<dc:title> Gazzetta Musicale di Milano, 1843 </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Autori vari</dc:creator><dc:date>1843</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Gazzetta_Musicale_di_Milano,_1843/N._33&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20220110181955</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Gazzetta_Musicale_di_Milano,_1843/N._33&oldid=-20220110181955
Gazzetta Musicale di Milano, 1843 - N. 33 - 13 agosto 1843 Autori variGazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu
[p. 141modifica]GAZZETTA
ANNO II.
N. 33. 4 5 Agosto -1843.
DOMENICA
DI MILANO
Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si
danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica
classica antica e moderna, destinati a comporre un volume
in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in
apposito elegante frontespizio figurato si intilolcril AnTOLOCIA
CLASSICA MUSICALE.
La musique, par îles inflexions vives, accentuées, et,
• pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas•
sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets,
■ soumet la nature entière à ses savantes imitations,
• et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen•
timents propres à l’émouvoir. •
J. J. Rousseau.
Il prezzo ddl’associnzionc alla Gazzetta c aW’Antologia
classica musicale è dicITelt. Ausi. L. 12 per semestre,
ed cifoli. Ausi. L. 14 affrancata di porto lino ai confìnidella
Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale.
— La spedizione dei pezzi di musica viene fatta
mensilmente c franca di porto ai diversi corrispondenti
dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto.
— I.c associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio
della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Oinenoni
N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti
di musica e presso gli Uffici postali. — Le lettere, i grup""
— essere mandati franchi di porto.
I. La Musica guardata nei bisogni presenti. - II. Carteggio.
- III. Vakieta’. Il re musicista. - IV. Aneddoto.
- V. Notizie Musicali Diverse. - VI. Nuove
Pubblicazioni Musicali.
LA MUSICA
GUARDATA
SE’ BIS WG XI PKESEXTI
ARTICOLO II.
{Continuazione. Vedi il ni
a.)
egno di maraviglia sarebbe, se
V ^questi medesimi ostacoli si IraiD
Es[ovmassero a pro c*e**a musica
r J$?in tante strade di ferro od in
„ atree vetture. Quale portento,
se ad un tratto l’educazione, il teatro, i
cultori ed appaltatori di quest’arte divenissero
i più zelanti collaboratori dell’incivilimento!
Alla fin fine questa non sarebbe
altro che un’onorevole ammenda,
un coscienzioso risarcimento dei danni
arrecati. Mentre io non ne dispero, seguito
a ragionare cosi. Il gaz ed il vapore, se
non si fossero provati utili alla società, sarebbero
morti nati; perchè ogni invenzione
debbe avere un vantaggio positivo. D’altra
parte si è trovato clic sono eccellenti
motori in morale l’istruzione popolare, la
coltura d’ogni classe, la mendicità ricoverata,
occupata e dirozzata, le casse di risparmio, le società contro la miseria, la
sventura, e l’intemperanza e va dicendo.
Questi sono mezzi diretti ed immediati;
ma ve ne sono altri mediati, e d’antica
esperienza. La poesia, per esempio, lasciati
i vaneggiamenti d’una volta, non si è oggi
addossata una parte dei pesi sociali? Non
è forse tornata all’antico uffizio di ammaestrare
e corregere? Ora qual’arte è più
amica della poesia che la musica. Se quest’amicizia debbe essere sincera e durevole,
bisogna bene che questa seguiti e
secondi quella, e porti anche essa il suo
peso. Sta adunque a’suoi cultori il veder
modo d’indirizzarla ai bisogni presenti.
Io lascerò ai maestri dell’arte discorrere
delle intiere relazioni o simpatie che
la musica ha coi sensi e coll’animo; idoleggino
essi le metafisiche consonanze dei
suoni e delle fibre, che io scenderò alla
pratica. Tre campi di battaglia ha la musica.
La casa, il teatro, la chiesa, tre campi
che possono essere d’una nuova e più soda
gloria a lei fruttuosi. La musica di casa,
sia ella consacrata all’onesto piacere della
famiglia, od al sollievo di scelta e numerosa
società, può moralmente su essa famiglia
ed assemblea influire ove abbia l’opportunità
del luogo. Tutti sanno che non
mancasi di musica da camera. Ye n’ha
antica e moderna, scritta a bella posta, e
ridotta, ve ne avrà pure altra non ancora
ne scritta nè ridotta. Quale? quella che
volesse sposarsi a quel genere di poesia
poco fa rammemorato. INort negherò che
già sieno usciti alcuni saggi, ma temo che
il benefico tentativo non riesca a cagione
del primo ostacolo. A questo proposito
farò un’osservazione. Gli scrittori di musica
morale, dico poeti e musici, dovrebbero
tenerci lontani dalla malinconia. Se
la virtù per sè stessa è cosa lieta e piacevole, la sua scuola non vuol essere nè
tetra, nè disgustosa, e chi insegna il bene
colla musica debbe aiutarne la pratica,
non aggravarla. E poi bisogna scrivere per
tutti i tempi, non guardando la moda.
Quando il moderno sentimentalismo, voglio
dire l’ipocondria presente, non sia più
in voga, che sarà della musica morale?
Ma per musica morale io non intendo
un perpetuo insegnamento di virtù. Il concerto
privato vuol essere un elemento di
educazione così, che ora ammaestri, ora
ammonisca, ora ispiri il cuore, ora diletti
l’immaginazione. A tre generi si può ridurre:
all’insegnativo, al patetico, al descrittivo.
Poesia e musica che ricordino
precetti di virtù, sentenze morali e religiose;
canti storici che rinfreschino la memoria
delle belle azioni, delle glorie patrie;
canzonette che c’inspirino buoni sentimenti,
che svelgano i vizj e i pregiudizj,
che edifichino insomma la famiglia e la
società, appartengono al primo genere. Al
secondo appartiene l’immenso e geloso tesòro
degli affetti. Chi vuol educare bisogna
che li conosca, e distingua, e poi
imprenda a dar loro un indirizzo utile e
lodevole. Ora le riduzioni che dalle scene
passano al focolare domestico fanno sovente
effetto contrario. In generale l’eterna
cantilena dell’amore è quella che assorda
i teatri e le camere. Se essa è un’Aria, o
Romanza, quando non è lamento, o desiderio
di piaceri inarrivabili, contiene progetti,
speranze, timori, sfoghi di cui le domestiche
pareti dovrebbero vergognarsi. Se
è un Duetto s’indovina subito che razza
di dialogo sarà, di che cosa parleranno
quelle due voci? Della stessa indole sono
gli altri pezzi concertati contro il buon
costume. Per ora io passo come tollerabili
in teatro queste cantilene; ma la famiglia, e l’adunanza perchè debbono essere
il ritratto, il compendio, l’eco di quanto
la scena espone? Il cielo mi guardi dal
rigorismo; nta domando se per divertire
il ritrovo domestico non vi sieno musiche
più acconcie, più purgale, più correttive?
Ilavvi però qui una scusa, ed è, che non
si bada alle parole, che non si dice davvero.
Alcuni lo crederanno, e molli no.
Ma menando per buona la scusa, bisogna
conchiudere che per lo meno quella musica
resla insignificante, e che varrebbe
egualmente tacer le parole, e solfeggiar
le note, nel qual caso emergerebbero due
danni: uno alla musica, togliendole il suo
significato, l’altro ai dilettanti privandoli
d’un piacere e vantaggio che da una buòna
ed onesta poesia emanerebbero. In ogni
modo questi concerti non possono scusarsi
da una profanazione dell’arte, la quale innocente
per sè, si fa servire al traviamento
degli affetti, alla corruzione del cuore. Da
altra parte, se non vedesi un vero male
e pencolo di male in questi musicali passatempi,
chiederò se pitture e sculture indecenti,
o libertine esposte agli sguardi
della famiglia e dell’adunanza saranno
egualmente scusabili, e se gli occhi potranno
pur dire che non guardano davvero,
che non badano alle forme.
AI terzo genere appartiene la musica
che diletta l’immaginazione, sublima lo spirito,
e lo riempie d’un vario piacere. Di
quest’indole sono gli Oratorj pieni di svariate
descrizioni, di armoniose pitture. In
generale queste composizioni si antiche
che moderne sono religiose, ma non ve ne
potrebbero essere anche delle profane,
come le Stagioni di Ilaydn? Ma forse questi
Oratorj sono di troppo vaste dimensioni
per acconciarsi al concerto domestico; e quando se ne componessero per i
teatri, e per le grandi sale accademiche
della nostra Italia la anderebbe bene per
i bisogni morali di cui vado favellando.
Alla camera van sempre meglio i lavori
fatti a bella posta. Di questi sarebbero argomenti
le belle, grandi e piacevoli scene
della natura. Molte sono le poesie che parlano
dei fenomeni naturali, che descrivono j
a fondo l’universo; e quando non ve fossero,
converrebbe scriverne, e regalar l’arte
di nuove produzioni. I migliori brani dei
nostri poeti antichi e moderni là dove essi
descrivono, narrano, dipingono, dove j
escono con episodj drammatici meriterei»- (
bero la luce de’nostri concerti; perchè essi Cj
brani si capirebbero e sentirebbero me- E
glio, e maggiormente impressi resterebbero
nelle memorie nostre, e la musica nazio [p. 142modifica]naie avrebbe un tesoro di più, un mag- v.
gior merito nella coltura dello spirito. Non
escludiamo da questo genere la musica
scherzevole, faceta, la musica che sappia
far ridere senza le sciocchezze e le imper- i
tinenze del far buffo, che ci esilari con |
aneddoti piacevoli, con novelle innocue, con
motti saporosi e squisiti.
Ho insistito alquanto su questa’parle, e 1
per la sua importanza, e per le sue con-:
seguenze, le quali si renderanno manifeste
nelle cose che restanmi a dire. Perchè, j
guardando il concerto privalo come primo i
studio dell’educazione affidata alla musica,
come germoglio del bene che l’arte può
arrecare ai pubblici spettacoli, non si debbe
in verun modo trascurare da chi di tutto
approfitta per il miglioramento della società.
Chi uscirà bene educato, ben disposto
da questa scuola primitiva e normale,
porterà nel pubblico un giusto criterio,
un sodo giudizio, un gusto inalterabile
del buono e del bello. La famiglia
sarà il conservatorio de’ buoni uditori
e stimatori, i quali non lascerannosi giun- |
tare dagli espositori di mostri, e di caricature,
dai venditori di ciance sonore, dall’ignoranza
e presunzione di chi s’incarica
d’intrattenere a spese [del senno, e j
del gusto il pubblico sofferente.
(Sarà continuato)
Y. Bigliani j
CARTEGGIO.
IiES DI JIOISKIXI S DE SAIXX-C1B
Niiova Commedia in 5 atti di A. Dumas,
datasi al Teatro Francese a
Parigi.
A Saint-Cyr, in questa reale e tranquilla abitazione,
consacrata da madama Maintcnon a tante povere ed
interessanti fanciulle, ciarlano c sospirano per quanto
è lungo il giorno Carlotta di Mériant e Luigia Mauclere,
l’una sentimentale ed amorosa, angelo dagli occhi
neri c dalla veste azzurra, l’altra vivace, scaltrita,
maliziosa, un vero demonio! Ed è il demonio che protegge
l’angelo. Questa madamigella Luigia, ■colla sua
aria ingenua, colla sua vocina melata, c ad onta
della eccellente educazione clic ha ricevuto, ha tutta
l’esperienza d’una griselle del quartiere Latino. Un
giovane c brillante gentiluomo, il conte di SaintHcrcm,
essendosi introdotto a Saint-Cyr, grazie ad
una chiave che gli era stata prestala dal duca d’Anjou,
circonda Carlotta di seduzioni, le mormora all’orecchio
delle dolci proteste c le dà degli appuntamenti;
Carlotta è debole, ed io non saprei ciò clic
potrebbe accadere, se madamigella Luigia non fosse là
per sorvegliare la sua amica, e per metter ordine a’suoi
piccoli affari. Non è già Luigia che perderebbe la testa in
queste scabrose occasioni. 11 sig. di Sainl-IIercm trova
carne po’ suoi denti. - Voi amate Carlotta? Ciò va
bene; sposatela, mio signorino. - Volentieri, risponde
Saint-Hcrcm stretto si davvieino, ma più tardi.-Quando
vorrete, ma io vi prevengo che non abbandonerò mai
Carlotta, che io sarò sempre là, presso di lei, c che
se il buon motivo non entra nelle vostre viste, voi
potete indirizzarvi altroveConfessiamo
che ò questa una piccola comare clic
capisce gli affari. Saint-Hcrem comincia;ad avvedersi
che la protezione di madamigella^Luigia gli recherà
molto imbarazzo, ed egli medita la maniera onde poter
sottrarsene. Giustamente, guardando dalla finestra,
egli scorge uno de’ suoi amici, il sig. Duboulloy che passeggia
pei dintorni. Sainl-IIcrem gli fa segno-di prendere
una chiave che gli getta, e di salire; le quali cose sono
eseguite da Duboulloy. Questo Duboulloy è un borghese,
abbastanza buon ragazzo, e clic tiene per un onoreclic
Saint-Hcrem si compiaccia di farsi prestare da lui
del danaro, c che gli procuri l’occasione di farsi uccidere
in duello; ciò è assai lusinghiero di fatti per I
un villano. Dunque egli non può nulla rifiutare a!
questo gentiluomo... dapprima appunto perchè è gentiluomo,
c in secondo luogo perchè è realmente suo i
amico a Duboulloy, dice Saint-Hcrcm, io ho qui un
appuntamento con una graziosa fanciulla, ma vi è una
amica estremamente imbarazzante, che io vorrei non
assistesse alla nostra conversazione. Resta qui, cerca di
occuparla, e falle la corte. - Io lo farci con piacere, ma!
siccome io prendo moglie fra due ore, cosi ciò sarà;
per un’altra volta. E Duboulloy fa per uscire, ina le
preghiere di Saint-Hcrcm gli fanno cangiar progetto.
D’altronde gli si promette di lasciarlo andare fra un’ora, j
Gli resterà ancora un’alte’ora per isposarsi: è più di
quanto abbisogni.
Luigia,^venendo all’appuntamento, vi trova Duboul-!
Ioy, che la trattiene, mentre Saint-Hcrem attira Car- j
lotta nel giardino della casa di Saint-Cyr. Luigia lo- 1
sto che s’avvede della manovra, vuol andar a rag-;
giungere Carlotta. Ma Duboulloy, impiegando allora i;
grandi mezzi e sacrificandosi per Saint-Hcrem, si slancia i
frale dichiarazioni piùappassionate, dipinge la. sua fiumi- i
ma, si getta ai piedi di Luigia, ecc. Luigia presta orcc- I
chio a tutti questi dolci discorsi, Luigia vuol trovare j
un marito giacché essa ama il lusso, il mondo, i pia-;
ceri. Bello o bruito ella amerà l’uomo che le apporterà
tutto questo. Duboulloy le piacerebbe dunque;
giacché egli è ricco, ed ecco madamigella Luigia che!
non ha veduta neppure la figura del suo adoratore |
(è notte), ecco madamigella Luigia clic si mette a ri- i
spondere con premura alla fiamma di questo signore,!
che ella non conosce, e che debbo sposarsi fra un’o- j
ra. Bisogna convenire clic sotto Luigi XIV la gioventù
riceveva una singolare educazione. Questa pie- j
cola pensionarla di 16 anni la sa abbastanza lunga, c:
la casa di Saint-Cyr mi sembra regolata assai bene!
Mentre che gli amanti si abbandonano ai dialoghi;
i più appassionati, si ode un gran rumore. I nostri
seduttori vogliono fuggire, ma è troppo tardi. Un;
exempi de la prévóté arriva, li arresta c li spedisce alla;
Bastiglia.
Nel secondo alto noi troviamo Saint-Hcrem nella;
sua casa, perfettamente libero, ma di assai cattivo:
umore; sembra che fra un atto c l’altro gli sia sopravvenuto
qualche avvenimento assai disaggradevole.
10 lo credo bene. Lo si è fatto sposare con madami- i
gclla Mcriant, si è fatto sposare Duboulloy con ma- j
damigella Luigia Mauclcrc, c fu alla Bastiglia che venne
aggiustato l’affare; si ha preso i nostri due signorini,
11 si ha messi tutti c due in una stanza bene oscura,
c non ne sono esciti, e non hanno potuto persino
cenare, che dopo aver acconsentito a riparare la loro
sciocchezza. Ciò è tanto più dispiacevole per questo j
povero Duboulloy, elio egli era vicino a sposarsi da
un’altra parte, quando la sua fatale compiacenza l’ha
perduto. I due sposi a loro dispetto, sono furiosi; io j
comprendo la collera di Duboulloy, ma Sainl-Hcfcm
mi sembra clic abbia ben torto di lamentarsi tanto
altamente. Perchè non ha potuto sedurre una povera
fanciulla, egli la copre di rimproveri, l’accusa d’aver
preparato lo scàndalo di cui fu vittima, si lamenta d’esser
caduto in una rete! Madama di Saint-Hcrcm risponde
a queste assurdità con dignità e con nobiltà; c le sue
parole dovrebbero far arrossire il poco delicato marito;
ma questi, irritato maggiormente dalla superiorità
di sua moglie, persiste nella sua maniera di veli
duca d’Anjou è chiamato al trono di Francia.
Saint-Hcrcm parte per andar a raggiungere il principe,
clic lo attacca al suo servigio. Egli conduce seco
Duboulloy. Ecco le nostre due povere donne abbandonate
abbastanza crudelmente. Carlotta piange, ma
Luigia ride come una pazza. Non ha ella, forse del- i
l’oro, delle carrozze, un palazzo? Non è questo ciò
che ella avea sempre desideralo? Ed ella ha tutto,;
questo colla libertà di più c con un marito di meno;!
è proprio il colmo della fortuna.
Eccoci alla corte del duca d’Anjou o piuttosto di
Filippo V. Saint-Hcrqm vi fa una figura abbastanza j
vantaggiosa; ma lo credereste? questo povero sposo,
pensa qualche volta a sua moglie. Egli l’ha umiliala, j
insultata nel modo più grave; non dipendeva che da I
lui d’essere felice, ed egli non l’ha voluto. Ebbene! li
ora convienici® si penta dei suoi torti celie pensi a
ripararli. In quanto a Duboulloy egli non rimpiange
per nulla la sua cara metà; è un uomo assai fermo
ne’ suoi principi.
Alla corte di Filippo ha luogo un gran ballo. Due
dame francesi vi sono presentate dal duca d’Harcourt ]
ambasciatore di Francia. Due dame! voi indovinate
che sono Luigia e Carlotta. Che vengono esse a fare
in Ispagna? Cercano forse i loro mariti? Voi vi siete
sbagliati. Il Duca di Harcourt ci avverte che esse sono
inviate da madama Maintenon onde distrarre Filippo V
da una passione clic nutre per la principessa Orsini,
passione le cui conseguenze politiche cominciano a
farsi dannose. Saint-Hcrcm c Duboulloy ridono dell’avventura
fino a tanto che le dame non hanno levata
la maschera, ma quando essi le hanno riconosciute,
la cosa sembra loro meno piccante.
All’indomani Saint-Hcrem è ridivenuto amante di
sua moglie, e tanto più amante in quanto che. ha un
rivale. Guardate il conte di Candele nel matrimonio
sotto Luigi XV. E lo stesso dispetto, le stesse inquietudini
di cuore, il medesimo geloso furore; ed è cosi
che Dumas fa delle cose nuove rubando a sé slesso
delle vecchie idee; c questa volta almeno non valca
la pena di prendersi un tale disturbo.
Ma infine Saint-Hcrcm è innamorato; voi avrete un
bel fare, ma la cosa resterà come ve la dico. Non vi
è dunque da meravigliarsi se egli fa una visita a sua
moglie; egli non sa ciò che le dirà, ma un innamorato
non si ferma davvero a pensare a queste inezie.
Ma un crudele disinganno attende il povero conte!
Ohimè! egli crede d’essere il marito di sua moglie,
ed egli s’inganna, egli crede d’avere dei diritti su
Carlotta, e Carlotta gli narra ridendogli in viso,
che dietro preghiera di madama Maintenon, furono
sciolti i loro legami. A questa rivelazione SaintHcrcm
resta decisamente come uno stupido... ma egli
ha perduto il diritto di lamentarsi, c qualunque protesta
dalla sua parte sarebbe furiosamente ridicola.
Questa considerazione non arresta però Saint-Hcrem;
bisogna clic egli sia proprio eccellentemente innamorato.
Egli comincia a svelare a Carlotta i progetti del
re, e con grande sorpresa del conte, Carlotta non ne
sembra scossa; al contrario essa procura di provare
allo sposo coi più fini ragionamenti, che divenire
l’amante di un re non è un occupare una posizione
sociale tanto disaggradevole, c clic essa deve stimarsi
assai felice, essa la povera figlia senza ajtpoggio, senza
protettore, se si vuole trovarla buona a gualche cosa.
Sembra che questi argomenti non siano sufficienti per
convincere Saint-Hcrem, che non potendo più contenere
i sentimenti tumultuosi che.lo agitano, grida
con forza che non soffrirà giammai che si compia una
tale indegnità, e che egli disputerà Carlotta persino
al re. Egli mi ama, dice Carlotta trasalendo di gioja.
Allora si presenta il re, e fa a Carlotta la più positiva
delle dichiarazioni. Ma mio marito, sire? obbietta
Carlotta. - Ah! in fede mia! tanto peggio per lui, risponde
Filippo, vostro marito si è condotto assai male
verso di voi c merita un castigo. - Ma.... se io l’amassi... - lo ne sonò desolato... ma bisogna cangiar
sentimento, e darmi un appuntamento per questa sera
od altrimenti stale bene in guardia voi e vostro marito.
-lo sono dunque forzala, dice la tremante Carlotta,
c l’appuntamento è accordalo.
Ma Saint-Hcrcm, che ha sospettati i progetti del re,
ha risolto di rapire Carlotta; egli si presenta dunque
nella di ’ lei casa, e là il suo amico Duboulloy gli narra
che Carlotta lo ama, e che tutte le porte s’apriranno
dinanzi a lui; ciò a cui Saint-IIerem non vuol prestar
fede. Quest’uomo è Io spirito di contraddizione
personificato. Carlotta è nobile, amante, piena di rinegazioni,
ed egli la respinge. Carlotta alla sua volta,
lo respinge ed egli ama Carlotta alla follia. Carlotta
gli restituisce il suo amore, ed egli grida che si vuole
ingannarlo. Falerni dunque voi il piacere di contentarlo.
Carlotta che comincia a conoscere il carattere fantastico
di suo marito pretende di renderlo felice a suo
dispetto. Se essa accoglie con tanta compiacenza la Si,
passione del re, ella fa questo perchè vuol porre Saint- nV
Harem al coperto da ogni pericolo; la sua civetteria Vb
è della buona prudenza. Essa ottiene dunque un or- 6 v
dine reale, grazie al quale Saint-llcrem dovrà uscire (M; [p. 143modifica]dalla Spagna, e quando suo marito sarà in viaggio ossa
aggiungerlo; ma la vivacità e la gelosia di
Saint-Hcrcm fanno andar a vuoto questi calcoli; egli
trova il re da Carlotta e lo insulta e lo provoca. Filippo
furente giura di punire con severità l’insolente,
se non parte all’istante. Io rimarrò, dice Saint-Herem.
Ma Carlotta sopraggiungc, Carlotta che assicura l’ingrato
del suo amore, clic vuole allontanarsi, fuggire
con lui. Essi sono per partire quando un alguazil si
presenta... È da scommettere clic Saint-Hcrcm vicn
di niiovo arrestato, e chiuso nella Bastiglia del paese.
Ma no, questo fu un falso allarme, il re perdona a
tutti, ed i due sposi partono per andare a rimaritarsi
in Francia. In quanto a Duboulloy, il suo rancore
contro sua moglie cade innanzi al titolo di barone,
che la scaltra Luigia ha saputo procurargli.
Questa commedia appartiene a quella specie chiamata
convenzionalmente di genere, o commedia aneddotica,
specie facile e puerile, nella quale non sono di prima necessità
nè l’osservazione, ne la venta, ne lo stile, nè
il senso comune. Basta, per riuscirvi, trovare una favola
più o meno divertente, delle frasi più o meno
piccanti, delle piacevolezze più o meno triviali, delle
frcccic spiritose che abbiano più o meno servito. Con
questi ingredienti e coll’abilità di Dumas, coi consigli
degli attori, colla esperienza delle prove, si giunge,
tanto bene che male, a formare d’un vaudeville in tre
atti una commedia di genere pel Théàlrc-l’rancais;
ma non si fa per questo una buona commedia.
I due primi atti, noi ne conveniamo, sono abbastanza
rapidi, ed al teatro delle Variétés avrebbero ottenuto
un buon successo. Lo spirilo ne è comune e grossolano,
i frizzi assai conosciuti, ma collocali molto abilmente;
ma a cominciare del terzo atto l’intreccio si
imbarazza, le lungaggini si fanno sentire, il procedere
dclluzione diventa penoso cdilavato. Il carattere dijSaintHerem
è tracciato abbastanza infelicemente; volgare, senza
dignità e senza spirilo nei primi tre alti, non riprende
un po’ di colore, di energia che al momento in cui
l’amore e la gelosia si impadroniscono di tutto il suo
essere. In quanto a Duboulloy questi è un Balandard
in parrucca bionda, è il pasquino di rigore, la coda
rossa obbligata di tutte le commedie che ai nostri
giorni vengono rappresentate al TMàtre-I’rancais.
Noi abbiamo detto cosa sia madamigella Luigia. Carlotta
è il solo personaggio interessante della commedia.
Sia i dettagli di questi amori, queste questioni di casa, il
cui scioglimento è preveduto lino dalle prime scene del
terzo allo non bastano per accaparrare l’attenzione degli
spettatori; Dumas ha tentalo inutilmente di rialzare
con ricami, con complicazioni d’ogni sorta la povertà, la
nullità del fondo. Egli ha imbroglialo l’intreccio, egli
ha accalcate scene sopra scene, trivialità sopra trivialità,
per arrivare alla fine dei cinque alti, che avea promessi.
L’incarico era penoso e difficile. Il risultalo potea
essere più felice.
VARIETÀ.
IL RE MUSICISTA
Federico il grande amava molto la musica: e
suonava assai bene il flauto. La passione clic egli
ebbe sempre per questo istromcnto fu la prima causa
dell’abitudine che aveva questo principe di portar la
testa inclinata a dritta. Il suo talento musicale gli valse
delle pene infinite. Per acquistarlo gli abbisognò una
gran forza di volontà, una tenacità poco comune.
Voi Sapete che Gugliclmo-Fcdcrico trattava suo figlio
con un’eccessiva severità, che il giovane Federico,
avendo voluto sottrarsi all’autorità paterna, fu arrestato,
messo in prigione a Custrin, col suo complice
Katt: clic tutti due furono condannali a morie da un
consiglio di guerra, e che il principe, forzato dal padre
a veder decapitare l’infelice Katt, non dovette la
vita che alle lagrime cd alle sollecitazioni mille volte
reiterale della regina.
Guglichnò-Eedcrico non pensava clic a reclutare il
cggimcnto di giganti. Egli lo passava in rivista e
lo faceva manovrare lutti i giorni. Disprezzava talmente
le belle arti, che, al suo avvenimento al trono,
racciò da Berlino i pittori, gli scultori, e musicisti e
i decoratori stranieri. Per derisione, nominò a presidente
dell’Accademia delle scienze, un buffone chiamato
Grundling; accommiatò il filosofo NVull, che leggeva
nell’Università di Halle, imperciocché, diceva egli,
la filosofia faceva disertare i soldati. Non avea altri
piaceri che la piazza d’armi e il ridotto reale, ove fumava
molte pipe bevendo numerosi bicchieri di birra.
Ilo veduto a Charlottcmburg un singolarissimo quadro
ove Guglielmo-Fcdcrico è dipinto in mezzo a una
dozzina di compagni, fumando e bevendo: egli presenta
suo figlio all’assemblea; il giovane principe introdotto
per la prima volta in questo luogo, riceve
una pipa dalle mani del presidente. Anticamente i Romani
davano la veste virile a’ loro- figli sortendo dall’adolescenza;
Federico il Grande ad egual epoca, ricevette
una pipa. Tutti i fumatori hanno l’aria di calili
giovane Federico aveva dei gusti molto opposti
a quelli di suo padre: amava le belle lettere, aveva
corrispondenza con Maupcrtuis, Algarotti, Voltaire,
e il suo più gran piacere era di vivere al castello di
llhinsbcrg, clic appellava il soggiorno delle Muse, perciocché
là solamente poteva darsi tutto alle sue smanie
poetiche. 11 re non mancava mai di attcstarne il suo
malcontento, a Mio figlio, diceva egli, non è più clic
un petit -màilre francese, un bello spirito che guasterà
lutti i miei affari.» Tuttavia tollerava clic si ‘occupasse
di letteratura, ma gli aveva interdetta la musica
sotto pena di morte.
Era cosa assai pericolosa il disobbedire ad un padre
di questa specie, a un re cosi terribile: ma le
passioni non ragionano’: d’altronde voi sapete che il
frutto proibito è sempre quello che l’uomo preferisce.
Federico volle imparare a suonare il flauto, e vi
pervenne nascondendosi in una cantina, le di cui entrature
erano ermeticamente chiuse con materassi. Bisogna
dire clic il di lui maestro di musica fosse dotalo
d’un gran coraggio se veniva al palazzo per insegnare
un’arte che un tal re detestava.
Gugliclmo-Fcdcrico non concepiva che si potesse
trovar piacere a sfogliare dei libri e soprattutto a
farne: egli avrebbe voluto che il figlio prendesse il
gusto della caccia, perchè pensava clic la caccia, avendo
una certa analogia colla guerra, fosse per questa ragione
il solo divertimento degno d’un principe. Questo
re, che restò sempre in pace coi suoi vicini, passò
tutta la sua vita a disciplinare l’esercito, il che ebbe
una grande influenza più tardi sui destini di suo figlio.
Federico, che non amava- punto la caccia, si mostrò
tutto a un tratto appassionato per questo esercizio. II
re se ne compiaceva e a tanto meglio, diceva, mio
figlio diviene un uomo. È possibile che noi ne facciamo
qualche cosa».
Ma ceco perchè il principe reale affettava di trovar
piacere a correre i boschi alla caccia del sclvaggiumc.
Egli suonava bene il flauto, ed i duetti che eseguiva
col suo professore non bastavano più alla sua ambizione
d’artista. Gli abbisognava un campo più vasto per
dispiegare i suoi talenti; egli voleva brillare nei concerti,
voleva dei rivali di gloria, e soprattutto degli
ammiratori. Un filosofo diceva: «Io rineghcrei la
scienza se mi fosse proibito di farla conoscere, u A
qual fine, di fatti, sapere una cosa, se gli altri ignorano
che voi la sapete? Organizzare un concerto non
era facilissimo. Gugliclmo-Fcdcrico non ischcrzava, e
la rimembranza di Katt si presentava a tulte le immaginazioni.’
Frattanto uno de’suoi cortigiani venne a dirgli un
giorno che in mezzo alla foresta d’Oberw vi esisteva
una caverna spaziosa, sotterranea, lontana da ogni
abitazione, e clic là, se voleva correrne il rischio, si
potrebbe concertare con comodo.
— Sta bene, disse Federico, noi andremo alla caccia’:
avrò dei musicisti per cacciatori, e mio padre
crederà che noi cacciamo: i servitori uccideranno un
cervo, ed alla sera noi torneremo trionfanti al castello.
Ma... come sperare il segreto con tonfi complici?.
— Mio signore, la sorte di Katt vi garantisce la
discrezione di tutti: ciascuno saprà che vi va della
taceranno.
Ogni cosa passò come il principe e i cortigiani
avevano progettato; i concerti ebbero luogo nella foresta
una volta per settimana. Si nascondeva
suonar della musica come se si fosse trattato d’cospirazione per detronizzare il re. Ciò durò qualche
tempo, senza che Guglielmo-Fcdcrico ne avesse il;
nimo sospetto. Allorché egli vedeva suo figlio tornar
dalla caccia, bagnalo, coperto di fango e d’una nobile
polvere, l’orgoglio del sovrano e il cuore del padre
erano pienamente soddisfatti.
Al ritorno di un viaggio clic aveva intrapreso nei
suoi Stati, Guglielmo-Fcdcrico traversava la foresta
d’Opcr-NVald. Egli ode parecchi colpi di fucile tirati
a qualche centinaia di passi da lui, e vede un cervo
ferito da una palla che cade e muore ai suoi piedi.
Supponendo che dei cacciatori furtivi avessero ucciso
quel bell’animale d’una sì ignobile maniera, dà ordine
alle sue genti di perseguitarli e di condurglieli morti
0 vivi. Gli si presentano tosto due servitori colla livrea
reale. Essi sono segnalati come colpevoli, e il re
riconosce come appartenenti alla casa di suo figlio.
— Ilanj, diss’cgli ad uno d’essi, bisogna clic tu sia
molto stanco di vivere, se ti permetti di uccidere i
mici cervi per mangiarli o venderli.
— Ali! Sire, non sono per me.
— E per chi dunque?
— Ah! ho giurato di non dirlo.
— Ed io giuro che li faccio appiccare a questa gran
quercia, e vedremo chi di noi due conserva meglio il
segreto.
— Ah! Sire, grazia pei miei figli.
— Miserabile! parla dunque: perchè uccidi i mici
cervi?
— Per voi.
— Per me? chi te ile ha dato l’ordine?
— Il principe Federico.
— Mio figlio?
— Sì.
— Io non intendo.
— Dice clic voi amate di mangiare il cervo, e siccome
egli preferisce la musica alla caccia, c’incarica
di uccidere i cervi che porla al castello.
— E... presentemente ov’è egli?
— Alla caverna.
— In mezzo alla foresta, ove sono riuniti i musi—
E che fa con questa specie di gente?
— Suona il flauto.
— Silenzio, e conducimi subito a questa caverna.
11 concerto terminava; il principe suonava il suo
solo, e riceveva gli applausi dei cacciatori musicisti,
allorché Gugliclmo-Fcdcrico apparve come la lesta di
Medusa. Non ebbe bisogno, d’impor silenzio a quei
signori: essi erano tutti pallidi, immobili, annientati.
Dopo aver pronunziato colla sua voce di tuono il giuramento
più energico della lingua tedesca:» Ah!
così, diss’cgli, si rispettano le mie volontà? Vi ho già
falli grazia altra volta, signor Pétil-Mailre, voi vedrete
domani come punisco la disobbedienza ai mici
ordini. In quanto a voi, se avete dimenticato Katt, ve
ne rifreschcrò la memoria.
La sera tutti i musicisti erano in prigione. Gli abitanti
di Berlino costernati, prevedendo una fine tragica,
non s’interrogavano òhe tremando. Ciascuno ricordava
la spaventevole scena di Custrin, col suo corpo,
la sua mannaia, il suo palco apparato di nero. Per tre
giorni lutti furono in un’orribile ansietà, allorché una
nuova Circolò nella città e fece cadere il velo opaco
che oscurava tutti i volti. 11 re, si diceva in letto, malato
per le fatiche del viaggio, o forse ancora per
aver inteso la fine del solo di flauto. Felicemente per
1 musicisti, il male fece dei rapidi progressi: Alcuni
giorni dopo, il 51 maggio 1740, il re mori, e terminò
ogni scena luttuosa.
Il figlio clic, da principe reale, divenne Federico II,
non fu più obbligalo di cacciare il i
piacere di suonare il flauto. [p. 144modifica]ANEDDOTI
Un attore di Parigi sosteneva in un villàggio la parte
| di Buridanò; nella Tour do Nesle di Dumas. In quci
dramma v’è uria scena in cui Buridàno debbo csclaarc
- Come!, vili! dicci contro uno! -Ora avvenne clic
questa volta i dieci non fossero che uno solo. Ma l’artista,
contro ogni aspettativa, non ne soffri il più leggero
imbarazzo. - Come vili! si pose egli a gridare;
n uomo qui e nove là a basso! - c segnava col gelo
verso la profondità delle quinte. 11 conto era giuto,
ed il pubblico non trovò niente a che dire, che
nzi provò co’ suoi applausi quanto apprezzasse l’evidenza
di calcolo dell’intrepido artista.
NOTIZIE MUSICALI DIVERSE
— Vienna. La nuova Unione di Musica ecclesiastica,
a Sant’Anna, ebe ha per iscopo di promuovere e migliorare
la musica da Chiesa presieduta da S. A. il principe
Lobkowitz, va prosperando ognor più. Essa conta
ormai circa 400 allievi ammaestrati nc’varj rami della
musica sacra. Il loro pubblico esame ebbe luogo nell’or
scorso 25 luglio. Nelle ore antimeridiane trnttavosi la
parte tecnica, come la Numerica, l’universale dottrina
della musica di chiesa, suo scopo, introduzione, epoche
storiche, indole dello stile della musica sacra, esecuzione
della Numerica c di canzoni sacre. Le ore pomeridiane
vennero dedicale alla parte pratica, e si eseguirono
varj componimenti sacri di Albrcchtsbergcr, Duk,
Graun, Handcl e Haydn.
(Estr. dalla Gasi. Mas. di Vienna)
— Fra poco si inaugureranno i busti di Haydn, Mozart,
Gluck e Beethoven nella Chiesa di S. Carlo.
{Gazz: Univ.)
— Abbiamo sicure notizie che Liszt verrà qui il prossimo
autunno per dare alcune accademie.
— La celebre cantante SchrSder-Dcvrient 6 arrivala
a Pietroburgo, per prodursi su quelle scene melodrammatiche.
— Il sig. Doel, il quale, come venne annunziato nell’ultimo
numero di questa Gazzetta Musicate, coniò una
nuova medaglia in onore di Mozart, nc spedi altresì una
alla signora Anna Gottlieb, clic fece la parte di Pamina,
or sono 51 anni, nel Flauto manico.
— Si asserisce clic Ole Full non ebbe l’incontro
aspettatosi nell’America settentrionale.
— L’Opera italiana non fece grandi affari nè a Berlino,
nè a Lipsia.
{Estr. dalla Gazz. teatr. di Vienna).
SCOVE POIBLICAZIOSI BILI
DELL’l. K. STABILIMENTO NAZIONALE PR1V1LEG.’
Di GIOVANNI RICORDI
mraia
H EZEH-TAWZ
(TI Stililo «felle Streghe)
45057
13058
■15039
15040
15041
15042
15043
15044
15045
GIUSEPPE LANNER
Op. 203
Per Pianoforte solo... Fr.
Per Pianoforte a 4 mani.. u
Per Violino e Pianoforte..»
Per Flauto c Pianoforte..»
Per 3 Violini e Basso... «Per Chitarra ■
Per Flauto m
Per Orchestra»
Per Pianoforte nello stile facile n
2 50
2 30
3 23
1 75
1 25
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Iter Pianoforte, * Violini, Viola,
Violoncello e Contrabasso
& & S31
13930 Op. 23. Fr. 12 50 41678
TOLTE DALLE SUE CANZONI E TRASCRITTE PER
Pianoforte solo
■14751 Fascicolo I..
14752 n II.
14753 «III.
14606» IV.
14607 h V.
14608» VI.
14619 h VII.
14620 h Vili.
14621» IX...» 4 —
I 9 fascicoli in un sol volume ii 20 —
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DON PASQUAEE de DONIZETTI
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14741 Op. 127. Fr. 2 75
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CHARLES 0ZER1T7
Op. 722.
14731-N. 1. Il Bravo.. Fr. 175
•14752» 2. / Briganti... h 1 75
•14755 n 5. Donna Carilca.» 1 75
14754 a 4. Elena da Fcltre.» 1 75
14735 n 5. Elisa e Claudio. n 1 75
14756 n 6. Emma d’Anliochia «1 75
14757 a 7. Le due illustri Rivali «1 75
14758 a 8. Il Giuramento.. n 1 75
14759:». 9. / Normanni a Parigi «1 75
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14279 — IV.. -I 6 —
44280 — V....a 6 —
14727 — VI.. a 6 —
ANNA LA PRIE
Tragedia lirica in tre atti
dell’Avv. Nicola Eco* Vallo
MUSICA DEL MAESTRO
Sono pubblicali i seguenti pezzi per Canto
con accomjxignanwnlv di Pianoforte:
14654 Scena e Cav., Se nel ciel, per S. Fr. 5 — ■
14655 Scena e Cav., Posata accanto all’urna,
per T... ’2 75
14652 Scena c Duclto-l’inalc I, Ah! se non
serbi un’anima, per S. c X.. ” 5 25:
44857 Scena c Duetto, Di colei che rea credesti,
per 2 T.......» 3 50
FANTPAiSIlA
SOPRA MOTIVI DELLA
SONNAMBUEA Dì DFEEINI
tier Clarinetto
con «iccoinii. «li Pianoforte
a.
NB La stessa Fantasia per Clarinetto
a accomp. d’Orchestra fu annunciata nel N. 9.
CANTO GEE30
variato col Clarinetto
con accontti. di Pianoforte
E. CAVALLINI
44775 Fr. 4 60
NB. Lo stesso per Clarinetto con accomp. di 2 Violini;.
Viola, Violoncello e Basso fu annunciato nel N. 9.
GIOVANNI RICORDI
EDITOHE-PnOPRIETABlO,
Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato
di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVANNI RICORDI
Contrada degli Omtnoni N. 4720.