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GAZZETTA ANNO II. N. 33. 4 5 Agosto -1843. DOMENICA DI MILANO Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intilolcril AnTOLOCIA CLASSICA MUSICALE. La musique, par îles inflexions vives, accentuées, et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, ■ soumet la nature entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir. • J. J. Rousseau. Il prezzo ddl’associnzionc alla Gazzetta c aW’Antologia classica musicale è dicITelt. Ausi. L. 12 per semestre, ed cifoli. Ausi. L. 14 affrancata di porto lino ai confìnidella Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente c franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto. — I.c associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Oinenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. — Le lettere, i grup"" — essere mandati franchi di porto. I. La Musica guardata nei bisogni presenti. - II. Carteggio. - III. Vakieta’. Il re musicista. - IV. Aneddoto. - V. Notizie Musicali Diverse. - VI. Nuove Pubblicazioni Musicali. LA MUSICA GUARDATA SE’ BIS WG XI PKESEXTI ARTICOLO II. {Continuazione. Vedi il ni a.) egno di maraviglia sarebbe, se V ^questi medesimi ostacoli si IraiD Es[ovmassero a pro c*e**a musica r J$?in tante strade di ferro od in „ atree vetture. Quale portento, se ad un tratto l’educazione, il teatro, i cultori ed appaltatori di quest’arte divenissero i più zelanti collaboratori dell’incivilimento! Alla fin fine questa non sarebbe altro che un’onorevole ammenda, un coscienzioso risarcimento dei danni arrecati. Mentre io non ne dispero, seguito a ragionare cosi. Il gaz ed il vapore, se non si fossero provati utili alla società, sarebbero morti nati; perchè ogni invenzione debbe avere un vantaggio positivo. D’altra parte si è trovato clic sono eccellenti motori in morale l’istruzione popolare, la coltura d’ogni classe, la mendicità ricoverata, occupata e dirozzata, le casse di risparmio, le società contro la miseria, la sventura, e l’intemperanza e va dicendo. Questi sono mezzi diretti ed immediati; ma ve ne sono altri mediati, e d’antica esperienza. La poesia, per esempio, lasciati i vaneggiamenti d’una volta, non si è oggi addossata una parte dei pesi sociali? Non è forse tornata all’antico uffizio di ammaestrare e corregere? Ora qual’arte è più amica della poesia che la musica. Se quest’amicizia debbe essere sincera e durevole, bisogna bene che questa seguiti e secondi quella, e porti anche essa il suo peso. Sta adunque a’suoi cultori il veder modo d’indirizzarla ai bisogni presenti. Io lascerò ai maestri dell’arte discorrere delle intiere relazioni o simpatie che la musica ha coi sensi e coll’animo; idoleggino essi le metafisiche consonanze dei suoni e delle fibre, che io scenderò alla pratica. Tre campi di battaglia ha la musica. La casa, il teatro, la chiesa, tre campi che possono essere d’una nuova e più soda gloria a lei fruttuosi. La musica di casa, sia ella consacrata all’onesto piacere della famiglia, od al sollievo di scelta e numerosa società, può moralmente su essa famiglia ed assemblea influire ove abbia l’opportunità del luogo. Tutti sanno che non mancasi di musica da camera. Ye n’ha antica e moderna, scritta a bella posta, e ridotta, ve ne avrà pure altra non ancora ne scritta nè ridotta. Quale? quella che volesse sposarsi a quel genere di poesia poco fa rammemorato. INort negherò che già sieno usciti alcuni saggi, ma temo che il benefico tentativo non riesca a cagione del primo ostacolo. A questo proposito farò un’osservazione. Gli scrittori di musica morale, dico poeti e musici, dovrebbero tenerci lontani dalla malinconia. Se la virtù per sè stessa è cosa lieta e piacevole, la sua scuola non vuol essere nè tetra, nè disgustosa, e chi insegna il bene colla musica debbe aiutarne la pratica, non aggravarla. E poi bisogna scrivere per tutti i tempi, non guardando la moda. Quando il moderno sentimentalismo, voglio dire l’ipocondria presente, non sia più in voga, che sarà della musica morale? Ma per musica morale io non intendo un perpetuo insegnamento di virtù. Il concerto privato vuol essere un elemento di educazione così, che ora ammaestri, ora ammonisca, ora ispiri il cuore, ora diletti l’immaginazione. A tre generi si può ridurre: all’insegnativo, al patetico, al descrittivo. Poesia e musica che ricordino precetti di virtù, sentenze morali e religiose; canti storici che rinfreschino la memoria delle belle azioni, delle glorie patrie; canzonette che c’inspirino buoni sentimenti, che svelgano i vizj e i pregiudizj, che edifichino insomma la famiglia e la società, appartengono al primo genere. Al secondo appartiene l’immenso e geloso tesòro degli affetti. Chi vuol educare bisogna che li conosca, e distingua, e poi imprenda a dar loro un indirizzo utile e lodevole. Ora le riduzioni che dalle scene passano al focolare domestico fanno sovente effetto contrario. In generale l’eterna cantilena dell’amore è quella che assorda i teatri e le camere. Se essa è un’Aria, o Romanza, quando non è lamento, o desiderio di piaceri inarrivabili, contiene progetti, speranze, timori, sfoghi di cui le domestiche pareti dovrebbero vergognarsi. Se è un Duetto s’indovina subito che razza di dialogo sarà, di che cosa parleranno quelle due voci? Della stessa indole sono gli altri pezzi concertati contro il buon costume. Per ora io passo come tollerabili in teatro queste cantilene; ma la famiglia, e l’adunanza perchè debbono essere il ritratto, il compendio, l’eco di quanto la scena espone? Il cielo mi guardi dal rigorismo; nta domando se per divertire il ritrovo domestico non vi sieno musiche più acconcie, più purgale, più correttive? Ilavvi però qui una scusa, ed è, che non si bada alle parole, che non si dice davvero. Alcuni lo crederanno, e molli no. Ma menando per buona la scusa, bisogna conchiudere che per lo meno quella musica resla insignificante, e che varrebbe egualmente tacer le parole, e solfeggiar le note, nel qual caso emergerebbero due danni: uno alla musica, togliendole il suo significato, l’altro ai dilettanti privandoli d’un piacere e vantaggio che da una buòna ed onesta poesia emanerebbero. In ogni modo questi concerti non possono scusarsi da una profanazione dell’arte, la quale innocente per sè, si fa servire al traviamento degli affetti, alla corruzione del cuore. Da altra parte, se non vedesi un vero male e pencolo di male in questi musicali passatempi, chiederò se pitture e sculture indecenti, o libertine esposte agli sguardi della famiglia e dell’adunanza saranno egualmente scusabili, e se gli occhi potranno pur dire che non guardano davvero, che non badano alle forme. AI terzo genere appartiene la musica che diletta l’immaginazione, sublima lo spirito, e lo riempie d’un vario piacere. Di quest’indole sono gli Oratorj pieni di svariate descrizioni, di armoniose pitture. In generale queste composizioni si antiche che moderne sono religiose, ma non ve ne potrebbero essere anche delle profane, come le Stagioni di Ilaydn? Ma forse questi Oratorj sono di troppo vaste dimensioni per acconciarsi al concerto domestico; e quando se ne componessero per i teatri, e per le grandi sale accademiche della nostra Italia la anderebbe bene per i bisogni morali di cui vado favellando. Alla camera van sempre meglio i lavori fatti a bella posta. Di questi sarebbero argomenti le belle, grandi e piacevoli scene della natura. Molte sono le poesie che parlano dei fenomeni naturali, che descrivono j a fondo l’universo; e quando non ve fossero, converrebbe scriverne, e regalar l’arte di nuove produzioni. I migliori brani dei nostri poeti antichi e moderni là dove essi descrivono, narrano, dipingono, dove j escono con episodj drammatici meriterei»- ( bero la luce de’nostri concerti; perchè essi Cj brani si capirebbero e sentirebbero me- E glio, e maggiormente impressi resterebbero nelle memorie nostre, e la musica nazio