Fuggo i paterni tetti, e i patrii lidi
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Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/Versi di occasione
xxxviii
nel fuggire da napoli
(1600)
Fuggo i paterni tetti, e i patrii lidi,
ma con tremante piè, mi lascio a tergo,
lasso! e con questi, che di pianto aspergo,
pur voi rimiro, amati colli e fidi.
I tuoi, sí vuole il ciel, vezzi omicidi,
Sirena disleal, dal cor dispergo;
e caro men, ma piú securo albergo,
peregrino ricerco, ov’io m’annidi.
Ma che rileva, oimè! girne sí lunge,
se, fuggitivo e misero e lontano,
me mai non lascio, e l’odio altrui mi giunge?
e s’un bel viso, una leggiadra mano
l’anima, ovunque vo, persegue e punge?
Fortuna empia, empio Amor, vi fuggo invano!