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dalla Spagna, e quando suo marito sarà in viaggio ossa aggiungerlo; ma la vivacità e la gelosia di Saint-Hcrcm fanno andar a vuoto questi calcoli; egli trova il re da Carlotta e lo insulta e lo provoca. Filippo furente giura di punire con severità l’insolente, se non parte all’istante. Io rimarrò, dice Saint-Herem. Ma Carlotta sopraggiungc, Carlotta che assicura l’ingrato del suo amore, clic vuole allontanarsi, fuggire con lui. Essi sono per partire quando un alguazil si presenta... È da scommettere clic Saint-Hcrcm vicn di niiovo arrestato, e chiuso nella Bastiglia del paese. Ma no, questo fu un falso allarme, il re perdona a tutti, ed i due sposi partono per andare a rimaritarsi in Francia. In quanto a Duboulloy, il suo rancore contro sua moglie cade innanzi al titolo di barone, che la scaltra Luigia ha saputo procurargli. Questa commedia appartiene a quella specie chiamata convenzionalmente di genere, o commedia aneddotica, specie facile e puerile, nella quale non sono di prima necessità nè l’osservazione, ne la venta, ne lo stile, nè il senso comune. Basta, per riuscirvi, trovare una favola più o meno divertente, delle frasi più o meno piccanti, delle piacevolezze più o meno triviali, delle frcccic spiritose che abbiano più o meno servito. Con questi ingredienti e coll’abilità di Dumas, coi consigli degli attori, colla esperienza delle prove, si giunge, tanto bene che male, a formare d’un vaudeville in tre atti una commedia di genere pel Théàlrc-l’rancais; ma non si fa per questo una buona commedia. I due primi atti, noi ne conveniamo, sono abbastanza rapidi, ed al teatro delle Variétés avrebbero ottenuto un buon successo. Lo spirilo ne è comune e grossolano, i frizzi assai conosciuti, ma collocali molto abilmente; ma a cominciare del terzo atto l’intreccio si imbarazza, le lungaggini si fanno sentire, il procedere dclluzione diventa penoso cdilavato. Il carattere dijSaintHerem è tracciato abbastanza infelicemente; volgare, senza dignità e senza spirilo nei primi tre alti, non riprende un po’ di colore, di energia che al momento in cui l’amore e la gelosia si impadroniscono di tutto il suo essere. In quanto a Duboulloy questi è un Balandard in parrucca bionda, è il pasquino di rigore, la coda rossa obbligata di tutte le commedie che ai nostri giorni vengono rappresentate al TMàtre-I’rancais. Noi abbiamo detto cosa sia madamigella Luigia. Carlotta è il solo personaggio interessante della commedia. Sia i dettagli di questi amori, queste questioni di casa, il cui scioglimento è preveduto lino dalle prime scene del terzo allo non bastano per accaparrare l’attenzione degli spettatori; Dumas ha tentalo inutilmente di rialzare con ricami, con complicazioni d’ogni sorta la povertà, la nullità del fondo. Egli ha imbroglialo l’intreccio, egli ha accalcate scene sopra scene, trivialità sopra trivialità, per arrivare alla fine dei cinque alti, che avea promessi. L’incarico era penoso e difficile. Il risultalo potea essere più felice. VARIETÀ. IL RE MUSICISTA Federico il grande amava molto la musica: e suonava assai bene il flauto. La passione clic egli ebbe sempre per questo istromcnto fu la prima causa dell’abitudine che aveva questo principe di portar la testa inclinata a dritta. Il suo talento musicale gli valse delle pene infinite. Per acquistarlo gli abbisognò una gran forza di volontà, una tenacità poco comune. Voi Sapete che Gugliclmo-Fcdcrico trattava suo figlio con un’eccessiva severità, che il giovane Federico, avendo voluto sottrarsi all’autorità paterna, fu arrestato, messo in prigione a Custrin, col suo complice Katt: clic tutti due furono condannali a morie da un consiglio di guerra, e che il principe, forzato dal padre a veder decapitare l’infelice Katt, non dovette la vita che alle lagrime cd alle sollecitazioni mille volte reiterale della regina. Guglichnò-Eedcrico non pensava clic a reclutare il cggimcnto di giganti. Egli lo passava in rivista e lo faceva manovrare lutti i giorni. Disprezzava talmente le belle arti, che, al suo avvenimento al trono, racciò da Berlino i pittori, gli scultori, e musicisti e i decoratori stranieri. Per derisione, nominò a presidente dell’Accademia delle scienze, un buffone chiamato Grundling; accommiatò il filosofo NVull, che leggeva nell’Università di Halle, imperciocché, diceva egli, la filosofia faceva disertare i soldati. Non avea altri piaceri che la piazza d’armi e il ridotto reale, ove fumava molte pipe bevendo numerosi bicchieri di birra. Ilo veduto a Charlottcmburg un singolarissimo quadro ove Guglielmo-Fcdcrico è dipinto in mezzo a una dozzina di compagni, fumando e bevendo: egli presenta suo figlio all’assemblea; il giovane principe introdotto per la prima volta in questo luogo, riceve una pipa dalle mani del presidente. Anticamente i Romani davano la veste virile a’ loro- figli sortendo dall’adolescenza; Federico il Grande ad egual epoca, ricevette una pipa. Tutti i fumatori hanno l’aria di calili giovane Federico aveva dei gusti molto opposti a quelli di suo padre: amava le belle lettere, aveva corrispondenza con Maupcrtuis, Algarotti, Voltaire, e il suo più gran piacere era di vivere al castello di llhinsbcrg, clic appellava il soggiorno delle Muse, perciocché là solamente poteva darsi tutto alle sue smanie poetiche. 11 re non mancava mai di attcstarne il suo malcontento, a Mio figlio, diceva egli, non è più clic un petit -màilre francese, un bello spirito che guasterà lutti i miei affari.» Tuttavia tollerava clic si ‘occupasse di letteratura, ma gli aveva interdetta la musica sotto pena di morte. Era cosa assai pericolosa il disobbedire ad un padre di questa specie, a un re cosi terribile: ma le passioni non ragionano’: d’altronde voi sapete che il frutto proibito è sempre quello che l’uomo preferisce. Federico volle imparare a suonare il flauto, e vi pervenne nascondendosi in una cantina, le di cui entrature erano ermeticamente chiuse con materassi. Bisogna dire clic il di lui maestro di musica fosse dotalo d’un gran coraggio se veniva al palazzo per insegnare un’arte che un tal re detestava. Gugliclmo-Fcdcrico non concepiva che si potesse trovar piacere a sfogliare dei libri e soprattutto a farne: egli avrebbe voluto che il figlio prendesse il gusto della caccia, perchè pensava clic la caccia, avendo una certa analogia colla guerra, fosse per questa ragione il solo divertimento degno d’un principe. Questo re, che restò sempre in pace coi suoi vicini, passò tutta la sua vita a disciplinare l’esercito, il che ebbe una grande influenza più tardi sui destini di suo figlio. Federico, che non amava- punto la caccia, si mostrò tutto a un tratto appassionato per questo esercizio. II re se ne compiaceva e a tanto meglio, diceva, mio figlio diviene un uomo. È possibile che noi ne facciamo qualche cosa». Ma ceco perchè il principe reale affettava di trovar piacere a correre i boschi alla caccia del sclvaggiumc. Egli suonava bene il flauto, ed i duetti che eseguiva col suo professore non bastavano più alla sua ambizione d’artista. Gli abbisognava un campo più vasto per dispiegare i suoi talenti; egli voleva brillare nei concerti, voleva dei rivali di gloria, e soprattutto degli ammiratori. Un filosofo diceva: «Io rineghcrei la scienza se mi fosse proibito di farla conoscere, u A qual fine, di fatti, sapere una cosa, se gli altri ignorano che voi la sapete? Organizzare un concerto non era facilissimo. Gugliclmo-Fcdcrico non ischcrzava, e la rimembranza di Katt si presentava a tulte le immaginazioni.’ Frattanto uno de’suoi cortigiani venne a dirgli un giorno che in mezzo alla foresta d’Oberw vi esisteva una caverna spaziosa, sotterranea, lontana da ogni abitazione, e clic là, se voleva correrne il rischio, si potrebbe concertare con comodo. — Sta bene, disse Federico, noi andremo alla caccia’: avrò dei musicisti per cacciatori, e mio padre crederà che noi cacciamo: i servitori uccideranno un cervo, ed alla sera noi torneremo trionfanti al castello. Ma... come sperare il segreto con tonfi complici?. — Mio signore, la sorte di Katt vi garantisce la discrezione di tutti: ciascuno saprà che vi va della taceranno. Ogni cosa passò come il principe e i cortigiani avevano progettato; i concerti ebbero luogo nella foresta una volta per settimana. Si nascondeva suonar della musica come se si fosse trattato d’cospirazione per detronizzare il re. Ciò durò qualche tempo, senza che Guglielmo-Fcdcrico ne avesse il; nimo sospetto. Allorché egli vedeva suo figlio tornar dalla caccia, bagnalo, coperto di fango e d’una nobile polvere, l’orgoglio del sovrano e il cuore del padre erano pienamente soddisfatti. Al ritorno di un viaggio clic aveva intrapreso nei suoi Stati, Guglielmo-Fcdcrico traversava la foresta d’Opcr-NVald. Egli ode parecchi colpi di fucile tirati a qualche centinaia di passi da lui, e vede un cervo ferito da una palla che cade e muore ai suoi piedi. Supponendo che dei cacciatori furtivi avessero ucciso quel bell’animale d’una sì ignobile maniera, dà ordine alle sue genti di perseguitarli e di condurglieli morti 0 vivi. Gli si presentano tosto due servitori colla livrea reale. Essi sono segnalati come colpevoli, e il re riconosce come appartenenti alla casa di suo figlio. — Ilanj, diss’cgli ad uno d’essi, bisogna clic tu sia molto stanco di vivere, se ti permetti di uccidere i mici cervi per mangiarli o venderli. — Ali! Sire, non sono per me. — E per chi dunque? — Ah! ho giurato di non dirlo. — Ed io giuro che li faccio appiccare a questa gran quercia, e vedremo chi di noi due conserva meglio il segreto. — Ah! Sire, grazia pei miei figli. — Miserabile! parla dunque: perchè uccidi i mici cervi? — Per voi. — Per me? chi te ile ha dato l’ordine? — Il principe Federico. — Mio figlio? — Sì. — Io non intendo. — Dice clic voi amate di mangiare il cervo, e siccome egli preferisce la musica alla caccia, c’incarica di uccidere i cervi che porla al castello. — E... presentemente ov’è egli? — Alla caverna. — In mezzo alla foresta, ove sono riuniti i musi— E che fa con questa specie di gente? — Suona il flauto. — Silenzio, e conducimi subito a questa caverna. 11 concerto terminava; il principe suonava il suo solo, e riceveva gli applausi dei cacciatori musicisti, allorché Gugliclmo-Fcdcrico apparve come la lesta di Medusa. Non ebbe bisogno, d’impor silenzio a quei signori: essi erano tutti pallidi, immobili, annientati. Dopo aver pronunziato colla sua voce di tuono il giuramento più energico della lingua tedesca:» Ah! così, diss’cgli, si rispettano le mie volontà? Vi ho già falli grazia altra volta, signor Pétil-Mailre, voi vedrete domani come punisco la disobbedienza ai mici ordini. In quanto a voi, se avete dimenticato Katt, ve ne rifreschcrò la memoria. La sera tutti i musicisti erano in prigione. Gli abitanti di Berlino costernati, prevedendo una fine tragica, non s’interrogavano òhe tremando. Ciascuno ricordava la spaventevole scena di Custrin, col suo corpo, la sua mannaia, il suo palco apparato di nero. Per tre giorni lutti furono in un’orribile ansietà, allorché una nuova Circolò nella città e fece cadere il velo opaco che oscurava tutti i volti. 11 re, si diceva in letto, malato per le fatiche del viaggio, o forse ancora per aver inteso la fine del solo di flauto. Felicemente per 1 musicisti, il male fece dei rapidi progressi: Alcuni giorni dopo, il 51 maggio 1740, il re mori, e terminò ogni scena luttuosa. Il figlio clic, da principe reale, divenne Federico II, non fu più obbligalo di cacciare il i piacere di suonare il flauto.