Tre campi di battaglia ha la musica. La casa, il teatro, la chiesa, tre campi che possono essere d’una nuova e più soda gloria a lei fruttuosi. La musica di casa, sia ella consacrata all’onesto piacere della famiglia, od al sollievo di scelta e numerosa società, può moralmente su essa famiglia ed assemblea influire ove abbia l’opportunità del luogo. Tutti sanno che non mancasi di musica da camera. Ye n’ha antica e moderna, scritta a bella posta, e ridotta, ve ne avrà pure altra non ancora ne scritta nè ridotta. Quale? quella che volesse sposarsi a quel genere di poesia poco fa rammemorato. INort negherò che già sieno usciti alcuni saggi, ma temo che il benefico tentativo non riesca a cagione del primo ostacolo. A questo proposito farò un’osservazione. Gli scrittori di musica morale, dico poeti e musici, dovrebbero tenerci lontani dalla malinconia. Se la virtù per sè stessa è cosa lieta e piacevole, la sua scuola non vuol essere nè tetra, nè disgustosa, e chi insegna il bene colla musica debbe aiutarne la pratica, non aggravarla. E poi bisogna scrivere per tutti i tempi, non guardando la moda. Quando il moderno sentimentalismo, voglio dire l’ipocondria presente, non sia più in voga, che sarà della musica morale? Ma per musica morale io non intendo un perpetuo insegnamento di virtù. Il concerto privato vuol essere un elemento di educazione così, che ora ammaestri, ora ammonisca, ora ispiri il cuore, ora diletti l’immaginazione. A tre generi si può ridurre: all’insegnativo, al patetico, al descrittivo. Poesia e musica che ricordino precetti di virtù, sentenze morali e religiose; canti storici che rinfreschino la memoria delle belle azioni, delle glorie patrie; canzonette che c’inspirino buoni sentimenti, che svelgano i vizj e i pregiudizj, che edifichino insomma la famiglia e la società, appartengono al primo genere. Al secondo appartiene l’immenso e geloso tesòro degli affetti. Chi vuol educare bisogna che li conosca, e distingua, e poi imprenda a dar loro un indirizzo utile e lodevole. Ora le riduzioni che dalle scene passano al focolare domestico fanno sovente effetto contrario. In generale l’eterna cantilena dell’amore è quella che assorda i teatri e le camere. Se essa è un’Aria, o Romanza, quando non è lamento, o desiderio di piaceri inarrivabili, contiene progetti, speranze, timori, sfoghi di cui le domestiche pareti dovrebbero vergognarsi. Se è un Duetto s’indovina subito che razza di dialogo sarà, di che cosa parleranno quelle due voci? Della stessa indole sono gli altri pezzi concertati contro il buon costume. Per ora io passo come tollerabili in teatro queste cantilene; ma la famiglia, e l’adunanza perchè debbono essere il ritratto, il compendio, l’eco di quanto la scena espone? Il cielo mi guardi dal rigorismo; nta domando se per divertire il ritrovo domestico non vi sieno musiche più acconcie, più purgale, più correttive? Ilavvi però qui una scusa, ed è, che non si bada alle parole, che non si dice davvero. Alcuni lo crederanno, e molli no. Ma menando per buona la scusa, bisogna conchiudere che per lo meno quella musica resla insignificante, e che varrebbe egualmente tacer le parole, e solfeggiar le note, nel qual caso emergerebbero due danni: uno alla musica, togliendole il suo significato, l’altro ai dilettanti privandoli d’un piacere e vantaggio che da una buòna ed onesta poesia emanerebbero. In ogni modo questi concerti non possono scusarsi da una profanazione dell’arte, la quale innocente per sè, si fa servire al traviamento degli affetti, alla corruzione del cuore. Da altra parte, se non vedesi un vero male e pencolo di male in questi musicali passatempi, chiederò se pitture e sculture indecenti, o libertine esposte agli sguardi della famiglia e dell’adunanza saranno egualmente scusabili, e se gli occhi potranno pur dire che non guardano davvero, che non badano alle forme. AI terzo genere appartiene la musica che diletta l’immaginazione, sublima lo spirito, e lo riempie d’un vario piacere. Di quest’indole sono gli Oratorj pieni di svariate descrizioni, di armoniose pitture. In generale queste composizioni si antiche che moderne sono religiose, ma non ve ne potrebbero essere anche delle profane, come le Stagioni di Ilaydn? Ma forse questi Oratorj sono di troppo vaste dimensioni per acconciarsi al concerto domestico; e quando se ne componessero per i teatri, e per le grandi sale accademiche della nostra Italia la anderebbe bene per i bisogni morali di cui vado favellando. Alla camera van sempre meglio i lavori fatti a bella posta. Di questi sarebbero argomenti le belle, grandi e piacevoli scene della natura. Molte sono le poesie che parlano dei fenomeni naturali, che descrivono j a fondo l’universo; e quando non ve fossero, converrebbe scriverne, e regalar l’arte di nuove produzioni. I migliori brani dei nostri poeti antichi e moderni là dove essi descrivono, narrano, dipingono, dove j escono con episodj drammatici meriterei»- ( bero la luce de’nostri concerti; perchè essi Cj brani si capirebbero e sentirebbero me- E glio, e maggiormente impressi resterebbero nelle memorie nostre, e la musica nazio [p. 142 modifica]naie avrebbe un tesoro di più, un mag- v. gior merito nella coltura dello spirito. Non escludiamo da questo genere la musica scherzevole, faceta, la musica che sappia far ridere senza le sciocchezze e le imper- i tinenze del far buffo, che ci esilari con | aneddoti piacevoli, con novelle innocue, con motti saporosi e squisiti. Ho insistito alquanto su questa’parle, e 1 per la sua importanza, e per le sue con-: seguenze, le quali si renderanno manifeste nelle cose che restanmi a dire. Perchè, j guardando il concerto privalo come primo i studio dell’educazione affidata alla musica, come germoglio del bene che l’arte può arrecare ai pubblici spettacoli, non si debbe in verun modo trascurare da chi di tutto approfitta per il miglioramento della società. Chi uscirà bene educato, ben disposto da questa scuola primitiva e normale, porterà nel pubblico un giusto criterio, un sodo giudizio, un gusto inalterabile del buono e del bello. La famiglia sarà il conservatorio de’ buoni uditori e stimatori, i quali non lascerannosi giun- | tare dagli espositori di mostri, e di caricature, dai venditori di ciance sonore, dall’ignoranza e presunzione di chi s’incarica d’intrattenere a spese [del senno, e j del gusto il pubblico sofferente. (Sarà continuato) Y. Bigliani j CARTEGGIO. IiES DI JIOISKIXI S DE SAIXX-C1B Niiova Commedia in 5 atti di A. Dumas, datasi al Teatro Francese a Parigi. A Saint-Cyr, in questa reale e tranquilla abitazione, consacrata da madama Maintcnon a tante povere ed interessanti fanciulle, ciarlano c sospirano per quanto è lungo il giorno Carlotta di Mériant e Luigia Mauclere, l’una sentimentale ed amorosa, angelo dagli occhi neri c dalla veste azzurra, l’altra vivace, scaltrita, maliziosa, un vero demonio! Ed è il demonio che protegge l’angelo. Questa madamigella Luigia, ■colla sua aria ingenua, colla sua vocina melata, c ad onta della eccellente educazione clic ha ricevuto, ha tutta l’esperienza d’una griselle del quartiere Latino. Un giovane c brillante gentiluomo, il conte di SaintHcrcm, essendosi introdotto a Saint-Cyr, grazie ad una chiave che gli era stata prestala dal duca d’Anjou, circonda Carlotta di seduzioni, le mormora all’orecchio delle dolci proteste c le dà degli appuntamenti; Carlotta è debole, ed io non saprei ciò clic potrebbe accadere, se madamigella Luigia non fosse là per sorvegliare la sua amica, e per metter ordine a’suoi piccoli affari. Non è già Luigia che perderebbe la testa in queste scabrose occasioni. 11 sig. di Sainl-IIercm trova carne po’ suoi denti. - Voi amate Carlotta? Ciò va bene; sposatela, mio signorino. - Volentieri, risponde Saint-Hcrcm stretto si davvieino, ma più tardi.-Quando vorrete, ma io vi prevengo che non abbandonerò mai Carlotta, che io sarò sempre là, presso di lei, c che se il buon motivo non entra nelle vostre viste, voi potete indirizzarvi altroveConfessiamo che ò questa una piccola comare clic capisce gli affari. Saint-Hcrem comincia;ad avvedersi che la protezione di madamigella^Luigia gli recherà molto imbarazzo, ed egli medita la maniera onde poter sottrarsene. Giustamente, guardando dalla finestra, egli scorge uno de’ suoi amici, il sig. Duboulloy che passeggia pei dintorni. Sainl-IIcrem gli fa segno-di prendere una chiave che gli getta, e di salire; le quali cose sono eseguite da Duboulloy. Questo Duboulloy è un borghese, abbastanza buon ragazzo, e clic tiene per un onoreclic Saint-Hcrem si compiaccia di farsi prestare da lui del danaro, c che gli procuri l’occasione di farsi uccidere in duello; ciò è assai lusinghiero di fatti per I un villano. Dunque egli non può nulla rifiutare a! questo gentiluomo... dapprima appunto perchè è gentiluomo, c in secondo luogo perchè è realmente suo i amico a Duboulloy, dice Saint-Hcrcm, io ho qui un appuntamento con una graziosa fanciulla, ma vi è una amica estremamente imbarazzante, che io vorrei non assistesse alla nostra conversazione. Resta qui, cerca di occuparla, e falle la corte. - Io lo farci con piacere, ma! siccome io prendo moglie fra due ore, cosi ciò sarà; per un’altra volta. E Duboulloy fa per uscire, ina le preghiere di Saint-Hcrcm gli fanno cangiar progetto. D’altronde gli si promette di lasciarlo andare fra un’ora, j Gli resterà ancora un’alte’ora per isposarsi: è più di quanto abbisogni. Luigia,^venendo all’appuntamento, vi trova Duboul-! Ioy, che la trattiene, mentre Saint-Hcrem attira Car- j lotta nel giardino della casa di Saint-Cyr. Luigia lo- 1 sto che s’avvede della manovra, vuol andar a rag-; giungere Carlotta. Ma Duboulloy, impiegando allora i; grandi mezzi e sacrificandosi per Saint-Hcrem, si slancia i frale dichiarazioni piùappassionate, dipinge la. sua fiumi- i ma, si getta ai piedi di Luigia, ecc. Luigia presta orcc- I chio a tutti questi dolci discorsi, Luigia vuol trovare j un marito giacché essa ama il lusso, il mondo, i pia-; ceri. Bello o bruito ella amerà l’uomo che le apporterà tutto questo. Duboulloy le piacerebbe dunque; giacché egli è ricco, ed ecco madamigella Luigia che! non ha veduta neppure la figura del suo adoratore | (è notte), ecco madamigella Luigia clic si mette a ri- i spondere con premura alla fiamma di questo signore,! che ella non conosce, e che debbo sposarsi fra un’o- j ra. Bisogna convenire clic sotto Luigi XIV la gioventù riceveva una singolare educazione. Questa pie- j cola pensionarla di 16 anni la sa abbastanza lunga, c: la casa di Saint-Cyr mi sembra regolata assai bene! Mentre che gli amanti si abbandonano ai dialoghi; i più appassionati, si ode un gran rumore. I nostri seduttori vogliono fuggire, ma è troppo tardi. Un; exempi de la prévóté arriva, li arresta c li spedisce alla; Bastiglia. Nel secondo alto noi troviamo Saint-Hcrem nella; sua casa, perfettamente libero, ma di assai cattivo: umore; sembra che fra un atto c l’altro gli sia sopravvenuto qualche avvenimento assai disaggradevole. 10 lo credo bene. Lo si è fatto sposare con madami- i gclla Mcriant, si è fatto sposare Duboulloy con ma- j damigella Luigia Mauclcrc, c fu alla Bastiglia che venne aggiustato l’affare; si ha preso i nostri due signorini, 11 si ha messi tutti c due in una stanza bene oscura, c non ne sono esciti, e non hanno potuto persino cenare, che dopo aver acconsentito a riparare la loro sciocchezza. Ciò è tanto più dispiacevole per questo j povero Duboulloy, elio egli era vicino a sposarsi da un’altra parte, quando la sua fatale compiacenza l’ha perduto. I due sposi a loro dispetto, sono furiosi; io j comprendo la collera di Duboulloy, ma Sainl-Hcfcm mi sembra clic abbia ben torto di lamentarsi tanto altamente. Perchè non ha potuto sedurre una povera fanciulla, egli la copre di rimproveri, l’accusa d’aver preparato lo scàndalo di cui fu vittima, si lamenta d’esser caduto in una rete! Madama di Saint-Hcrcm risponde a queste assurdità con dignità e con nobiltà; c le sue parole dovrebbero far arrossire il poco delicato marito; ma questi, irritato maggiormente dalla superiorità di sua moglie, persiste nella sua maniera di veli duca d’Anjou è chiamato al trono di Francia. Saint-Hcrcm parte per andar a raggiungere il principe, clic lo attacca al suo servigio. Egli conduce seco Duboulloy. Ecco le nostre due povere donne abbandonate abbastanza crudelmente. Carlotta piange, ma Luigia ride come una pazza. Non ha ella, forse del- i l’oro, delle carrozze, un palazzo? Non è questo ciò che ella avea sempre desideralo? Ed ella ha tutto,; questo colla libertà di più c con un marito di meno;! è proprio il colmo della fortuna. Eccoci alla corte del duca d’Anjou o piuttosto di Filippo V. Saint-Hcrqm vi fa una figura abbastanza j vantaggiosa; ma lo credereste? questo povero sposo, pensa qualche volta a sua moglie. Egli l’ha umiliala, j insultata nel modo più grave; non dipendeva che da I lui d’essere felice, ed egli non l’ha voluto. Ebbene! li ora convienici® si penta dei suoi torti celie pensi a ripararli. In quanto a Duboulloy egli non rimpiange per nulla la sua cara metà; è un uomo assai fermo ne’ suoi principi. Alla corte di Filippo ha luogo un gran ballo. Due dame francesi vi sono presentate dal duca d’Harcourt ] ambasciatore di Francia. Due dame! voi indovinate che sono Luigia e Carlotta. Che vengono esse a fare in Ispagna? Cercano forse i loro mariti? Voi vi siete sbagliati. Il Duca di Harcourt ci avverte che esse sono inviate da madama Maintenon onde distrarre Filippo V da una passione clic nutre per la principessa Orsini, passione le cui conseguenze politiche cominciano a farsi dannose. Saint-Hcrcm c Duboulloy ridono dell’avventura fino a tanto che le dame non hanno levata la maschera, ma quando essi le hanno riconosciute, la cosa sembra loro meno piccante. All’indomani Saint-Hcrem è ridivenuto amante di sua moglie, e tanto più amante in quanto che. ha un rivale. Guardate il conte di Candele nel matrimonio sotto Luigi XV. E lo stesso dispetto, le stesse inquietudini di cuore, il medesimo geloso furore; ed è cosi che Dumas fa delle cose nuove rubando a sé slesso delle vecchie idee; c questa volta almeno non valca la pena di prendersi un tale disturbo. Ma infine Saint-Hcrcm è innamorato; voi avrete un bel fare, ma la cosa resterà come ve la dico. Non vi è dunque da meravigliarsi se egli fa una visita a sua moglie; egli non sa ciò che le dirà, ma un innamorato non si ferma davvero a pensare a queste inezie. Ma un crudele disinganno attende il povero conte! Ohimè! egli crede d’essere il marito di sua moglie, ed egli s’inganna, egli crede d’avere dei diritti su Carlotta, e Carlotta gli narra ridendogli in viso, che dietro preghiera di madama Maintenon, furono sciolti i loro legami. A questa rivelazione SaintHcrcm resta decisamente come uno stupido... ma egli ha perduto il diritto di lamentarsi, c qualunque protesta dalla sua parte sarebbe furiosamente ridicola. Questa considerazione non arresta però Saint-Hcrem; bisogna clic egli sia proprio eccellentemente innamorato. Egli comincia a svelare a Carlotta i progetti del re, e con grande sorpresa del conte, Carlotta non ne sembra scossa; al contrario essa procura di provare allo sposo coi più fini ragionamenti, che divenire l’amante di un re non è un occupare una posizione sociale tanto disaggradevole, c clic essa deve stimarsi assai felice, essa la povera figlia senza ajtpoggio, senza protettore, se si vuole trovarla buona a gualche cosa. Sembra che questi argomenti non siano sufficienti per convincere Saint-Hcrem, che non potendo più contenere i sentimenti tumultuosi che.lo agitano, grida con forza che non soffrirà giammai che si compia una tale indegnità, e che egli disputerà Carlotta persino al re. Egli mi ama, dice Carlotta trasalendo di gioja. Allora si presenta il re, e fa a Carlotta la più positiva delle dichiarazioni. Ma mio marito, sire? obbietta Carlotta. - Ah! in fede mia! tanto peggio per lui, risponde Filippo, vostro marito si è condotto assai male verso di voi c merita un castigo. - Ma.... se io l’amassi... - lo ne sonò desolato... ma bisogna cangiar sentimento, e darmi un appuntamento per questa sera od altrimenti stale bene in guardia voi e vostro marito. -lo sono dunque forzala, dice la tremante Carlotta, c l’appuntamento è accordalo. Ma Saint-Hcrcm, che ha sospettati i progetti del re, ha risolto di rapire Carlotta; egli si presenta dunque nella di ’ lei casa, e là il suo amico Duboulloy gli narra che Carlotta lo ama, e che tutte le porte s’apriranno dinanzi a lui; ciò a cui Saint-IIerem non vuol prestar fede. Quest’uomo è Io spirito di contraddizione personificato. Carlotta è nobile, amante, piena di rinegazioni, ed egli la respinge. Carlotta alla sua volta, lo respinge ed egli ama Carlotta alla follia. Carlotta gli restituisce il suo amore, ed egli grida che si vuole ingannarlo. Falerni dunque voi il piacere di contentarlo. Carlotta che comincia a conoscere il carattere fantastico di suo marito pretende di renderlo felice a suo dispetto. Se essa accoglie con tanta compiacenza la Si, passione del re, ella fa questo perchè vuol porre Saint- nV Harem al coperto da ogni pericolo; la sua civetteria Vb è della buona prudenza. Essa ottiene dunque un or- 6 v dine reale, grazie al quale Saint-llcrem dovrà uscire (M; [p. 143 modifica]dalla Spagna, e quando suo marito sarà in viaggio ossa aggiungerlo; ma la vivacità e la gelosia di Saint-Hcrcm fanno andar a vuoto questi calcoli; egli trova il re da Carlotta e lo insulta e lo provoca. Filippo furente giura di punire con severità l’insolente, se non parte all’istante. Io rimarrò, dice Saint-Herem. Ma Carlotta sopraggiungc, Carlotta che assicura l’ingrato del suo amore, clic vuole allontanarsi, fuggire con lui. Essi sono per partire quando un alguazil si presenta... È da scommettere clic Saint-Hcrcm vicn di niiovo arrestato, e chiuso nella Bastiglia del paese. Ma no, questo fu un falso allarme, il re perdona a tutti, ed i due sposi partono per andare a rimaritarsi in Francia. In quanto a Duboulloy, il suo rancore contro sua moglie cade innanzi al titolo di barone, che la scaltra Luigia ha saputo procurargli. Questa commedia appartiene a quella specie chiamata convenzionalmente di genere, o commedia aneddotica, specie facile e puerile, nella quale non sono di prima necessità nè l’osservazione, ne la venta, ne lo stile, nè il senso comune. Basta, per riuscirvi, trovare una favola più o meno divertente, delle frasi più o meno piccanti, delle piacevolezze più o meno triviali, delle frcccic spiritose che abbiano più o meno servito. Con questi ingredienti e coll’abilità di Dumas, coi consigli degli attori, colla esperienza delle prove, si giunge, tanto bene che male, a formare d’un vaudeville in tre atti una commedia di genere pel Théàlrc-l’rancais; ma non si fa per questo una buona commedia. I due primi atti, noi ne conveniamo, sono abbastanza rapidi, ed al teatro delle Variétés avrebbero ottenuto un buon successo. Lo spirilo ne è comune e grossolano, i frizzi assai conosciuti, ma collocali molto abilmente; ma a cominciare del terzo atto l’intreccio si imbarazza, le lungaggini si fanno sentire, il procedere dclluzione diventa penoso cdilavato. Il carattere dijSaintHerem è tracciato abbastanza infelicemente; volgare, senza dignità e senza spirilo nei primi tre alti, non riprende un po’ di colore, di energia che al momento in cui l’amore e la gelosia si impadroniscono di tutto il suo essere. In quanto a Duboulloy questi è un Balandard in parrucca bionda, è il pasquino di rigore, la coda rossa obbligata di tutte le commedie che ai nostri giorni vengono rappresentate al TMàtre-I’rancais. Noi abbiamo detto cosa sia madamigella Luigia. Carlotta è il solo personaggio interessante della commedia. Sia i dettagli di questi amori, queste questioni di casa, il cui scioglimento è preveduto lino dalle prime scene del terzo allo non bastano per accaparrare l’attenzione degli spettatori; Dumas ha tentalo inutilmente di rialzare con ricami, con complicazioni d’ogni sorta la povertà, la nullità del fondo. Egli ha imbroglialo l’intreccio, egli ha accalcate scene sopra scene, trivialità sopra trivialità, per arrivare alla fine dei cinque alti, che avea promessi. L’incarico era penoso e difficile. Il risultalo potea essere più felice. VARIETÀ. IL RE MUSICISTA Federico il grande amava molto la musica: e suonava assai bene il flauto. La passione clic egli ebbe sempre per questo istromcnto fu la prima causa dell’abitudine che aveva questo principe di portar la testa inclinata a dritta. Il suo talento musicale gli valse delle pene infinite. Per acquistarlo gli abbisognò una gran forza di volontà, una tenacità poco comune. Voi Sapete che Gugliclmo-Fcdcrico trattava suo figlio con un’eccessiva severità, che il giovane Federico, avendo voluto sottrarsi all’autorità paterna, fu arrestato, messo in prigione a Custrin, col suo complice Katt: clic tutti due furono condannali a morie da un consiglio di guerra, e che il principe, forzato dal padre a veder decapitare l’infelice Katt, non dovette la vita che alle lagrime cd alle sollecitazioni mille volte reiterale della regina. Guglichnò-Eedcrico non pensava clic a reclutare il cggimcnto di giganti. Egli lo passava in rivista e lo faceva manovrare lutti i giorni. Disprezzava talmente le belle arti, che, al suo avvenimento al trono, racciò da Berlino i pittori, gli scultori, e musicisti e i decoratori stranieri. Per derisione, nominò a presidente dell’Accademia delle scienze, un buffone chiamato Grundling; accommiatò il filosofo NVull, che leggeva nell’Università di Halle, imperciocché, diceva egli, la filosofia faceva disertare i soldati. Non avea altri piaceri che la piazza d’armi e il ridotto reale, ove fumava molte pipe bevendo numerosi bicchieri di birra. Ilo veduto a Charlottcmburg un singolarissimo quadro ove Guglielmo-Fcdcrico è dipinto in mezzo a una dozzina di compagni, fumando e bevendo: egli presenta suo figlio all’assemblea; il giovane principe introdotto per la prima volta in questo luogo, riceve una pipa dalle mani del presidente. Anticamente i Romani davano la veste virile a’ loro- figli sortendo dall’adolescenza; Federico il Grande ad egual epoca, ricevette una pipa. Tutti i fumatori hanno l’aria di calili giovane Federico aveva dei gusti molto opposti a quelli di suo padre: amava le belle lettere, aveva corrispondenza con Maupcrtuis, Algarotti, Voltaire, e il suo più gran piacere era di vivere al castello di llhinsbcrg, clic appellava il soggiorno delle Muse, perciocché là solamente poteva darsi tutto alle sue smanie poetiche. 11 re non mancava mai di attcstarne il suo malcontento, a Mio figlio, diceva egli, non è più clic un petit -màilre francese, un bello spirito che guasterà lutti i miei affari.» Tuttavia tollerava clic si ‘occupasse di letteratura, ma gli aveva interdetta la musica sotto pena di morte. Era cosa assai pericolosa il disobbedire ad un padre di questa specie, a un re cosi terribile: ma le passioni non ragionano’: d’altronde voi sapete che il frutto proibito è sempre quello che l’uomo preferisce. Federico volle imparare a suonare il flauto, e vi pervenne nascondendosi in una cantina, le di cui entrature erano ermeticamente chiuse con materassi. Bisogna dire clic il di lui maestro di musica fosse dotalo d’un gran coraggio se veniva al palazzo per insegnare un’arte che un tal re detestava. Gugliclmo-Fcdcrico non concepiva che si potesse trovar piacere a sfogliare dei libri e soprattutto a farne: egli avrebbe voluto che il figlio prendesse il gusto della caccia, perchè pensava clic la caccia, avendo una certa analogia colla guerra, fosse per questa ragione il solo divertimento degno d’un principe. Questo re, che restò sempre in pace coi suoi vicini, passò tutta la sua vita a disciplinare l’esercito, il che ebbe una grande influenza più tardi sui destini di suo figlio. Federico, che non amava- punto la caccia, si mostrò tutto a un tratto appassionato per questo esercizio. II re se ne compiaceva e a tanto meglio, diceva, mio figlio diviene un uomo. È possibile che noi ne facciamo qualche cosa». Ma ceco perchè il principe reale affettava di trovar piacere a correre i boschi alla caccia del sclvaggiumc. Egli suonava bene il flauto, ed i duetti che eseguiva col suo professore non bastavano più alla sua ambizione d’artista. Gli abbisognava un campo più vasto per dispiegare i suoi talenti; egli voleva brillare nei concerti, voleva dei rivali di gloria, e soprattutto degli ammiratori. Un filosofo diceva: «Io rineghcrei la scienza se mi fosse proibito di farla conoscere, u A qual fine, di fatti, sapere una cosa, se gli altri ignorano che voi la sapete? Organizzare un concerto non era facilissimo. Gugliclmo-Fcdcrico non ischcrzava, e la rimembranza di Katt si presentava a tulte le immaginazioni.’ Frattanto uno de’suoi cortigiani venne a dirgli un giorno che in mezzo alla foresta d’Oberw vi esisteva una caverna spaziosa, sotterranea, lontana da ogni abitazione, e clic là, se voleva correrne il rischio, si potrebbe concertare con comodo. — Sta bene, disse Federico, noi andremo alla caccia’: avrò dei musicisti per cacciatori, e mio padre crederà che noi cacciamo: i servitori uccideranno un cervo, ed alla sera noi torneremo trionfanti al castello. Ma... come sperare il segreto con tonfi complici?. — Mio signore, la sorte di Katt vi garantisce la discrezione di tutti: ciascuno saprà che vi va della taceranno. Ogni cosa passò come il principe e i cortigiani avevano progettato; i concerti ebbero luogo nella foresta una volta per settimana. Si nascondeva suonar della musica come se si fosse trattato d’cospirazione per detronizzare il re. Ciò durò qualche tempo, senza che Guglielmo-Fcdcrico ne avesse il; nimo sospetto. Allorché egli vedeva suo figlio tornar dalla caccia, bagnalo, coperto di fango e d’una nobile polvere, l’orgoglio del sovrano e il cuore del padre erano pienamente soddisfatti. Al ritorno di un viaggio clic aveva intrapreso nei suoi Stati, Guglielmo-Fcdcrico traversava la foresta d’Opcr-NVald. Egli ode parecchi colpi di fucile tirati a qualche centinaia di passi da lui, e vede un cervo ferito da una palla che cade e muore ai suoi piedi. Supponendo che dei cacciatori furtivi avessero ucciso quel bell’animale d’una sì ignobile maniera, dà ordine alle sue genti di perseguitarli e di condurglieli morti 0 vivi. Gli si presentano tosto due servitori colla livrea reale. Essi sono segnalati come colpevoli, e il re riconosce come appartenenti alla casa di suo figlio. — Ilanj, diss’cgli ad uno d’essi, bisogna clic tu sia molto stanco di vivere, se ti permetti di uccidere i mici cervi per mangiarli o venderli. — Ali! Sire, non sono per me. — E per chi dunque? — Ah! ho giurato di non dirlo. — Ed io giuro che li faccio appiccare a questa gran quercia, e vedremo chi di noi due conserva meglio il segreto. — Ah! Sire, grazia pei miei figli. — Miserabile! parla dunque: perchè uccidi i mici cervi? — Per voi. — Per me? chi te ile ha dato l’ordine? — Il principe Federico. — Mio figlio? — Sì. — Io non intendo. — Dice clic voi amate di mangiare il cervo, e siccome egli preferisce la musica alla caccia, c’incarica di uccidere i cervi che porla al castello. — E... presentemente ov’è egli? — Alla caverna. — In mezzo alla foresta, ove sono riuniti i musi— E che fa con questa specie di gente? — Suona il flauto. — Silenzio, e conducimi subito a questa caverna. 11 concerto terminava; il principe suonava il suo solo, e riceveva gli applausi dei cacciatori musicisti, allorché Gugliclmo-Fcdcrico apparve come la lesta di Medusa. Non ebbe bisogno, d’impor silenzio a quei signori: essi erano tutti pallidi, immobili, annientati. Dopo aver pronunziato colla sua voce di tuono il giuramento più energico della lingua tedesca:» Ah! così, diss’cgli, si rispettano le mie volontà? Vi ho già falli grazia altra volta, signor Pétil-Mailre, voi vedrete domani come punisco la disobbedienza ai mici ordini. In quanto a voi, se avete dimenticato Katt, ve ne rifreschcrò la memoria. La sera tutti i musicisti erano in prigione. Gli abitanti di Berlino costernati, prevedendo una fine tragica, non s’interrogavano òhe tremando. Ciascuno ricordava la spaventevole scena di Custrin, col suo corpo, la sua mannaia, il suo palco apparato di nero. Per tre giorni lutti furono in un’orribile ansietà, allorché una nuova Circolò nella città e fece cadere il velo opaco che oscurava tutti i volti. 11 re, si diceva in letto, malato per le fatiche del viaggio, o forse ancora per aver inteso la fine del solo di flauto. Felicemente per 1 musicisti, il male fece dei rapidi progressi: Alcuni giorni dopo, il 51 maggio 1740, il re mori, e terminò ogni scena luttuosa. Il figlio clic, da principe reale, divenne Federico II, non fu più obbligalo di cacciare il i piacere di suonare il flauto. [p. 144 modifica]ANEDDOTI Un attore di Parigi sosteneva in un villàggio la parte | di Buridanò; nella Tour do Nesle di Dumas. In quci dramma v’è uria scena in cui Buridàno debbo csclaarc - Come!, vili! dicci contro uno! -Ora avvenne clic questa volta i dieci non fossero che uno solo. Ma l’artista, contro ogni aspettativa, non ne soffri il più leggero imbarazzo. - Come vili! si pose egli a gridare; n uomo qui e nove là a basso! - c segnava col gelo verso la profondità delle quinte. 11 conto era giuto, ed il pubblico non trovò niente a che dire, che nzi provò co’ suoi applausi quanto apprezzasse l’evidenza di calcolo dell’intrepido artista. NOTIZIE MUSICALI DIVERSE — Vienna. La nuova Unione di Musica ecclesiastica, a Sant’Anna, ebe ha per iscopo di promuovere e migliorare la musica da Chiesa presieduta da S. A. il principe Lobkowitz, va prosperando ognor più. Essa conta ormai circa 400 allievi ammaestrati nc’varj rami della musica sacra. Il loro pubblico esame ebbe luogo nell’or scorso 25 luglio. Nelle ore antimeridiane trnttavosi la parte tecnica, come la Numerica, l’universale dottrina della musica di chiesa, suo scopo, introduzione, epoche storiche, indole dello stile della musica sacra, esecuzione della Numerica c di canzoni sacre. Le ore pomeridiane vennero dedicale alla parte pratica, e si eseguirono varj componimenti sacri di Albrcchtsbergcr, Duk, Graun, Handcl e Haydn. (Estr. dalla Gasi. Mas. di Vienna) — Fra poco si inaugureranno i busti di Haydn, Mozart, Gluck e Beethoven nella Chiesa di S. Carlo. {Gazz: Univ.) — Abbiamo sicure notizie che Liszt verrà qui il prossimo autunno per dare alcune accademie. — La celebre cantante SchrSder-Dcvrient 6 arrivala a Pietroburgo, per prodursi su quelle scene melodrammatiche. — Il sig. Doel, il quale, come venne annunziato nell’ultimo numero di questa Gazzetta Musicate, coniò una nuova medaglia in onore di Mozart, nc spedi altresì una alla signora Anna Gottlieb, clic fece la parte di Pamina, or sono 51 anni, nel Flauto manico. — Si asserisce clic Ole Full non ebbe l’incontro aspettatosi nell’America settentrionale. — L’Opera italiana non fece grandi affari nè a Berlino, nè a Lipsia. {Estr. dalla Gazz. teatr. di Vienna). SCOVE POIBLICAZIOSI BILI DELL’l. K. STABILIMENTO NAZIONALE PR1V1LEG.’ Di GIOVANNI RICORDI mraia H EZEH-TAWZ (TI Stililo «felle Streghe) 45057 13058 ■15039 15040 15041 15042 15043 15044 15045 GIUSEPPE LANNER Op. 203 Per Pianoforte solo... Fr. Per Pianoforte a 4 mani.. u Per Violino e Pianoforte..» Per Flauto c Pianoforte..» Per 3 Violini e Basso... «Per Chitarra ■ Per Flauto m Per Orchestra» Per Pianoforte nello stile facile n 2 50 2 30 3 23 1 75 1 25 IPMBKD SBBQIim Iter Pianoforte, * Violini, Viola, Violoncello e Contrabasso & & S31 13930 Op. 23. Fr. 12 50 41678 TOLTE DALLE SUE CANZONI E TRASCRITTE PER Pianoforte solo ■14751 Fascicolo I.. 14752 n II. 14753 «III. 14606» IV. 14607 h V. 14608» VI. 14619 h VII. 14620 h Vili. 14621» IX...» 4 — I 9 fascicoli in un sol volume ii 20 — Fr. 5 50. h 2 50. h 2 50 4 — EOIDO SUR UN MOTIF DE DON PASQUAEE de DONIZETTI Pour le Piano H» &<DV 3 8 14741 Op. 127. Fr. 2 75 GENTILÈW DES OPÉRAS DE SE. MEBCADANTiE PETITES FANTAISIES FACILES ET BRILLANTES pour le Piano SUR LES MOTIFS LES PLUS FAVORIS DES OPÉRAS DE MERCADANTE CHARLES 0ZER1T7 Op. 722. 14731-N. 1. Il Bravo.. Fr. 175 •14752» 2. / Briganti... h 1 75 •14755 n 5. Donna Carilca.» 1 75 14754 a 4. Elena da Fcltre.» 1 75 14735 n 5. Elisa e Claudio. n 1 75 14756 n 6. Emma d’Anliochia «1 75 14757 a 7. Le due illustri Rivali «1 75 14758 a 8. Il Giuramento.. n 1 75 14759:». 9. / Normanni a Parigi «1 75 PIOLI! I Siili MUSICA DEL M. CAV. SAETAHO DOSIZETTI completa per Canto con accompag di Pianoforte Fr. 52 50. Vendesi anche in pezzi separali. CÈLEBRE TARANTELLE ì FR. CMOPIN Op. 43. S1B1M.HWI1SKM COÏiliECTION PÉRIODIQUE DE MOTIFS LES PLUS FAVORIS DES NOUVEAUX, OPÉRAS, AVEC PRÉLUDES, MODULATIONS, VARIATIONS, ÉTUDES, CCC., CCC.. tioser s me Plaie COMPOSÉS POUR CEUX QUI DESIRENT SE PERFECTIONNER SNR CET INSTRUMENT D’UNE MANIÈRE UTILE ET AGRÉABLE •14278 Cahier III. Fr. 6 — 14279 — IV.. -I 6 — 44280 — V....a 6 — 14727 — VI.. a 6 — ANNA LA PRIE Tragedia lirica in tre atti dell’Avv. Nicola Eco* Vallo MUSICA DEL MAESTRO Sono pubblicali i seguenti pezzi per Canto con accomjxignanwnlv di Pianoforte: 14654 Scena e Cav., Se nel ciel, per S. Fr. 5 — ■ 14655 Scena e Cav., Posata accanto all’urna, per T... ’2 75 14652 Scena c Duclto-l’inalc I, Ah! se non serbi un’anima, per S. c X.. ” 5 25: 44857 Scena c Duetto, Di colei che rea credesti, per 2 T.......» 3 50 FANTPAiSIlA SOPRA MOTIVI DELLA SONNAMBUEA Dì DFEEINI tier Clarinetto con «iccoinii. «li Pianoforte a. NB La stessa Fantasia per Clarinetto a accomp. d’Orchestra fu annunciata nel N. 9. CANTO GEE30 variato col Clarinetto con accontti. di Pianoforte E. CAVALLINI 44775 Fr. 4 60 NB. Lo stesso per Clarinetto con accomp. di 2 Violini;. Viola, Violoncello e Basso fu annunciato nel N. 9. GIOVANNI RICORDI EDITOHE-PnOPRIETABlO, Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVANNI RICORDI Contrada degli Omtnoni N. 4720.