Garibaldi e Medici/Liriche/A Bartolomeo Rasnesi
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A BARTOLOMEO RASNESI
Chè ove speme di gloria agli animosi |
Un estro malinconico
Oggi mi parla in cuore,
E questo verso trepido
4È figlio del dolore.
Ahi! che alla mesta nota
La dilicata gota
D’una leggiadra vergine
8Impallidir vedrò.
Vedi, o garzon d’Italia,
Questa recente bara?
Vedi? ad amar la patria
12Da questa salma impara.
Oh qual le pinge il viso
Luce di paradiso!
Sì, il Dio delle battaglie
16In fronte la baciò.
Fu suo costume angelico,
Lo spirito gentile,
Ma fermo in suo proposito
20Come de’ forti è stile.
Sorse nel patrio lido
Della rivolta il grido?
Spiegò dell’armi al fremito
24Il bellicoso ardor.1
Quando di forti un turbine
Raccolse il pro’ Nizzardo,
Corse tra’ primi a stringere
28Il tricolor stendardo:
Scosse la lenta Roma
La vergognosa soma?
A lei volò precipite,
32Sacrolle e destra e cuor.
Io l’ho veduto — impavido
Lanciarsi alla battaglia
E fulminar terribile
36La gallica accozzaglia:
E nel cruento agone
Di libertà campione
Bello, sereno, intrepido
40La morte disfidar.
E la rinvenne; ahi misero!
Sul letto del dolore
Io l’ho veduto — languido
44Pari a calpesto fiore;
Incerto della vita
Per duplice ferita2
Quasi morente effluvio
48Lo spiro ansio alitar.
Pur di mia voce al sonito
Schiuse gemendo i rai.
La man mi stese, attonito
52La fronte io gli baciai;
Poi me gli strinsi accanto
E di soave pianto
La sua gloriosa coltrice
56Il ciglio mio rigò.
Intenerito il misero
Provossi alla parola;
Ma fioco, incerto un mormoro
60Gli eruppe dalla gola.
Indi accennando al cuore
La stretta del dolore,
Un riso di mestizia
64La bocca gli sfiorò.
Ad irrorar l’angelico
Sorriso agonizzante
Piove ineffabil lagrima
68Dalla pupilla errante;
Cruccio non è di morte
Che, commovendo il forte,
Sul vago fronte pingegli
72La nube del dolor:
Son le affluenti immagini
Di madre vedovata,
Il pianto inconsolabile
76Della fanciulla amata;
Il nembo di sciagura
Sull’espugnate mura....
Pur di speranza un alito
80Gli freme arcano in cuor.
Bello il sembiante pallido
Del rassegnato e pio
Che dir parca con giubilo:
84Questo è voler di Dio,
Angelo del perdono
Dal tuo raggiante trono
Stendi la destra al martire
88Teco trasvoli al Ciel3.
Prode fra i prodi italici,
Màrtir di libertade,
Più non vedrai lo sperpero
92Dell’Itale contrade.
Povera terra! Or geme,
Insanguinata freme,
Si veste la gramaglia,
96Cinge il funereo vel.
Ma verrà dì che i popoli
D’ogni calpesta terra
Irromperan quai turbini
100A disperata guerra.
Oh la fulgente aurora
Quando fra l’armi ancora
Balda ed ardente l’anima
104Di gioja esulterà!
Bello volar col nitido4
Caro destrier pugnando,
Degli oppressor nel perfido
108Stuolo ruotare il brando!
Dolce di libertade
Fra le cozzanti spade,
Nell’armonia de’ fulmini
112Il carme eccheggerà!5
Giuriam vendetta ai popoli
Traditi, ma non vinti;
Giuriam vendetta ai martiri
116Nelle battaglie estinti;
Più rapidi del lampo
Noi voleremo al campo:
Si pugnerà col palpito
120Della vittoria in cuor.
No, non è ancor quest’anima
Ritrosa alla battaglia,
Freme in silenzio e s’agita
124Pronta a vestir la maglia;
I sogni suoi son d’arme,
È bellicoso il carme,
Che di tiranno sangue
128È sitibonda ancor.
Oh! fosse dato all’impeto
De’ popoli redenti
Franger ceppi e patiboli,
132Buttar lor polve ai venti!
E minacciosa, altera
La tricolor bandiera,
Voto di tanti secoli,
136Sul Golgota piantar!
Ove trasvola il fervido
Animator pensiero?
Dal suo sognar precipita
140Al più tremendo vero;
Come prigion che il piede
Sciolto da’ lacci crede...
Sente de’ ferri il sonito
144E torna a lagrimar.
Oh invidiata e fulgida
La benedetta palma
Che ti riposa, o Martire,
148Sulla gloriosa salma!
Miseri noi! la verga
Ci scortica la terga....
E pronto a strozzar vittime
152Il patibolo stà6.
A Te, leggiabra vergine.
Santa nel tuo dolore.
Questo pensier sia balsamo,
156Sia lenimento al cuore.
L’amico tuo da forte
Lieto scontrò la morte,
Cadde guerrier d’Italia,
160Campion di libertà.
Milano, Settembre 1849.
Note
- ↑ [p. 48 modifica]Fu uno dei veri campioni delle 5 giornate.
- ↑ [p. 48 modifica]Il 22 giugno in una sortita all’assalto della Villa Barberini, toccò due colpi di bajonetta, l’uno nel fronte, l’altro più profondo sotto il cuore.
- ↑ [p. 48 modifica]Moriva all’Ospedale di Roma il 17 luglio in causa della scalfitura al fronte, passata in cancrena. Fu Compianto da tutti che ne apprezzavano l’anima bella e generosa.
- ↑ [p. 48 modifica]Serberò sempre dolce memoria della mia bianca e cara cavalla.
- ↑ [p. 48 modifica]Si usciva dalla Porta S.Pancrazio alla carica, cantando inni liberi e guerrieri.
- ↑ [p. 48 modifica]Si accenna alle bastonate largite dai Tedeschi il 30 Agosto in occasione dell’onomastico di S.M.I.R. Apostolica.