Gandino e il suo distretto/Capitolo V
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CAPITOLO V.
Uomini illustri di Gandino, e grandi dignità dalla munificenza dei Cesari pei distinti lor meriti accordate — Eccellenza di alcune donne, che nella pietà primeggiarono.
Non pochi istorici alla posterità tramandarono i nomi di celebri soggetti di Gandino, che pei loro gran meriti, la grazia acquistaronsi, immensi privilegi, e distinzioni di sommi Imperatori di Germania.
Ciò che maggiormente onora l’insigne borgo, e distingue, si è la massima affezione che i loro antichi, il di cui esempio è seguito dai posteri, dimostraron mai sempre, alla felice Regnante Casa d’Austria.
Tra quelli individui, di alcuni fra i principali, ne daremo un succinto ragguaglio.
Una fra le cospicue famiglie di Gandino, che in ardue battaglie, e campagne segnalaronsi, in lontane spedizioni, in assedj, oppugnazioni, difesa di città e fortezze; che il loro sangue sparsero in prò dei Cesari; che la lor vita il nemico combattendo nel campo di gloria, alcuna fiata lasciarono, immortalandosi, nella qualità di comandanti, governatori, generali, e proprietarj di armati, si fu la Giovanelli. L’illustre prosapia, la ben degna discendenza di dovizie, di onori carica, vive ora tranquilla ritirata in Venezia — Non degenere de’ suoi antenati, da non poco rammenta il virtuoso, il pio, il benefico Patriarca, che tanto benemerito si rese, il luminoso posto coprendo in quella magnifica, e sì memoranda Metropoli.
Pel primo in ordine di data il rinomato, il famoso eroe, ricorderemo Gualtiero Giovanelli, che sotto il regno e le insegne di Carlo V, ebbe a combattere nelle guerre contro l’Elettore di Sassonia, ed essendosi distinto nella presa di Edino, nell’assedio di Metz, e nella ricuperazione di Costanza1, acquistossi innoltre il favore di Massimiliano, e Rodolfo II Imperatore, mancato essendo di vita nel 1567.
Il di lui fratello Francesco qual Generale capitano di artiglieria, ebbe a segnalarsi in molte imprese, ed a combattere contro i Turchi nella memoranda battaglia di Sighet.
Giovanni Andrea Barone Giovanelli di Gandino, sotto il comando del Generalissimo, e Maresciallo Raimondo Monte Cucoli; combattuto che ebbe valorosamente in qualità di Commissario generale dell’Austria, contro i Francesi al Reno, mancò di vita dopo qualche giorno di febbre maligna. Avendo esso coperte le maggiori cariche dell’imperò, essendo stato Camer Gravio nelle città montane in Ungheria superiore, cioè Signore,2 Conte di frontiere, sopraintendente a tutto il paese, e dove teneva assoldate del proprio quattro compagnie, essendosi opposto all’aggressione dei Turchi, e salvati dall’ultimo eccidio moltissime forti città, fra i quali il castello di Nitria, avendo avuto gran parte nella vittoria di Lervenz, ebbe perciò l’onore di essere accompagnato al sepolcro da colonnelli, generali, e principi dell’esercito, con solenni esequie. Il di lui corpo fu imbalsamato, e il di lui cuore depositato in un monumento a Coblentz, dove sull’altare maggiore esiste la seguente inscrizione, che gli fece porre Pietro Averara suo segretario di Bergamo
HIC
DEPOSITO • CORDE
ANIMA • EVOLAVIT • AD • COELVM
VT • DARET
QVOD • FVIT • IN • IPSO • CÆSARIS • CÆSARI
ET • QVOD • DEI • DEO
DVMQ • VIXERAT
IN • VTRVMQ • PRO • CÆSARE
IN • VNO • MORIENS • VNI • SE • PRÆSTITIT • DEO
ANNO • MDCLXXIII
POSITVM
A • PETRO • AVERARA • EIVSDEM • AMANTISS
SECRETARIO
EX • REL • ET • MEM • DOMVS • CAMP • DE • GVERR
Una tale sì distinta famiglia volle Rodolfo II Imperatore di Germania distinguerla, fra le altre, e nel 1583 con suo Cesareo Rescritto la fece inscrivere all’inclito numero dei Nobili dell’impero, e volle che tutta la insigne prosapia de’ Giovanelli, ed in particolare per essersi tanto segnalati Pietro, Andrea, Nicolò e Silvestro godesse dei beneficii, e privilegi tutti alla nobiltà dell’impero congiunti, estendendoli alle future generazioni, e discendenze, e che sogliono per quattro avi paterni e materni partecipare; e gli stemmi e le gentilizie armi accordando.3 Datato il privilegio da Vienna — Ex ipso privilegio origin.
Si può con sicurezza ritenere, che fra le tante e ricche abitazioni che in Gandino possedevano, ed abitavano i nobili Giovanelli, per essere molti, la principale fosse quella dell’antico castello, di proprietà ora come si disse, del benemerito Consigliere di Appello Don Luigi Patirani. In un muro dell’interno della casa si ravvisano incisi sopra una pietra i nomi di Nicolò, Andrea, Silvestro fratelli di Giovanni 1607, che appunto combinano coi sopra indicati.
Giovanni Paolo fratello del preaccennato Andrea visse caro alla Corte di Leopoldo I di Germania, e nel 1683 si distinse sotto l’assedio di Buda, contro la Porta Ottomana, e fu creato Cavaliere della chiave d’oro.
Giovanelli Vincenzo ebbe pel primo nella sua patria a fondare il Pio Luogo nel 1600 delle Orfane, che tanto prospera anche al dì d’oggi, mediante le incessanti e sollecite cure del Reverendissimo Parroco Sig. Don Lorenzo Claris. Vengono ricoverate in questo Pio Luogo numero ventisette zitelle, e raccolte, mancando di genitori, nella loro più tenera età, rimanendovi fino ai dieciotto anni.
Salì in fama di Sommo poeta Giannantonio Giovanelli de’ Noris, la cui vita venne illustrata dal vivente ed erudito sig. Quirino Bertocchi, nell’occasione, che furono date alla luce nel 1806 a Milano le poesie di quel gran letterato. I di lui scritti trattano sulla natura dei governi, sulla scoperta delle miniere ed altro, ed ebbe a discutere sull’origine e patria del celebre Cardinale Enrico Noris. Alcuni sarebbero di parere essere nato in Gandino, Alessandro Noris di lui padre, mentre Ladvocat nel suo Dizionario storico, lo farebbe originario d’Irlanda.
Il Conte Benedetto Giovanelli coperse la carica di Procuratore di San Marco gloriosamente sostenendola.
Donna Cecilia Giovanelli in fine, di Andrea, meritossi l’onore di una particolar vita, e fattasi monaca nel 1667 nel celebre monastero Gandinese, di San Benedetto, soppresso nel 1810, morì in concetto di santa, e Margherita Giovanelli moglie di Carlo Albani di Urbino, diè alla luce Gian Francesco Albani, Clemente XI, uno dei più dotti e più gran Papi che abbiano governata la chiesa.
Benedetto Odescalchi di Como, Sommo Pontefice, Innocenzo XI chiamato, nacque da Livio Odescalchi, e da Paola Castelli di Nicolò di Gandino4. Non pochi titoli e singolari privilegi accordarono gli Augusti Cesari alle nobilissime famiglie pur di Gandino, Dal-Negro e Castelli — Udiamo quanto in proposito ne racconta l’infaticabile annalista Padre Calvi5.
„1592. Con Cesareo Diploma oggi ancora, Rodolfo Imperatore onorò la Stirpe e famiglia de’ Negri di Gandino, creando e dichiarando Pietro, Bernardo, Lodovico, Tranquillo, e Giuseppe con tutta la legittima posterità in infinito, veri nobili del Sacro Romano Impero, e decorandoli di tutti quei privilegi, grazie e favori, che aver i nobili s’acconvengono, e ciò in virtù de’ loro meriti verso l’Austriaca Casa, e servigi per venti continui anni prestati, con loro gloria, e lode all’Imperial Maestà, e come ad Antonio loro padre, aveva Massimiliano II Imperatore, donata l’Arma gentilizia, così Rodolfo non solo confermolla, ma la ampliò in decorosa forma, facendoli del tutto ben degno privilegio.“
Furono innoltre i dal Negro decorati della cittadinanza Romana.
Presso l’Augusta Casa d’Austria, assai benevola si rese la famiglia dei Castelli pur di Gandino, fra i molti fatti uno ne riportaremo di Bartolomeo. Fu desso uomo di Corte d’Isabella, moglie di Carlo IX, re di Francia. Durante la guerra contro il Turco in Ungheria depositario del Pontefice, del gran Duca di Toscana,6 ebbe per gli ajuti prestati a Cesare di ottocento mila talleri all’anno, ad ottenere da Rodolfo Imperatore per sè, e tutti i suoi discendenti nel 1576, la nobiltà dell’Impero.
Battista Castelli, che meritossi le lodi del Tasso, ed altri scrittori7 per le di lui virtù, fu chiamato a Madrid da Filippo II, nominato architetto ed impiegato nell’Escuriale.
Salirono in fama di valenti medici Tommaso Castelli, Gio. Battista Scarpa, Gio. Battista Rizzoni, e Girolamo Caccia, il qual ultimo fu tanto celebre nell’arte medica, che ebbe a servire la Corte Cesarea, e presso il re di Polonia.
Non obbliaremo di ricordare Marco Antonio Caccia, che tanto si distinse presso l’Augusto Monarca Ferdinando II, che con di lui motu-proprio datato da Vienna li tre Luglio 1632, lo creò Conte del Romano Impero. Viveva lo stesso in quella Capitale decorato della carica di Canonico di San Stefano protomartire pei di lui distinti meriti, siccome si esprime il Sovrano Rescritto, sapienza, virtù, integrità di costumi dimostrata, venne eletto Consigliere Aulico di Corte, con facoltà estese di creare e nominare Giudici, Notai dell’Impero, di legittimare figli spurj, ed infinite altre concessioni.
Con suo Imperiale e Reale Rescritto S. M. l’Imperatore Ferdinando III, nel 9 Febbrajo 1647, elesse Nobile del Romano Impero e dell’Ungheria Gabriele Caccia, unitamente al fratello uterino Giorgio, estendendo il privilegio in infinito ai discendenti sì maschi, che femmine, e ciò per avere prestati ajuti all’Imperiale e Reale Casa d’Austria, ed essersi distinto in particolare nelle varie missioni in qualità di Ambasciatore.
Una tale famiglia vive tuttora nella discendenza maschile e femminile del Curato di Cirano, don Benedetto Caccia, e nel primo Deputato sig. Flaminio Caccia, e nipoti dottor Silvio Notajo, e prete don Francesco, tanto utili al proprio paese.
Faremo pure particolar menzione ed encomio dello virtù e beneficenze praticate nella propria patria dal Conte Francesco Rotigni, e di lui contemporanei, famiglia che era provveduta d’infiniti beni di fortuna, e che l’avvicendarsi delle umani sorti la rese priva.
Una poi delle più antiche originarie illustri famiglie di Gandino si è la denominata Sizzi, un ramo della quale fino dal 1650 negoziando di stoffe di lana ritirossi in Trento, e da cui ebbe a derivare Sua Altezza Reverendissima Monsignore Conte Cristoforo Sizzi XI, Principe e Vescovo di quella cospicua e rinomata città.